Scoperto un tesoro d’oro degli Sciti con tracce di droghe

(National Geographic)
(National Geographic)

Una tomba dei guerrieri nomadi Sciti, piena di oggetti d’oro, è stata scavata ai piedi delle montagne del Caucaso, in Russia. Il tesoro è composto da due vasi, tre coppe, un anello, due collari e un bracciale – tutto in oro, per un peso complessivo di oltre tre chili e duecento grammi.

Il ritrovamento è stato così incredibile che all’inizio gli esperti del museo dell’Ermitage di San Pietroburgo non pensavano fossero autentici. «Dicevano che era incredibile», racconta l’archeologo che ha scavato la tomba, Andrey Belinski. «All’inizio dicevano che erano dei falsi, ma poi hanno capito che erano stati trovati in un sito durante gli scavi. Se questi oggetti fossero emersi dal mercato nero, sarebbero stati certamente bollati come falsi moderni». Aggiunge Anton Gass, suo collega: «Una scoperta del genere avviene ogni 50 anni. La qualità di questi oggetti, il livello artistico, sono quasi unici».

Più che una tomba

Il sito, chiamato Sengileevskoe-2 e a 50 km dalla città di Stavropol, a prima vista sembra solo una collinetta nel campo di un contadino. In verità contiene un kurgan, una tipica tomba degli Sciti, un insieme di tribù nomadi che dominò gran parte dell’Eurasia dal 900 al 100 a.C. La parte centrale della tomba era già stata saccheggiata nel passato, ma fortunatamente il fondo era intatto. I tombaroli erano infattti arrivati a uno strato di argilla che sembrava essere una parte del terreno, ma invece era un’opera dell’uomo.

Ci è voluto un mese per scavarla, ma alla fine gli archeologi hanno trovato una camera rivestita di pietre con all’interno alcune dita e costole di un giovane, interpretati più come un sacrificio umano che una sepoltura. Non solo: l’uno dentro l’altro, c’erano alcuni manufatti d’oro di ottima fattura. Nell’area sono stati poi rilevati dei posthole, delle buche nel terreno per dei pali di legno che forse sostenevano un tetto. Belinski e Gass, della Prussian Cultural Heritage Foundation di Berlino, pensano dunque di aver scoperto più che un semplice tumulo funerario, bensì un importante sito rituale e funerario.

Il fondo dei vasi (Igor Kozhevnikov/Courtesy Andrey Belinski)
Il fondo dei vasi (Igor Kozhevnikov/Courtesy Andrey Belinski)

Vasi eccezionali

I manufatti recuperati non furono probabilmente prodotti dagli Sciti stessi, ma dagli antichi Greci che vivevano vicino, per esempio sul mar Nero. Dice Gass: «Non è soltanto oro puro. Ci volle la più alta maestria del mondo greco per produrre degli oggetti simili».

Uno dei due vasi mostra su un lato due grifoni che attaccano un cervo, e sull’altro lato due grifoni che si scaraventano su un cavallo. La terra è spoglia, gli alberi morti. L’altro vaso raffigura invece sei uomini in combattimento, e altri due (uno decapitato) morti per terra. Ci sono alberi e prato. Secondo Belinski, la coppia di vasi potrebbe rappresentare il mondo dei vivi e dei morti.

Inizialmente, i due vasi erano stati scambiati per gli oggetti decorativi che spesso si trovano nelle tombe scite, magari dei grossi finimenti per cavalli. Ma c’era qualcosa di strano. Scavandoli, Belinski aveva notato una sostanza nera appiccicosa su entrambi gli oggetti. L’analisi chimica ha poi rilevato che vi erano residui di oppio e cannabis.

Grifoni che attaccano un cavallo, e alberi morti (Andrey Belinski)
Grifoni che attaccano un cavallo, e alberi morti (Andrey Belinski)
    Un guerriero anziano uccide un giovane (Igor Kozhevnikov/Andrey Beliniski)
Un guerriero anziano uccide un giovane (Igor Kozhevnikov/Andrey Beliniski)
Un guerriero scita tira una freccia, un altro giace per terra morto (Igor Kozhevnikov/Andrey Belinisky)
Un guerriero scita tira una freccia, un altro giace per terra morto (Igor Kozhevnikov/Andrey Belinisky)

Fumavano droghe

La scoperta sembra dunque confermare le storie che gli Sciti fumassero droghe nel corso di alcuni rituali. Lo storico greco Erodoto (484 – 425 a.C.) li descrive così:

Nel loro paese cresce la canapa, sia spontanea che coltivata. Gli sciti raccolgono il seme di questa pianta, si mettono sotto le coperte e poi buttano i semi su pietre roventi; questi fanno allora un gran fumo e danno un vapore caldo tale da superare quello di qualsiasi bagno di vapore greco. Gli sciti gridano per il piacere di questo vapore, che serve a loro proprio come bagno: gli sciti infatti non usano mai acqua per lavarsi il corpo. Le loro donne, poi, aggiungono ai semi di canapa aromi di cedro, cipresso e incenso, tritati con una grossa pietra. (Erodoto, Storie, IV, 74-75)

I semi di canapa e piccole pipe di metallo erano già state trovate in altre tombe scite, ma non era chiaro come venissero utilizzati. I residui su questi vasi sembrano indicare un rituale più importante. Non ci sono segni di bruciatura o carbone, dunque Belinski pensa che l’oppio venisse consumato come una bevanda concentrata, forse mentre la cannabis veniva bruciata lì vicino. «Non c’è dubbio che entrambe le droghe fossero usate nello stesso tempo», dice Belinski.

(Andrey Belinski)
(Andrey Belinski)
L'anello d'oro (Andrey Belinski)
L’anello d’oro (Andrey Belinski)

Archaeology

National Geographic

2 pensieri su “Scoperto un tesoro d’oro degli Sciti con tracce di droghe

  1. L’oro è sempre stato usato come moneta e metallo per artefatti. Il suo colore, la sua resistenza al tempo ne hanno fatto il re dei metalli preziosi.

    E’ incredibile vedere come oggetti così antichi siano ancora così belli.

    "Mi piace"

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