
In Cina è stato scavato un sito sacrificale che potrebbe essere stato utilizzato dagli imperatori delle dinastie Qin (221 – 206 a.C.) e Han Occidentale (206 a.C. – 24 d.C.). Secondo China Daily il team di scavo ha recuperato 2.109 manufatti, tra cui oggetti di giada, tegole, ornamenti in bronzo, carri e i resti di cavalli.
«Lo scavo si è concentrato su dei pozzi sacrificali e su una piattaforma di terra, sulle vestigia di due siti con caratteristiche diverse, ed è la prima volta che abbiamo tali siti sacrificali di epoca imperiale, che corrispondono alle fonti antiche», dice il ricercatore Tian Yaqi dell’Istituto provinciale di Archeologia dello Shaanxi.
Lo scavo, cominciato ad aprile e terminato a novembre, è stato completato su un’area di 2.000 metri quadrati. Il sito si chiama Yongshan Blood Pool per via dei sacrifici rituali animali che qui si tenevano, e si trova a circa 15 km dalle rovine di Yongcheng, ritenuta essere stata la capitale dello stato di Qin (770 – 221 a.C.).
«Lo scavo è stato effettuato nell’ambito di una più ampia area archeologica, grande in totale ben 4,7 km quadrati, e ha portato a ritrovamenti importanti, come la conferma di oltre 3.200 siti collegati, inclusi edifici, impianti vari, strade e pozzi sacrificali», spiega Tian Yaqi, archeologo a capo del team di scavo. I lavori hanno portato alla luce 2.109 reperti, spesso utilizzati nelle offerte rituali. Si tratta soprattutto di oggetti e statuette in giada, ornamenti in bronzo di carri e resti di cavalli.
Liu Qingzhu, famoso archeologo membro dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ed ex direttore dell’Istituto di Archeologia, ha sottolineato l’importanza della ricerca per quanto riguarda le istituzioni sociali e politiche delle dinastie Qin e Han Occidentale, oltre al tema dei riti cinesi dell’antichità in generale. Spiega Qingzhu: «Le offerte sacrificali hanno costituito uno degli elementi delle civiltà in tutto il mondo, ma delle cerimonie sacrificali su così larga scala sono state documentate solo nella civiltà cinese».

