
Un nuovo geoglifo lungo 30 metri, che potrebbe rappresentare un animale immaginario o mitico, è stato trovato nella Pampa de Majuelos, nel sud-est del Perù. Il ritrovamento è merito di Masato Sakai, dell’Università di Yamagata (Giappone), che dirige le ricerche nel deserto peruviano di Nazca insieme al suo collega Jorge Olano.
La parte sinistra della figura mostra una testa con la lingua lunga, mentre la parte destra, che sembra presentare macchie e sporgenze, potrebbe essere il corpo e le zampe. «Il disegno non sembra una figura presa dalla realtà, ma dall’immaginazione», sostiene Sakai.


Per costruire questo geoglifo, furono rimosse le pietre in superficie, lasciando scoperto il terreno biancastro sottostante. Le pietre rimosse furono poi accumulate per dare forma all’animale, come in un bassorilievo. «Questa tecnica è caratteristica dei geoglifi del Periodo tardo della civiltà Paracas (400-200 a.C.)», dice Sakai. Risalgono, quindi, tra i 2.000 e i 2.500 anni fa, anche se la data di crezione di queste misteriose opere è sempre stata controversa.
Nel 2011 era stato scoperto un altro geoglifo nella stessa zona, creato con la stessa tecnica: «Raffigurava due figure antropomorfe in una scena di decapitazione», spiega Sakai. «In mezzo c’era un antico cammino che si dirigeva a Cahuachi, dunque i due geoglifi potrebbero essere collegati a un pellegrinaggio verso questo centro cerimoniale».
Entrambi i geoglifi erano stati disegnati su dei pendii, e perciò potevano essere visti facilmente anche da terra.
Solo l’anno scorso erano stati scoperti 24 nuovi geoglifi a Nazca.
Sembra la planimetria di alcune grotte…o la vista prospettica di un costone roccioso…
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