
Intorno al 3200 a.C., i contadini dell’Età della pietra delle colline Preseli, in Galles, costruirono un grande monumento: scolpirono megaliti di dolerite (o pietra blu) da una cava vicina, poi le eressero in posizione verticale in un grande cerchio di 30-50 pietre. Il significato del monumento, allineato con il solstizio d’estate, rimane un mistero. Ora una nuova ricerca del celebre archeologo Mike Parker Pearson rivela che 3 o 4 secoli dopo, i loro discendenti potrebbero aver smantellato il cerchio e trasportato le pietre giganti per 200 chilometri fino alla piana di Salisbury, dove crearono quello che è ancora il monumento di pietra preistorico più iconico del mondo: Stonehenge.

Cosa non tornava
Gli archeologi avevano già cercato l’origine delle pietre blu di Stonehenge nella costa occidentale del Galles; avevano persino identificato alcune delle cave da dove venivano estratte le pietre oltre 5000 anni fa. Ma la datazione al radiocarbonio aveva mostrato un intervallo di diversi secoli tra l’attività nelle cave e la prima costruzione a Stonehenge. I ricercatori si erano chiesti se le famose pietre blu, alte da 2 a 3 metri, fossero state usate per costruire prima altri cerchi di pietre, per essere trasferite a Stonehenge in seguito. «Chiaramente non ci misero 200 anni a spostarle», dice l’archeologo Joshua Pollard (Università di Southampton), coautore dello studio. «È sempre sembrato probabile che stessero smantellando i monumenti esistenti».
La ricerca del cerchio originale
Nell’ultimo decennio, gli archeologi diretti da Michael Parker Pearson (University College di Londra) hanno cercato strutture rituali nella regione di Preseli che avrebbero potuto fornire le pietre – e il modello – per Stonehenge. Nel 2017 e 2018, hanno scavato parti di un antico monumento chiamato Waun Mawn, dove una manciata di pietre blu (oggi cadute per terra), simili a quelle di Stonehenge, formano un cerchio parziale. Gli scavi hanno rivelato almeno sei fosse antiche dalla tipica forma di quelle pietre. Collegando i punti tra le fosse vuote e le pietre blu rimanenti, i ricercatori hanno abbozzato un cerchio di 110 metri di diametro, le stesse dimensioni del fossato di terra esterno che faceva parte del progetto originale di Stonehenge (il centro rituale venne poi riorganizzato più volte nel corso dei suoi 1000 anni di vita). E, come a Stonehenge, l’ingresso del cerchio era orientato verso l’alba nel solstizio d’estate.

La datazione
La squadra di Parker Pearson ha misurato l’ultima volta che i sedimenti all’interno delle fosse furono esposti alla luce, grazie alla tecnica della luminescenza stimolata otticamente; hanno anche datato al radiocarbonio il carbone trovato nelle fosse. Le pietre mancanti vennero erette tra il 3400 e il 3200 a.C. e poi rimosse 300 o 400 anni dopo, più o meno nel periodo in cui iniziò la prima costruzione a Stonehenge, scrivono nello studio pubblicato su Antiquity. «Pensiamo che il motivo per cui furono rimosse le pietre è perché andarono a Stonehenge», afferma Parker Pearson. Lo smantellamento di Waun Mawn e la creazione di Stonehenge potrebbero aver fatto parte di una più ampia migrazione dalle colline Preseli alla piana di Salisbury. Molti resti umani e animali trovati a Stonehenge hanno strutture chimiche che suggeriscono che i loro primi anni furono trascorsi sulla costa gallese. «Abbiamo contatti regolari tra le due regioni», afferma Pollard.
Perché migrarono?
I risultati si aggiungono a un emergente quadro delle origini di Stonehenge in una regione complessa e interconnessa centrata sul Mare d’Irlanda, fiorita nel IV millennio a.C. «Le persone, le idee e gli oggetti si muovevano su lunghe distanze e il movimento aveva chiaramente a che fare con il modo in cui la società esprimeva il potere», dice Alison Sheridan, curatrice emerita presso il Museo Nazionale della Scozia (non parte del gruppo di ricerca). «Lo sradicamento delle pietre è un classico esempio». Tornando alla regione di Preseli Hills, le date al radiocarbonio e le prove sui pollini suggeriscono che millenni di agricoltura e occupazione umana finirono nel periodo in cui il cerchio di Waun Mawn fu smantellato. «Le prove dell’attività umana calano intorno al 3400 a.C.», afferma Parker Pearson, anche se i ricercatori non sono sicuri del motivo per cui le persone se ne furono andate. I migranti dal Galles potrebbero aver trasferito le pietre come un modo per rimanere simbolicamente collegati al loro passato, o per attingere all’autorità dei loro antenati per rivendicare una nuova regione. «Portarono i simboli ancestrali come atto di unificazione», ha detto Parker Pearson.

b) Stonehenge nella fase uno (3080-2950 a.C. fino al 2865-2755 a.C.). Il fossato e il terrapieno furono costruiti nel 2995-2900 a.C. circa (al 95% di probabilità)
(disegno di K. Welham & I. de Luis).


https://ilfattostorico.com/2015/12/09/stonehenge-costruita-prima-in-galles/
Ricordate?
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Alla fine hanno “trovato qualcosa di grande” due anni dopo quell’articolo, visto che le prime fosse sono state scoperte nel 2017. L’esistenza del cerchio di pietre era stata ipotizzata dai primi archeologi un centinaio d’anni fa, ma complimenti a Parker Pearson per averla confermata e per il lavoro fatto. Il nuovo documentario “Stonehenge: The Lost Circle Revealed” racconta questa scoperta.
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