
Uno scavo archeologico dell’Accademia delle scienze della Russia, nell’antico cimitero di Devitsa V in Russia, ha portato alla luce una placca d’argento che raffigura una divinità alata scita circondata da grifoni. È il primo ritrovamento del genere nella zona centrale del fiume Don. Lungo 34,7 centimetri e largo 7,5, questo eccezionale oggetto era fissato con piccoli chiodi d’argento a una base di legno che è andata perduta. Secondo i ricercatori, la figura alata altri non sarebbe che Argimpasa, la dea scita della fertilità e regina degli animali.

Un oggetto misterioso
Nella parte centrale è raffigurata la dea Argimpasa, simile alla più conosciuta dea Cibele. La parte superiore del suo corpo è spoglia e sulla sua testa c’è un copricapo, probabilmente una corona di corna o spine. Ai lati ci sono figure di grifoni alati dal corpo di leone e testa d’aquila. Raffigurazioni di questo tipo, in cui si mescolano le tradizioni dell’Asia Minore e dell’antica Grecia, si trovano spesso negli scavi dei tumuli sciti. Il lato sinistro è formato da due placche quadrate decorate con creature sincretiche, mentre al lato destro sono attaccate due fibbie rotonde dove vi è un personaggio antropomorfo con una corona sul capo circondato da due grifoni. Chi sono quei personaggi e cosa decorasse questa placca sono un mistero.
«Questa scoperta offre un contributo significativo alla nostra comprensione delle credenze religiose scite: da un lato, sono rappresentate diverse divinità sullo stesso oggetto e, dall’altro, è la prima volta che un oggetto che rappresenta divinità viene trovato così lontano dai principali centri della Scizia a Nord-Est», afferma con entusiasmo Valeriy Gulyaev, a capo della spedizione.
Il ritrovamento è stato effettuato nel luogo di sepoltura principale di questo vasto campo funerario, costituito da 19 kurgan (tipici tumuli della steppa pontica) su una collina sulla riva destra del fiume Devitsa. Questa tomba, all’epoca in legno, misura 7,5 x 5 metri e risale al IV secolo a.C. I tombaroli avevano già saccheggiato la parte centrale nell’antichità, compresi gli oggetti del defunto, un uomo di circa 40-49 anni. Tuttavia, in quel momento il tetto era già crollato ed è per questo che nella miscela di terra e resti di legname si sono conservati alcuni corredi funerari.

Reperti eccezionali
Infatti, oltre alla citata placca, sono stati rinvenuti reperti appartenenti alla “triade scita” (armi, bardatura equestre e gioielli con motivi animali). Vicino alla testa del defunto, gli archeologi hanno trovato numerose piccole placche d’oro emisferiche, che erano state cucite sul bordo del telo funerario. Accanto allo scheletro c’erano anche un coltello di ferro, una costola di cavallo (probabilmente un cibo cerimoniale per il viaggio nell’aldilà), una punta di lancia e tre punte di giavellotto. La lunghezza totale di queste ultime due armi è stata stimata rispettivamente in 3,2 e 2,2 metri.
Nell’angolo sud-est della tomba c’erano frammenti dei finimenti per i cavalli: morse per cavalli, fibbie per sottopancia, frontali di ferro, nonché pendenti in ferro, bronzo e osso. Gli archeologi hanno anche trovato sei placche di bronzo a forma di lupi con bocche che fanno smorfie: decoravano le briglie sopra le guance dei cavalli, due per ogni bardatura. Accanto ai finimenti vi era una mascella di giovane orso, a conferma dell’esistenza di un culto di questo animale presso gli Sciti del Medio Don. Infine sono stati scavati una coppa e un grande vaso invetriato di nero.

Devitsa V
Gli Sciti sono un gruppo di popoli indoeuropei, principalmente cavalieri nomadi, che dominarono la steppa che si estendeva dall’odierna Ucraina all’Asia centrale dall’VIII secolo a.C. al III secolo d.C. Il sito di Devitsa V, situato presso il villaggio omonimo nella regione di Voronež, è stato scoperto nel 2000, mentre dal 2010 si conducono scavi in modo sistematico. I 19 tumuli corrono lungo due catene parallele da Ovest a Est. Tuttavia, la parte più significativa è già scomparsa poiché l’area appartiene a un settore agricolo ed è già stata arata. Due anni fa è stata così fatta un’altra importante scoperta nel tumulo 9: la tomba di una “amazzone” e di una donna anziana che indossava un eccezionale copricapo da parata, un calathus (o polos).