Una cura antica contro i postumi della sbronza

Dimenticate le medicine. Se nell’Egitto greco-romano vi fosse capitato di bere troppo alcol, la cura migliore contro i postumi della sbronza sarebbe stata nientemeno che una ghirlanda di foglie di lauro alessandrino da portare al collo.

La curiosa scoperta proviene da un papiro scritto in greco e recentemente tradotto e pubblicato. Secondo la ricetta per curare “il mal di testa dovuto a ubriachezza”, la vittima dell’alcol avrebbe dovuto legare insieme le foglie di un arbusto chiamato Alexandrian chamaedaphne (Ruscus racemosus L.), e portarle come una collana.

Il papiro tradotto (Egypt Exploration Society)
Il papiro tradotto (Egypt Exploration Society)

Non sappiamo se la cura funzionasse, ma persino oggi in Cambogia si inalano queste foglie di per curare mal di testa e vertigini, quindi forse un fondo di verità c’è.

La più grande collezione di papiri medici

Il papiro ha ben 1.900 anni ed è uno degli oltre 500.000 documenti trovati nella città egizia di Ossirinco dai ricercatori Bernard Grenfell e Arthur Hunt circa un secolo fa.

Lo studio e la pubblicazione di così tanti papiri è un lungo e lento compito che dura da allora. Recentemente è stato pubblicato il volume 80, contenente studi e deciframenti di circa 30 papiri medici rinvenuti a Ossirinco.

Il volume rappresenta “la più grande, singola collezione di papiri medici mai pubblicata”, ha scritto Vivian Nutton, docente alla University College London, all’inizio del volume. La collezione include trattati medici e trattamenti per una grande varietà di disturbi, incluse emorroidi, ulcere, problemi ai denti e persino chirurgia oculare.

Gli autori di questi papiri si basarono molto sulle conoscenze greche. Gli abitanti di Ossirinco erano fortemente influenzati dalla cultura ellenistica, diffusasi in tutto l’Egitto e nel Medio Oriente dopo le conquiste di Alessandro Magno, dice Nutton.

Questo papiro trovato a Oxyrhynchus contiene una ricetta a base di polvere di denti che dovrebbe aiutare i problemi alle gengive (Egypt Exploration Society)
Questo papiro trovato a Oxyrhynchus contiene una ricetta a base di polvere di denti che dovrebbe aiutare i problemi alle gengive (Egypt Exploration Society)

Ricette per gli occhi

Alcuni dei trattamenti più interessanti nei testi trattano degli occhi.

Un testo contiene circa una dozzina di ricette di una lozione per pulire gli occhi, chiamata collyrium. Una ricetta, che avrebbe dovuto trattare il muco degli occhi, contiene un miscuglio di ingredienti, tra cui polvere di rame, ossido di antimonio, bianco di piombo, scarti di fusione di piombo, amido, rose essiccate, acqua piovana, gomma arabica, succo di papavero e una pianta chiamata Celtic spikenard.

Il trattamento sembra tuttavia relativamente delicato rispetto alle tecniche di chirurgia oculare descritte. Un frammento contiene ciò che sembra essere un resoconto in prima persona di un intervento chirurgico effettuato su una palpebra che si è rivoltata, causando irritazione. Il testo è frammentario, e alcune delle parole sono incerte. È chiaro però che non fosse un’operazione per deboli di cuore, specialmente poiché l’anestesia non era ancora stata inventata.

Parte del testo recita: “… l’occhio… comincio… dal tempio… l’altro dal tempio… a rimuovere con un piccolo coltello a lama circolare… l’estremità della palpebra dal di fuori… da dentro fino a quando non rimuovo…” (traduzione inglese di Marguerite Hirt, ricercatrice all’Università di Cambridge che ha analizzato il testo).

I papiri medici appartengono alla Egypt Exploration Society e sono conservati presso la Sackler Library all’Università di Oxford.

Live Science

Egypt Exploration Society

The Telegraph

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