Riscoperto l’anfiteatro romano di Mastaura

L’anfiteatro di Mastaura

Gli archeologi in Turchia stanno scavando i resti di una “magnifica” arena di epoca romana, dove circa 15.000 spettatori applaudivano e si godevano i combattimenti dei gladiatori e le lotte con gli animali selvatici. L’anfiteatro era stato individuato nel 1837 dall’esploratore britannico William John Hamilton, ma il sito fu dimenticato e nel corso dei secoli venne ricoperto dalla vegetazione. «La maggior parte dell’anfiteatro si trova sottoterra e la parte visibile è in gran parte coperta da arbusti e alberi selvatici», dice Sedat Akkurnaz, direttore dello scavo. Le parti più esterne si sono sgretolate, ma si possono ancora vedere file di sedili, l’arena centrale e i muri di sostegno. L’edificio risale al III secolo d.C.: si trovava sulle colline dell’antica città di Mastaura, nella Turchia occidentale.

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Una nuova maschera d’oro a Sanxingdui

(Xinhua/Shen Bohan)

I resti di una preziosa maschera in lamina d’oro fanno parte di una importante scoperta archeologica nella provincia cinese del Sichuan. Pesante circa 280 grammi e realizzata all’84% in oro, la maschera aveva probabilmente una funzione cerimoniale. Il ritrovamento è stato effettuato nel sito di Sanxingdui, che viene comunemente associato all’antico stato di Shu. Dal 2019 sono state scoperte 6 fosse del III e II secolo a.C. contenenti oltre 500 manufatti in avorio, giada e bronzo. Secondo Tang Fei, l’archeologo a capo delle ricerche, la scoperta di fibre di seta indica come lo stato di Shu “fosse un importante centro di produzione di seta nell’antica Cina”. Sanxingdui si trova sulla lista dei candidati dei patrimoni mondiali dell’UNESCO. I siti archeologici dello stato di Shu sono una testimonianza eccezionale dell’Età del bronzo cinese.

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Il più antico manufatto d’oro della Germania sudoccidentale

Il filo d’oro arrotolato come un anello (© Yvonne Mühleis, LAD Esslingen/Università di Tubinga)

Gli archeologi hanno scoperto la sepoltura di 3.800 anni di una donna dell’Età del Bronzo, nell’attuale Tubinga, in Germania. Aveva circa 20 anni al momento del decesso. All’interno della sua tomba vi era un solo oggetto: un filo d’oro arrotolato che forse portava come ornamento per i capelli.

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Una tomba punica a Malta

(Malta Today)

Una tomba di epoca cartaginese risalente a più di 2000 anni fa è stata scoperta sull’isola di Malta, presso il comune di Zabbar. La tomba, ancora sigillata, è stata aperta, rivelando due urne contenenti i resti cremati di ossa umane. Vi erano anche un’anfora, una lucerna, una boccetta di vetro per profumi e altri vasi di ceramica. I Cartaginesi governarono l’isola dal V secolo al 218 a.C.

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I resti di 9 Neanderthal scoperti nella grotta Guattari (Latina)

(Ministero della cultura)

Gli archeologi italiani hanno portato alla luce le ossa di nove individui di Neanderthal in provincia di Latina (Lazio). Il sito è la grotta Guattari, sul monte Circeo, già nota per il ritrovamento nel 1939 di altri due Neanderthal. È possibile che alcuni fossero stati cacciati e sbranati dalle iene. L’archeologo Francesco Di Mario, direttore dello scavo, ha dichiarato: «Sono tutti individui adulti tranne forse uno giovane». Sette uomini, una donna e forse un ragazzo: otto di loro vissero tra i 50 e i 68 mila anni fa e uno, il più antico, tra i 100 e i 90 mila anni fa.

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Zahi Hawass annuncia la scoperta di Aten, un villaggio accanto a Tebe, la capitale egizia

I muri a zig-zag furono impiegati nell’architettura egizia principalmente verso la fine della XVIII dinastia

Una missione archeologica diretta da Zahi Hawass ha scavato un insediamento vicino all’antica capitale d’Egitto di Tebe, oggi Luxor. È stata rinominata “L’Aten abbagliante” e acclamata “città d’oro perduta”, tuttavia non si tratta di una nuova città, non ha finora reperti d’oro e non era esattamente perduta. È effettivamente intatta sin dall’antichità, visto che gli scavi dei francesi negli anni ’30 non hanno riguardato questo sito. Ad ogni modo il ritrovamento è molto importante: il sito ha almeno 3000 anni, un’iscrizione la data al regno del faraone Amenhotep III (1391-1353 a.C.) che aveva la residenza nel palazzo di Malqata a un km di distanza. L’insediamento ospitava diverse abitazioni e attività artigianali. Venne forse abbandonato durante il regno del suo successore Akhenaton, ma riutilizzato dal figlio di questi, Tutankhamon, e poi da Ay fino ai Bizantini (III-VII secolo d.C.). Racconta Hawass: «Molte missioni straniere hanno cercato questa città e non l’hanno mai trovata. Noi stavamo cercando il tempio funerario di Tutankhamon perché i templi di Horemheb e Ay erano in questa zona».

