
Uno dei monumenti più conociuti della Spagna è più recente di quanto si pensasse. I nuovi studi archeologici hanno posto la data costruzione dell’acquedotto di Segovia nel II secolo, tra il 112 e il 116 d.C. La data tradizionale attribuita a questa opera era del 98 d.C.
In risposta alla scoperta, l’ufficio del turismo di Segovia ha già ordinato una nuova edizione delle brochure turistiche con la nuova data.

I nuovi dati su uno degli acquedotti più famosi e meglio conservati al mondo sono stati recentemente resi pubblici a una conferenza intitolata ‘Città romane della valle del Duero’, tenutasi a Segovia lo scorso mese.
Lo studio si basa sull’analisi dei materiali archeologici recuperati da uno scavo effettuato nel 1998, alla base di tre pilastri dell’acquedotto in Plaza del Azoguejo – dove l’opera misura 29 metri di altezza.
Il materiale che riempiva le fondamenta di questi pilastri includeva reperti di ceramiche sigillate ispaniche create nei laboratori della città di Tricio (Tritium) intorno al primo terzo del II secolo d.C. Ma soprattutto è stata trovata una moneta romana, un sesterzio di Traiano, coniata tra il 112 e il 116. Secondo l’archeologo Luciano Municio (Delegación Territorial de la Junta de Castilla y León), l’analisi non lascia dubbi riguardo il cambiamento della datazione dell’acquedotto.
Negli anni ’90, gli studi accademici avevano puntato all’anno 98 d.C. come data di costruzione, in particolare grazie a un’iscrizione tra le due arcate. Di essa rimangono solo i buchi nella pietra dove una volta i perni fissavano delle grandi lettere di bronzo. Le lettere sono andate perdute da tempo, sebbene alcune di loro fossero sopravvissute fino al XVI secolo. Lo storico ed epigrafista Géza Alföldy (Università di Heidelberg) aveva ipotizzato che il testo fosse una dedica all’imperatore Traiano nell’98 d.C., una data che è rimasta valida fino all’ultima analisi.



