
Un esperto siriano dei beni culturali ha detto di essere “molto scettica” riguardo la ricostruzione dei monumenti antichi di Palmira, distrutti durante l’occupazione dell’ISIS.
«Tutti sono emozionati perché Palmira è stata ‘liberata’, ma non dobbiamo dimenticare che tutto è stato distrutto», ha detto Annie Sartre-Fauriat, che appartiene a un gruppo di esperti che si occupa del patrimonio culturale siriano, composto dall’UNESCO nel 2013.
La sua dichiarazione contrasta con la visione più ottimista del capo delle antichità siriane, Maamoun Abdulkarim, che lunedì aveva detto all’AFP che l’80% delle rovine della città erano “in buona condizione” e che ci sarebbero voluti cinque anni per restaurarle.
Grandi speranze
L’esercito siriano supportato dalla Russia ha cacciato l’ISIS da Palmira la scorsa domenica, dopo un’offensiva durata tre settimane. Durante la sua occupazione di 10 mesi, l’ISIS aveva distrutto il tempio di Bel, il santuario di Baal Shamin, una dozzina delle torri funerarie e l’arco di trionfo.
Subito dopo, Maamoun Abdulkarim aveva promesso un piano per la ricostruzione: «Se abbiamo l’approvazione dell’UNESCO, avremo bisogno di cinque anni per restaurare i monumenti danneggiati o distrutti dall’ISIS», ha detto, sperando che i lavori potessero cominciare entro un anno. Secondo il capo delle antichità siriane, la cittadella medievale potrebbe essere riparata entre due anni, i blocchi dell’arco di trionfo sono in buona condizione, mentre per i due templi e le torri ci vorranno anni e il supporto dell’UNESCO.




Una difficile ricostruzione
Di tutt’altro avviso è invece dice Sartre-Fauriat: «Ho molti dubbi riguardo la capacità, persino con gli aiuti internazionali, di ricostruire il sito di Palmira», ha dichiarato all’AFP. «Quando sento che ricostruiremo il tempio di Bel, mi sembra una cosa illusoria. Non ricostruiremo qualcosa che è stato ridotto in polvere. Ricostruire cosa? Un nuovo tempio? Penso che probabilmente ci siano altre priorità in Siria prima di ricostruire delle rovine».
«Fino a quando l’esercito siriano si trova là, non sono rassicurata. Non dobbiamo dimenticare che l’esercito ha occupato il sito tra il 2012 e il 2015 e ha causato un sacco di distruzione e saccheggi. Non dobbiamo farci illusioni. Non è perché Palmira è stata riconquistata dall’ISIS che la guerra è finita. Questa è stata un’operazione politica e mediatica disegnata per convincere l’opinione pubblica a favore del regime del presidente siriano Bashar al-Assad».





Il museo di Palmira vandalizzato
La storica ha parlato anche della condizione del Museo di Palmira: «È totalmente devastato. Al contrario di quello che pensavamo, il museo non era stato svuotato della sua collezione (prima dell’arrivo dell’ISIS) poiché il dipartimento delle antichità aveva avuto solo 48 ore per prendere tutto, e dunque non hanno potuto trasportare i grandi monumenti».
Sartre-Fauriat ha detto che le figure sui sarcofagi sono state rotte, e tutte le statue sono state fatte cadere, decapitate o spaccate. Le stele funerarie, una caratteristica speciale di Palmira, «sono state strappate selvaggiamente dai muri, probabilmente per rivenderle per conto dell’ISIS».
Un barlume di speranza giace nel fatto che una grande statua di leone con una gazzella sotto le zampe, rovesciata e rotta, «potrebbe essere restaurata perché – dice – non è stata ridotta in polvere».








purtroppo c’è chi ha interesse perché la siria non possa mai rinascere, non sotto questo governo almeno. lo dimostrano le parole di questa signora, che sarà anche una storica ma che sembra fare più politica che il suo mestiere. dire che palmira non potrà mai rinascere significa negare che in futuro la siria possa rinascere, sennò perché l’isis (finanziato perché distruggesse la siria) ne avrebbe demolito il sito archeologico più importante? cancellare la cultura per cancellare un popolo. ma quando palmira sarà ricostruita (e lo sarà), con grande dispiacere dei reazionari ultra-whaabiti e filo saudiani, io sarò il primo ad andare a palmira ad apprezzarne i monumenti restaurati!
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speriamo tu abbia ragione…
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penso anch’io che Palmira debba essere ricostruita, questo al di là delle dispute filologiche sulla conservazione corretta dei reperti e delle testimonianze archeologiche, credo che sarebbe la migliore risposta della civiltà contro la barbarie – una dovuta risposta –
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sarà ricostruita sì…ma ci vorranno il doppio degli anni ….poca speranza di rivederla presto.
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Sbagliato ricostruirle! Sia palmira ninive nimrud ed hatra! Prima di tutto si trattano di reperti archeologici. poi vanno lavorati con una pietra databile alla loro era. poi ricalcare le imperfezioni dovute al tempo sara non facile e poi risulterebbero dei falsi e la loro ricostruzione sarebbe ardua! invece pensate a rieducare quei popoli che hanno interpretato male il loro credo e a far modo che migliorano come civiltà
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