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Una carrozza da cerimonia nella Villa del Sauro Bardato a Pompei

(@ Luigi Spina)

Poco al di fuori delle mura di Pompei, gli archeologi hanno fatto una scoperta unica in Italia. Per la prima volta è stato trovato un pilento, una carrozza a quattro ruote utilizzata dalle matrone romane nei giorni di festa, come ai matrimoni. Il veicolo è quasi integro, miracolosamente sfuggito agli scavi clandestini. Si trovava nel portico di una villa dove nel 2018 in una stalla erano emersi i resti di 3 cavalli (di cui uno riccamente bardato) e gli scheletri di due uomini l’anno scorso.

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Stonehenge era stata costruita prima in Galles?

Le poche pietre ancora visibili a Waun Mawn in Galles (A. Stanford/M. P. Pearson et. al., Antiquity, 95, 379: 85-103, 2021)

Intorno al 3200 a.C., i contadini dell’Età della pietra delle colline Preseli, in Galles, costruirono un grande monumento: scolpirono megaliti di dolerite (o pietra blu) da una cava vicina, poi le eressero in posizione verticale in un grande cerchio di 30-50 pietre. Il significato del monumento, allineato con il solstizio d’estate, rimane un mistero. Ora una nuova ricerca del celebre archeologo Mike Parker Pearson rivela che 3 o 4 secoli dopo, i loro discendenti potrebbero aver smantellato il cerchio e trasportato le pietre giganti per 200 chilometri fino alla piana di Salisbury, dove crearono quello che è ancora il monumento di pietra preistorico più iconico del mondo: Stonehenge.

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Un tempio, un Libro dei morti e 50 bare: Hawass annuncia un’eccezionale scoperta a Saqqara

(@EPA)

Dopo la straordinaria scoperta dell’anno scorso di oltre 100 bare, gli archaeologi egiziani hanno fatto nuovi ritrovamenti in un altro punto della necropoli di Saqqara, il cimitero della città di Menfi. Il tempio (già noto) accanto alla piramide del faraone Teti (2345-2323 a.C.), apparteneva a una moglie finora sconosciuta: Neit. Inoltre vicino alla piramide, la squadra diretta dall’egittologo Zahi Hawass ha anche trovato 52 pozzi funerari contenenti i resti di persone della XVIII e XIX dinastie d’Egitto (1550-1186 a.C.). Finora sono state trovate 50 bare di legno, un rotolo del Libro dei Morti, statuette, giochi da tavolo, maschere funerarie, barchette di legno rituali e una splendida stele di pietra.

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Decifrato l’elamita lineare, la prima scrittura fonetica del mondo

“L’iscrizione B” in elamita lineare incisa su un frammento di roccia proveniente da Susa, Iran, attribuito al sovrano Puzur-Shushinak (2150-2100 a.C.), (Museo del Louvre) a sinistra; “Iscrizione K” su un vaso Gunagi in argento datato 1900-1880 a.C. (Iran), a destra (@ François Desset, Sylviane Savatier, Sciences et Avenir)

L’archeologo francese François Desset è riuscito a decifrare uno dei pochi sistemi di scrittura antichi ancora non compresi: l’elamita lineare, utilizzato tra il 2300 e il 1900 a.C. nell’odierno Iran. L’elamita lineare è di fondamentale importanza perché è la prima scrittura fonetica conosciuta nella storia, utilizza segni che rappresentano solo suoni (vocali, consonanti, sillabe) e non concetti come i geroglifici. Le poche inscrizioni sopravvissute menzionano nomi di re, regni e divinità. Desset ha impiegato quattordici anni a decifrarle.

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La top 10 delle più grandi scoperte archeologiche del 2020

(Ahmed Hasan / AFP via Getty Images)

La rivista americana Archaeology ha selezionato le dieci scoperte più interessanti del 2020. Dell’incredibile scoperta a Saqqara al monumento funerario per Romolo, ecco alcune delle dieci scoperte più interessanti di quest’anno, segnato fortemente dal COVID-19.

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Il bancone di un “bar” a Pompei interamente affrescato

(Luigi Spina)

Un nuovo scavo a Pompei ha portato alla luce un thermopolium, una sorta di “bar” che serviva pasti veloci e bevande calde o fredde. Le eleganti decorazioni mostrano alcuni dei cibi che si potevano acquistare nel locale. La scoperta era stata fatta l’anno scorso, col ritrovamento dell’ingresso e del bancone affrescato da una ninfa marina. Lo scavo di quest’anno ha invece riguardato il resto dell’ambiente. Il termopolio si apriva su una piazzetta molto frequentata dai pompeiani: qui vi erano anche una fontana e la cosiddetta Taverna dei gladiatori combattenti rinvenuta nel 2019.

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