Il più antico caso di cancro al seno

Il team di due università spagnole ha scoperto quello che secondo le autorità egiziane sarebbe il più antico caso al mondo di cancro al seno. Le tracce sono state scoperte sullo scheletro di una donna adulta vissuta 4.200 anni fa, durante la VI dinastia (2345 – 2181 a.C.).

Il ministro delle antichità Mamdouh el-Damaty ha spiegato che le ossa della donna mostravano “uno straordinario deterioramento. Lo studio dei suoi resti mostra il tipico danno distruttivo provocato dall’estensione di un cancro al seno in una metastasi”.

Alejandro Jiménez e Miguel Botella presentano i risultati (Universidad de Granada)
Alejandro Jiménez e Miguel Botella presentano i risultati (Universidad de Granada)

(Universidad de Granada)
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Nonostante oggi sia una delle principali cause di morte, il cancro è praticamente assente nella documentazione archeologica, rispetto ad altre malattie. Per questo alcuni ritengono che i cancri siano attribuibili soprattutto ai moderni stili di vita e alla più lunga vecchiaia.

Tuttavia questa scoperta suggerisce che il cancro esistesse anche nella valle del Nilo nell’antichità. L’anno scorso, dei ricercatori britannici avevano trovato prove di un tumore metastatico su uno scheletro di 3.200 anni fa, in una tomba del moderno Sudan.

Il team antropologico dell’Università di Jaen ha detto che la donna era una aristocratica vissuta sull’isola di Elefantina, nel sud dell’Egitto. Al momento della morte avrebbe avuto tra i 30 e i 40 anni. I suoi resti erano stati scoperti nella necropoli di Qubbet el-Hawa, nella tomba QH33.

Miguel Botella, direttore del laboratorio di Antropologia dell’Università di Granada, ha spiegato: “lo scheletro ha lesioni dal cranio fino all’alluce del piede, sebbene ce ne siano un po’ di più dal bacino in su. Delle lesioni del genere non sono arrivate in un giorno di malattia metastatica. L’enorme decalcificazione rilevata e l’osteoporosi di cui soffriva, caratteristica di persone con poca attività fisica, indica che dovette rimanere immobile per molto tempo”.

(Universidad de Granada)
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Reuters

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