Identificato in Inghilterra uno dei Corani più antichi

Le pagine del Corano appena datate (Cadbury Research Library, University of Birmingham)
Le pagine del Corano appena datate (Cadbury Research Library, University of Birmingham)

Grazie alle moderne tecnologie, in Inghilterra è stato identificato uno dei più antichi Corani ancora esistenti al mondo. Conservate all’Università di Birmingham, due pagine di pergamena sono state datate al radiocarbonio tra il 568 e il 645 d.C.

Il manoscritto sarebbe stato redatto poco dopo la morte del profeta Maometto, probabilmente vissuto tra il 570 e il 632 d.C.

(Cadbury Research Library, University of Birmingham)
(Cadbury Research Library, University of Birmingham)

Il testo contiene le sure 18 e 20, ed è scritto in Hijazi, un’antica forma di arabo. Per molti anni, le pagine erano state legate con altra pergamena, datata al tardo VII secolo.

Il manoscritto fa parte della Collezione Mingana, conservata nella Cadbury Research Library dell’università. La datazione è stata invece effettuata in un laboratorio dell’Università di Oxford.

La ricercatrice italiana Alba Fedeli, che ha studiato le pagine nell’ambito del suo dottorato, ha detto: “Le due pagine, che sono state datate al radiocarbonio all’inizio del settimo secolo, provengono dallo stesso codice, come un manoscritto tenuto alla Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi”. È stata Fedeli a intuire che la catalogazione del manoscritto fosse sbagliata, e a proporre di datarlo.

(Cadbury Research Library, University of Birmingham)
(Cadbury Research Library, University of Birmingham)

David Thomas, docente di Cristianità e Islam presso l’Università di Birmingham, ha spiegato il contesto e il significato della scoperta: «La datazione al radiocarbonio delle pagine ha ottenuto un risultato sorprendente [che] ci porta indietro a pochi anni dalla fondazione dell’Islam.»

«Secondo la tradizione musulmana, il profeta Maometto ricevette le rivelazioni che formano il Corano tra il 610 e il 632 d.C., anno della sua morte. A quell’epoca, il messaggio divino non era stato redatto nella forma che ha oggi. Invece, le rivelazioni erano conservate nelle “memorie degli uomini”. Parti di esso erano anche state scritte su pergamena, pietra, foglie di palma e scapole di cammello. Il califfo Abu Bakr, il primo capo della comunità musulmana dopo Maometto, ordinò la collezione di tutto il materiale coranico nella forma di un libro. La forma scritta finale e autorevole, venne completata e sistemata sotto la direzione del terzo leader, il califfo Uthman ibn Affan, verso il 650 d.C.»

«I musulmani credono che il Corano che leggono oggi sia lo stesso che venne prodotto sotto Uthman e lo considerano l’esatta registrazione delle rivelazioni date a Maometto. I testi scritti sulle pergamene di Birmingham hanno la forte probabilità che l’animale utilizzato fosse vivo durante la vita di Maometto, o poco dopo. Questo vuol dire che le parti del Corano scritte su questa pergamena possono essere datate, con un grado di certezza, a meno di due decenni dopo la morte di Maometto. Questi testi hanno una forma molto simile al Corano attuale, il che sostiene la poca o nessuna alterazione del testo nel tempo.»

Dr Muhammad Isa Waley, Curatore capo per i manoscritti persiani e turchi presso la British Library, aggiunge: «[La scoperta] sembra lasciare aperta la possibilità che la redazione Uthmanica abbia avuto luogo prima di quanto si pensasse – o addirittura, è plausibile che queste pagine predatino il processo. In ogni caso, questa – insieme alla pura bellezza del contenuto e alla sorprendente chiarezza dello scritto Hijazi – è una notizia che fa gioire i cuori musulmani.»

Università di Birmingham

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