Un carico di tegole romane

(Sebastià Munar / Consell de Mallorca)

Gli archeologi subacquei hanno scoperto i resti di una nave commerciale del I-II secolo d.C. nelle acque di Maiorca, in Spagna. Il carico – tegole e altri materiali da costruzione – non arrivò mai a destinazione poiché probabilmente la nave venne sorpresa da una tempesta e si schiantò sugli scogli vicino alla costa.

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Il relitto intatto più antico del mondo

La nave mercantile greca risalente al 400 a.C. (Black Sea Maritime Archeology Project/EPA-EFE/Shutterstock)

I resti di una nave mercantile greca sono stati identificati come il più antico relitto intatto al mondo. Scoperta nel 2017 al largo della Bulgaria, la nave giace indisturbata sul fondo del Mar Nero da ben 2.400 anni.

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Statue e un disco di bronzo nel relitto di Antikythera

(Brett Seymour/EUA/ARGO 2017)

Gli archeologi marini hanno recuperato nuovi preziosi reperti nell’antico relitto di Anticitera. Tra questi vi sono pezzi di statue di bronzo e di marmo, il coperchio di un sarcofago e un misterioso disco di bronzo decorato con un toro.

I manufatti erano intrappolati sotto alcuni massi in una parte inesplorata del mare davanti all’isola di Anticitera, in Grecia. I ricercatori pensano che gran parte di almeno sette statue siano ancora sepolte nelle vicinanze.

Il relitto è famoso in tutto il mondo per il ritrovamento del meccanismo di Anticitera: un complesso dispositivo di bronzo in grado di predire le eclissi e di mostrare i movimenti di Sole, Luna e pianeti.

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Scoperte 8 navi nell’arcipelago greco di Fourni

(Vasilis Mentogianis)

Una squadra di archeologi subacquei ha scoperto otto navi affondate nei pressi dell’arcipelago di Fourni, un gruppo di isole greche noto per conservare molti relitti di navi antiche.

Le nuove scoperte portano a 53 il numero totale di navi rinvenute a Fourni in un’area di 44 km quadrati. In tempi antichi, l’arcipelago era una tappa comune lungo le rotte commerciali del Mar Egeo dato che, in condizioni normali, i porti delle isole erano sicuri.

I ricercatori pensano che per migliaia di anni ci furono così tante navi ad attraversare la zona, che molte affondarono a causa delle tempeste.

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Esplorate le acque dell’antico porto di Delo

delo porto grecia
(Ministero della cultura greco)

Una squadra di sommozzatori ha esplorato l’area intorno al frangiflutti che proteggeva l’ormai sommerso porto dell’isola di Delo, in Grecia.

Le ricerche dell’Eforato per le Antichità Subacquee hanno rivelato relitti di navi antiche di epoca ellenistica e numerosi altri reperti, tra cui centinaia di anfore provenienti dal Mediterraneo occidentale.

«Le scoperte archeologiche confermano che Delo fu un’importante base commerciale e si trovava lungo un’importante rotta marittima commerciale che collegava il Mediterraneo orientale e occidentale», riporta un comunicato del Ministero della Cultura greco.

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Scoperto l’antico porto di Salamina

Le fondamenta di una torre rotonda rinvenute all’estremità di un molo (V. Mentoyannis)

Gli archeologi greci hanno trovato l’antico porto militare dell’isola di Salamina, teatro di una delle battaglie navali più grandi e decisive dell’antichità: la battaglia di Salamina del 480 a.C.

Il porto è stato identificato nella piccola e ben protetta baia di Ambelaki, nella parte orientale dell’isola, grazie alla ricerca archeologica di una squadra di 20 esperti provenienti da due istituzioni greche – l’Eforato per le Antichità Subacquee e l’Istituto Ellenico di Archeologia Marina.

«Questa è la prima ricognizione subacquea sistematica ad essere avviata da istituzioni greche in un ambiente marino gravemente inquinato, e tuttavia in una zona cruciale di importanza storica», si legge nel comunicato del ministero greco.

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Scoperto il nome di un governatore romano della Giudea: Gargilius Antiquus

 Il blocco di pietra, trovato a 1,5 metri sott'acqua ed esposto grazie a una tempesta (Ehud Arkin Shalev)
Il blocco di pietra, trovato a 1,5 metri sott’acqua ed esposto grazie a una tempesta (Ehud Arkin Shalev)

I ricercatori dell’Università israeliana di Haifa hanno fatto un’eccezionale scoperta: una rara iscrizione di poco precedente alla rivolta di Simon Bar Kokhba permette per la prima volta l’identificazione definitiva di Gargilius Antiquus come un governatore romano della Giudea all’epoca.

L’iscrizione è stata trovata durante gli scavi sottomarini dentro e intorno al sito di Tel Dor. «Per la prima volta, possiamo affermare con certezza il nome del prefetto romano della Giudea durante il periodo critico sfociato nella rivolta di Bar Kokhba. Inoltre è solo la seconda volta che il nome “Giudea” appare in qualunque iscrizione del periodo romano», hanno commentato il direttore degli scavi Assaf Yasur-Landau e lo storico Gil Gambash.

