La Top ten delle scoperte archeologiche del 2021

(Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali)

La rivista americana Archaeology ha selezionato le dieci scoperte più interessanti del 2021. Dalla mappa dell’Età del Bronzo – forse la più antica d’Europa e del mondo – alle prime tracce degli uomini sul continente americano, dai Vichinghi ai Crociati, ecco alcune delle 10 scoperte più importanti dell’anno.

La città d’oro perduta – Aten, Egitto

Aten (KHALED DESOUKI/Getty Images)

Un insediamento sepolto sotto la sabbia per migliaia di anni è stato riportato alla luce dagli archeologi in Egitto. La squadra di Zahi Hawass stava cercando in verità il tempio funerario di Tutankhamon, quando si è imbattuta in un quartiere residenziale con muri di case ancora in piedi. Chiamato “L’Aten abbagliante”, il sito si trovava vicino al palazzo del faraone Amenhotep III (1391-1353 a.C.), dall’altra parte del fiume Nilo rispetto alla città e capitale di Tebe (oggi Luxor). Le iscrizioni geroglifiche indicano che la città era chiamata tehn Aten, o Aton “abbagliante”, e che fu fondata dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III (r. ca. 1390-1352 a.C.). Acclamata “città d’oro perduta”, non è tuttavia una città – che esisteva già ed era Tebe – non era esattamente perduta visto alcuni muri a zig zag erano già stati scoperti negli anni ’30 dai francesi Robichon e Varille a 100 mletri di distanza, e finora non ha prodotto alcun reperto d’oro: «La chiamo d’oro perché venne fondata durante l’età d’oro d’Egitto», ha dichiarato Hawass.

I primi “artisti” – Sorgenti di Quesang, Tibet

Impronte di mani e piedi (sinistra) e relative scansioni 3-D (destra)
(David Zhang)

La prima arte rupestre del mondo potrebbe essere stata realizzata da due bambini vissuti in Tibet tra i 226.000 e i 169.000 anni fa. I due, probabilmente Neanderthal o Denisova, hanno lasciato una serie di impronte di mani e piedi strettamente raggruppate su una roccia calcarea. Il travertino, che si accumula intorno alle sorgenti minerali, è inizialmente abbastanza morbido da trattenere le impronte. «Sono rimasto scioccato dalla datazione (fatta con la tecnica dell’uranio-torio)», dice il geologo Università di Guangzhou David Zhang. «Sono così antiche e non c’è alcuna utilità nel mettere insieme tali impronte. Furono impresse deliberatamente». Zhang riconosce che alcuni potrebbero considerarle semplici scarabocchi infantili piuttosto che vera arte. «Cos’è il gioco e cos’è l’arte?», si chiede. «Noi pensiamo che queste impronte siano entrambe le cose».

I primi cuoiai – Grotta dei contrabbandieri, Marocco

(Contrebandiers Project 2009)

Durante la classificazione di circa 12.000 frammenti ossei scavati nella grotta di Contrebandiers, vicino alla costa atlantica del Marocco, l’archeologa Emily Hallett dell’Istituto Max Planck, ha scoperto che 62 reperti, lisci e lucenti, furono intenzionalmente modellati da mani umane. Risalenti tra i 120.000 e i 90.000 anni fa, erano gli strumenti realizzati con costole di animali per lavorare cuoio e pelliccia. «Una volta che ottieni una pelle animale, ci sono molti passaggi per renderla elastica, liscia e pronta da indossare», ha detto Hallett. «Questi strumenti rimuovono i tessuti connettivi e i grassi dalla pelle senza perforarla e danneggiarla». Alcune delle pelli lavorate provenivano da volpi della sabbia, sciacalli dorati e gatti selvatici.

I primi americani – White Sands, Stati Uniti

(Dan Odess, Courtesy National Park Service)

Negli ultimi due decenni, gli archeologi hanno scoperto una serie di siti che mostrano l’arrivo degli uomini nelle Americhe già 16.000 anni fa. Ora, la datazione al radiocarbonio di materiale associato a impronte di piedi fossilizzate nel Parco nazionale di White Sands (Nuovo Messico) ha dimostrato la presenza umana nel Nord America già tra i 23.000 e i 21.000 anni fa. Furono lasciate principalmente da ragazzi e bambini lungo la riva fangosa di un lago ormai estinto. «Gli studiosi possono chiedersi se un manufatto in pietra o osso sia stato effettivamente creato dagli uomini», afferma Urban, «ma non c’è dubbio su chi abbia lasciato un’impronta umana».

