
Gli scavi archeologici condotti presso il porto di Berenice Troglodytica, sulla costa del Mar Rosso, stanno riscrivendo il passato dell’antica città.
Berenice fu un famoso porto in epoca tolemaica-romana, tuttavia la città venne fondata su un precedente villaggio egizio che, grazie alle recenti scoperte, potrebbe essere stato più importante di quello che si credeva.

Gli archeologi hanno rinvenuto due iscrizioni che dimostrano una lunga occupazione del sito.
La prima iscrizione risale al Medio Regno poiché reca il cartiglio del settimo re della XII dinastia, il faraone Amenemhat IV (regnante tra il 1990 e il 1800 a.C. circa). Registra la spedizione verso la leggendaria Terra di Punt – il corno d’Africa – cominciata dal porto di Mersa Gawasis (molto più a nord, tra Safaga e Quseir) durante il suo ottavo anno di regno.
La seconda iscrizione, in cattivo stato di conservazione, registra il settimo anno di un faraone il cui nome è perduto. Potrebbe far parte dello stesso testo, oppure del successivo Secondo Periodo Intermedio.
Se combinati, potrebbero documentare una spedizione marittima avvenuta durante il settimo anno di Amenemhat IV, rivelando una importante attività nel sito 1.500 anni prima di quanto creduto.
Oltre che per la Terra di Punt, Amenemhat IV è noto anche per le sue spedizioni nel Sinai alla ricerca di turchese e nell’Alto Egitto per l’ametista.


La città di Berenice venne fondata nel 275 a.C. da re Tolomeo II Filadelfo, che sappiamo aver condotto campagne verso la costa africana orientale per catturare elefanti da guerra.
L’ultima stagione di scavi ha riguardato numerosi resti di epoca tolemaica-romana: l’interno di un tempio romano; aree di lavorazione del metallo, e un impianto per riparare navi o smantellarle.
Inoltre, dopo un’analisi satelittare del porto e dintorni, i ricercatori hanno scoperto l’esistenza di un nuovo sito archeologico vicino al porto contenente i resti di un lungo e stretto edificio con tre piattaforme. Al momento si ignora che costruzione possa essere, ma i futuri scavi faranno luce.

Una pietra, probabilmente corniola, con un taglio di tipo cabochon. Mostra una figura femminile.

Tra le altre scoperte effettuate vi sono l’ingresso del tempio di Serapide, diversi frammenti di iscrizioni, stele, tre sepolture umane (due maschi e una femmina), difese urbane tolemaiche e impianti idraulici.







Alla missione archeologica hanno partecipato il Centro polacco di archeologia mediterranea (Università di Varsavia) e l’Università americana del Delaware.