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Mappato un insediamento preistorico al largo della Svezia

Un piccone fatto coi palchi di alce (Arne Sjöström)
Un piccone fatto coi palchi di alce (Arne Sjöström)

Un insediamento dell’Età della Pietra sommerso, al largo della Svezia, è stato mappato interamente per la prima volta.

Da anni le reti dei pescatori si impigliavano nei resti di questo sito, intorno alla baia di Hanö, ma solo recentemente lo si è pienamente esplorato usando un ecoscandaglio multibeam, che usa la stessa tecnologia del sonar. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Quaternary International.

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Scoperte 41 navi bizantine e ottomane sul fondo del mar Nero

Modello fotogrammetrico di un relitto ottomano col Surveyor ROV (Rodrigo Pacheco Ruiz)
Modello fotogrammetrico di un relitto ottomano col Surveyor ROV (Rodrigo Pacheco Ruiz)

Gli esploratori marini hanno casualmente scoperto ben 41 relitti di navi, in buone condizioni, sul fondo del Mar Nero.

L’eccezionale scoperta è opera di una squadra di archeologi marittimi, che stava scansionando il fondale marino per uno studio sull’ultima era glaciale.

Il Black Sea Maritime Archaeology Project ha identificato i tipi di navi, alcune risalenti a migliaia di anni fa, appartenute agli imperi ottomano e bizantino.

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Trovato uno scheletro umano sul relitto di Antikythera

Gli archeologi Brendan Foley, Theotokis Theodoulou e Alex Tourtas scavano il relitto di Antikythera Shipwreck, assistiti da Nikolas Giannoulakis e Gemma Smith (Brett Seymour, EUA/WHOI/ARGO)
Gli archeologi Brendan Foley, Theotokis Theodoulou e Alex Tourtas scavano il relitto di Antikythera Shipwreck, assistiti da Nikolas Giannoulakis e Gemma Smith (Brett Seymour, EUA/WHOI/ARGO)

Una squadra internazionale di ricercatori ha scoperto uno scheletro umano durante gli scavi del famoso relitto di Anticitera. La buona condizione dei resti scheletrici dell’uomo potrebbe fornire la prima traccia di DNA recuperata da una nave affondata nell’antichità.

I subacquei hanno scoperto i resti scheletrici dell’uomo, forse un membro dell’equipaggio, il 31 agosto. È qui, nel Mar Egeo, vicino all’isola greca di Anticitera, che è stato trovato il misterioso meccanismo, un avanzatissimo calcolatore astronomico. Il naufragio della nave, forse una nave greca mercantile, sarebbe avvenuto nel I secolo a.C.

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Scoperte altre 23 navi presso le isole di Fourni

(Vasilis Mentogianis)
(Vasilis Mentogianis)

Un gruppo di archeologi marini sta svelando i segreti più profondi di un arcipelago del Mar Egeo, dopo che in meno di un anno vi ha scoperto ben 45 relitti di navi.

Lo scorso settembre, un team di subacquei greci e americani aveva già individuato 22 relitti durante un’esplorazione di 13 giorni intorno all’arcipelago di Fourni, un gruppo di 13 isole, alcune molto piccole, situato in Grecia.

Il team è tornato sulle isole a giugno per espandere le ricerche. Alla fine dell’indagine, durata tre settimane e mezzo, i ricercatori sono addirittura riusciti a fare delle scoperte ancora più importanti: hanno documentato altri 23 relitti, portando il totale a 45. «Fourni è una sorpresa costante», ha dichiarato Peter Campbell, co-direttore del progetto per conto della statunitense RPM Nautical Foundation.

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Un sub pentito rivela un carico romano in Sardegna

(La Nuova Sardegna)
(La Nuova Sardegna)

Bellissimi marmi con decorazioni finissime che avrebbero dovuto adornare le ville patrizie e gli edifici di culto della Roma Imperiale, i resti di un’ancora, una stupenda parte di un elmo, pesi in piombo, numerosi cocci di anfore e vasellame e anche ossa umane. Oltre 140 pezzi antichissimi di valore inestimabile sistemati all’interno di quattro cassette di plastica, di quelle utilizzate per la frutta, abbandonate in un punto nascosto, ai piedi di una grossa quercia, nelle campagne di San Giovanni, frazione del comune di Posada in Sardegna.

A trovarle è stato il sindaco di Posada Roberto Tola, andato sul posto insieme a due agenti della polizia municipale del paese. «A indirizzarci in quel tratto di campagna sperduto è stata una fonte confidenziale – ha spiegato il sindaco a La Nuova Sardegna –. In forma anonima ci ha segnalato che qui a San Giovanni avremmo ritrovato oggetti che lui aveva trovato in mare e che gli sembrava giusto restituire al Comune».

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