La Domus della tartaruga: una ricca casa di Pompei

L’ultima campagna di scavo presso le terme Stabiane di Pompei ha portato alla luce le vestigia di una opulenta domus, presso il cui ingresso è stato trovato un curioso carapace di testuggine femmina. Il sito si trova in via dell’Abbondanza, e per qualche motivo venne rasa al suolo dai Romani stessi, che estesero le terme adiacenti già esistenti e costruirono alcune botteghe. Tra i reperti più affascinanti figurano un prezioso mosaico, una maschera di terracotta, due frammenti di muro affrescato e addirittura l’offerta di fondazione. La testuggine arrivò molto dopo, quando la villa era già stata distrutta e parte della bottega sovrastante era crollata in seguito al terremoto del 62 d.C. Non riuscì a partorire e forse fu questo il motivo del suo decesso.

Dettaglio del mosaico della domus della tartaruga (© Ciro Fusco, ANSA)

Cosa sappiamo della Domus della tartaruga

Dov’era

Percorrendo via dell’Abbondanza, in centro a Pompei, oggi vediamo i resti delle botteghe che si affacciavano sulla strada. Dietro di loro si trovano le grandi terme stabiane, così chiamate perché danno sulla via Stabiana. Nel I secolo a.C. però, la disposizione era molto diversa, e qui vi era l’ingresso di una villa che, tra saloni e cortili, si estendeva per oltre 900 metri quadrati.

I reperti

Gli ultimi scavi hanno portato alla luce mosaici di grande complessità e bellezza, paragonabili a quelli della Villa dei Misteri o della Casa di Cerere. Sul pavimento del tablino, la sala di ricevimento nei pressi dell’ingresso, è raffigurato un lungo acquedotto romano.

Mosaico del tablinio (© Ciro Fusco, ANSA)
Pavimento a mosaico del tablinio della domus della tartaruga (© Ciro Fusco, ANSA)
Particolare del mosaico (© Ciro Fusco, ANSA)
Mosaico della domus della tartaruga (© Ciro Fusco, ANSA)

Gli archeologi diretti da Marco Giglio (Università Orientale di Napoli) e Monika Trumper (Freie Universitat di Berlino) hanno inoltre scavato zoccoli in marmo policromo, una conchiglia dipinta e una piccola, bellissima maschera in terracotta.

Maschera in terracotta (© Ciro Fusco, ANSA)

Delle pareti rimangono solo due piccoli frammenti, con elaborate e coloratissime pitture parietali in II stile, tipico del I secolo a.C.

Gabriel Zuchtriegel con un frammento di parete della Domus della tartaruga (© Ciro Fusco, ANSA)

Sotto a quello che doveva essere l’ingresso, è stata rinvenuta l’offerta votiva per la fondazione della casa. Nella buca vi erano resti di legni bruciati, una olla rotta con le offerte per gli dèi e una lucerna. Grazie a tali ritrovamenti “è arrivata la prova che questa casa fu effettivamente costruita nella prima metà del I secolo a.C.”, ha detto Giglio. Magari dopo l’80 a.C., quando la città era stata assediata da Silla e diventò una colonia romana.

Lucerna tra le offerte votive per la domus (© Ciro Fusco, ANSA)

Perché venne demolita

A un certo momento (dopo il terremoto del 62 d.C. o prima?) la casa venne rasa al suolo. Forse era stata troppo danneggiata, ma non è da escludere una scelta o un avvenimento accaduto al proprietario, di cui non conosciamo il suo nome. «Di certo era un personaggio eminente della vita pompeiana», dice Giglio. «Di più ora non si può dire, speriamo nella prossima campagna di scavi, nel 2023, di capirne di più». Ad ogni modo, la domus passò all’amministrazione cittadina e venne abbattuta, lasciando spazio per l’estensione delle terme Stabiane che si dotarono di una nuova grande piscina, ninfei e anche nuove botteghe sul lato della strada.

Via dell’Abbondanza (© Parco archeologico di Pompei)

La testuggine di Pompei

In una di queste botteghe, a mezzo metro di profondità sotto il pavimento in terra battuta, gli archeologi hanno fatto la curiosa scoperta dei resti di una testuggine di terra (testudo hermanni, non esattamente una tartaruga). Rimangono gran parte del carapace, la testa, la coda, una zampa e anche un uovo. «Si tratta di un ritrovamento importante che apre una finestra sugli ultimi anni di vita della città, tra il terremoto [del 62 d.C.] e l’eruzione [del 79 d.C.]», ha detto il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. «Pompei si era trasformata in un grande, pulsante, cantiere edilizio».

«Spesso le testuggini trattengono l’uovo quando non trovano un ambiente favorevole alla loro deposizione, cosa che spesso le porta alla morte», ha dichiarato l’antropologa Valeria Amoretti. «Questo rettile ci narra dell’ecosistema di Pompei. In una bottega della strada principale di Pompei, una piccola testuggine ha trovato spazio e modo di provare a deporre il suo uovo. È rimasta sepolta e dimenticata per duemila anni, salvo poi essere riscoperta dagli studenti che hanno riportato alla luce questa piccola storia biologica».

Il carapace (© Parco archeologico di Pompei)
Il guscio dell’uovo (© Parco archeologico di Pompei)
(© Parco archeologico di Pompei)
(© Parco archeologico di Pompei)
Ritrovamento della testuggine (© Ciro Fusco, ANSA)

Scavo 2022

Lo scavo è stato condotto dall’Università Orientale di Napoli, dalla Freie Universitat di Berlino e dall’Università di Oxford, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei. Quest’anno si è concentrato sulle strutture murarie che delimitano le botteghe sul lato sud-orientale delle terme, lungo via dell’Abbondanza e vicolo del Lupanare.

Mappa degli scavi 2016 – 2022 (© Parco archeologico di Pompei)
L’archeologo Marco Giglio (© Parco archeologico di Pompei)

ANSA

MIBAC

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