Arte “animale” – Sito dei cammelli, Arabia saudita

Incisione di cammello (Courtesy Guillaume Charloux, French National Center for Scientific Research)

Un nuovo studio ha stabilito che dodici pannelli scolpiti sulle pareti rocciose in Arabia Saudita, raffiguranti cammelli e asini selvatici, sono i più antichi rilievi animali a grandezza naturale del mondo. Analizzando i segni dell’erosione, nonché datando al radiocarbonio i manufatti associati, i ricercatori hanno concluso che i rilievi risalgono alla metà del VI millennio a.C., circa 5.000 anni prima di quanto originariamente pensato. Durante il periodo neolitico (8000-3000 a.C. circa), l’Arabia settentrionale era molto più umida di adesso, e i nomadi allevavano pecore, bovini e capre e cacciavano un’abbondante fauna selvatica. L’archeologa Maria Guagnin dell’Istituto Max Planck spiega che il sito venne chiaramente utilizzato per secoli, e forse anche millenni, e nuovi rilievi venivano periodicamente aggiunti o quelli vecchi riscolpiti quando i dettagli iniziavano a sbiadire.

Mappa dell’Età del Bronzo – Leuhan, Francia

(© Denis Gliksman, INRAP)

Due ricercatori ritengono di aver identificato in Francia la più antica mappa mai trovata in Europa e forse anche nel mondo. Si tratta di una pesante lastra di pietra (1,5 tonnellate) scoperta nel 1900 a Saint-Bélec a Leuhan, in Bretagna. Faceva parte di un tumulo funerario dell’età del bronzo (1900-1640 a.C.). Non si era capito il significato delle incisioni, fino a quando gli archeologi Yvan Pailler e Clément Nicolas non hanno pensato a uno scopo cartografico. «Sovrapponendo le mappe topografiche della regione e il rilievo 3D della lastra, ci è sembrato ovvio», spiega Pailler. Con l’aiuto dei geografi, hanno stimato una corrispondenza dal 65 all’80%: «Un risultato superiore rispetto alle mappe mentali di popoli come i papuani o i tuareg», dice Nicolas. Il lavoro non è tuttavia finito, tanti elementi e tante forme che compaiono sulla lastra rimangono un mistero.

Confine dell’Urbe – Roma

(Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali)

Una pietra rara che un tempo delimitava il confine del recinto sacro dell’antica Roma è stata dissotterrata dagli operai che ristrutturavano il sistema fognario della città. Il blocco di calcare alto un metro e ottanta è stato trovato incastonato nel terreno dove era stato collocato quasi 2000 anni fa ed è uno dei soli 10 del suo genere mai scoperti. Il cippo era una delle dozzine installate in giro per la città per contrassegnare il pomerium, il limite sacro tra la città (urbs) e il territorio esterno (l’ager). Il pomerio venne periodicamente ampliato man mano che Roma cresceva: un’iscrizione sul cippo appena scoperto indica che fu eretto nel 49 d.C., quando l’imperatore Claudio ampliò significativamente i confini della città.

Quando i Vichinghi attraversarono l’Atlantico – Newfoundland, Canada

(Wolfgang Kaehler/Alamy Stock Photo)

Quando un insediamento a L’Anse aux Meadows, all’estremità settentrionale di Terranova, fu scavato per la prima volta negli anni ’60, lo stile dei suoi edifici rese evidente che erano stati costruiti da vichinghi arrivati ​​dalla Groenlandia nel X o XI secolo. Ma la data esatta del viaggio era materia di dibattito. Ora, una squadra di ricercatori guidata da Margot Kuitems dell’Università di Groninga ha utilizzato un nuovo metodo per determinarla. Nel 992 d.C. una rara tempesta solare aumentò significativamente la quantità di carbonio 14 radioattivo assorbito dagli alberi l’anno successivo. Identificando l’anello dell’albero contenente livelli elevati di radiocarbonio in ciascuno dei tre campioni di legno, hanno scoperto che gli alberi furono abbattuti nel 1021 d.C.

Fossa comune dei crociati – Sidone, Libano

(Courtesy Richard Mikulski)

Durante gli scavi vicino al castello di Saint Louis della città, è stata scoperta una sepoltura di massa contenente i resti di almeno 25 soldati uccisi durante la difesa di Sidone in mano ai cristiani. Gli archeologi hanno scoperto una fibbia della cintura di uno stile indossato dai crociati di lingua francese, nonché una moneta datata tra il 1245 e il 1250. Questi oggetti li hanno portati a concludere che gli uomini furono probabilmente uccisi durante un attacco del 1253 da parte di un esercito del Sultanato mamelucco. L’archeologo dell’Università di Bournemouth Richard Mikulski afferma che il gran numero di ferite al collo suggerisce che gli uomini siano stati uccisi da assalitori a cavallo con armi pesanti, forse durante la fuga.

Placca da schiavo – Stati Uniti

(College of Charleston)

Una placca indossata da uno schiavo è stata scoperta nel campus del College of Charleston, nella Carolina del Sud. Tali etichette, emesse dalla fine del XVIII secolo fino al 1865, recavano numeri di registrazione e identificavano gli schiavi coi loro mestieri, come falegname, fabbro, pescatore o domestico. Questa placca, numero di badge 731, risale al 1853 e riporta la parola “servo”. «Ciò che è insolito è che questo oggetto è stato trovato nel suo contesto – nei resti di una cucina della metà del XIX secolo – a differenza di molti altri esemplari ora nelle mani di collezionisti privati ​​che non hanno provenienza”, afferma l’archeologo R. Grant Gilmore III del College of Charleston.

Archaeology

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