
Un palo di legno con la scritta romana “COH II CR” ha confermato il coinvolgimento di una coorte di soldati romani nella costruzione di una strada vicino a Valkenburg, nei Paesi Bassi. Il sito si trova ai confini settentrionali dell’Impero romano, e fa parte del limes che il governo olandese vuole iscrivere nella Lista dei Patrimoni dell’Unesco nel 2021.

Il tratto di strada romana di 125 metri era stato scoperto lo scorso settembre, in occasione dei lavori di preparazione per l’autostrada della regione del Rijnland. Da allora gli archeologi hanno estratto 470 pali di legno, nessuno dei quali aveva segni identificativi. La nuova iscrizione, che risale al 125 d.C. circa, è l’abbreviazione di ‘Cohors II Civium Romanorum’, e si riferisce a un gruppo di 500 soldati reclutati tra i civili romani specializzati nella realizzazione e nella supervisione di opere di costruzione.
Jasper de Bruin, curatore del museo archeologico Rijksmuseum van Oudheden a Leida, ha definito la scoperta “unica per i Paesi Bassi”. «Non sapevamo se la strada romana fosse stata costruita da soldati, civili o forse schiavi. Ora possiamo concludere che 2000 anni fa la seconda coorte di civili romani costruì la strada romana vicino a Valkenburg, da cui parte l’attuale strada dello Rijnland».
Lo studio dei pali di legno mostra il modo sistematico con cui i costruttori svolsero il loro lavoro. Gli alberi della stessa larghezza e lunghezza provenivano da boschi coltivati appositamente, consegnati al cantiere, lavorati e piantati nel terreno. La costruzione della strada romana fu eseguita con precisione militare e senza precedenti nei Paesi Bassi. Sebbene l’iscrizione faccia luce sulla sua storia, gli archeologi si chiedono quale fosse l’esatto ruolo della seconda coorte e se vennero coinvolte anche altre coorti. I risultati delle ricerche sono attesi nel 2020.





Intervengo solo ora, ma è proprio il bello di questa piattaforma trovare notizie di attualità interessanti che ti rimangono a ronzare nella testa e quando poi ti ricapita di sfiorare l’argomento le ritrovi lì a colpo sicuro (e stupendamente illustrate, il che aiuta non poco la memoria).
Nell’articolo si dice che . . . “è l’abbreviazione di ‘Cohors II Civium Romanorum’, e si riferisce a un gruppo di 500 soldati reclutati tra i civili romani specializzati . . . ”
Ma perché si calca tanto l’idea che si tratti di “civili”? Se sono inquadrati a costituire una cohors sono militari per forza, no?
Piuttosto non si tratta di militari qualsiasi, ma di un reparto orgoglioso del proprio status di cittadini romani, circostanza che ben appare compatibile con l’ipotesi che potrebbe trattarsi di militari di particolare affidabilità forse anche quanto a specializzazione tecnica, azzarderei.
Chissà se ci sono già quei risultati che erano stati annunciati.
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