
Un terremoto di magnitudo 5,4 ha colpito la capitale croata, Zagabria, domenica scorsa verso le 6 di mattina. Il sisma ha ferito 26 persone, tra cui un’adolescente che il giorno seguente è deceduta per le ferite riportate. Erano 140 anni che un terremoto di tale potenza non colpiva la città. La famosa Cattedrale di Zagabria e diverse istituzioni culturali, tra cui il Museo di Arti e Mestieri e il Museo Archeologico, hanno subito danni significativi.
Il terremoto è arrivato mentre la Croazia è in lotta per contenere la diffusione della malattia COVID-19. «Stiamo combattendo due nemici in questo momento», ha dichiarato a Reuters il Ministro degli Interni Davor Božinović. «Uno è invisibile e l’altro è imprevedibile». La cattedrale di Zagabria è l’edificio più alto della Croazia: le due grandi guglie raggiungono i 108 metri di altezza. Il terremoto di domenica 22 Marzo, tuttavia, ha fatto crollare la cima della torre meridionale sopra il Palazzo dell’Arcivescovado. La costruzione della cattedrale iniziò nel 1093 ma le guglie risalgono al 1906, quando l’architetto Hermann Bollé restaurò l’edificio in stile neogotico dopo il terremoto del 1880.

Altri edifici danneggiati sono 63 strutture educative, il parlamento e la maggior parte dei musei della città. Al Museo di Arti e Mestieri, per esempio, è crollato un soffitto e si sono rotte opere di vetro, e anche il Museo Mimara ha subito danni a muri e reperti. Al Museo archeologico sono stati riportati danneggiamenti alle collezioni romane, greche, egizie e preistoriche. Il terremoto ha complicato le misure di distanza sociale intraprese per contenere il coronavirus, dato che molti abitanti si sono radunati nelle strade. «Esistono regole per quando c’è un terremoto», ha detto Božinović. «Ma quando un terremoto avviene nello stesso momento di una pandemia globale, allora è una situazione molto più complessa».
Danni al Museo delle Arti e dei Mestieri:











Danni al Museo archeologico di Zagabria:










Sono veramente rattristata per ciò che è successo in questo momento già difficile e complicato.A tutto il popolo Croato va la mia solidarietà .
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Mi dispiace molto per la situazione che si è creata. E’ strano pensare che un terremoto abbia distrutto tutti questi oggetti in un lampo, mentre questi sono stati capaci di resistere fino ai giorni nostri per tanti millenni. Molte volte sottovalutiamo il patrimonio artistico e culturale che abbiamo. Immagino che da ora in poi la croazia adotti delle strutture antisismiche anche per i propri musei.
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La prima impressione è di commozione e di dispiacere.
Ma poi, lasciatemelo dire, monta anche un po’ di disappunto: possibile che l’esperienza di chi ti sta vicino non insegni mai niente? Possibile che i recenti casi italiani -personalmente ho ancora negli occhi quelli del sisma in Emilia 2012, ma ce ne sono altri- non inducano ovunque i responsabili di istituzioni museali, specie se allestite entro edifici a propria volta storici- ad assumere almeno alcune minime forme di cautela di fronte alla eventualità che prima o poi si verifichi un terremoto?
Capisco che grandi lavori ognuno ovunque le mondo si illuda sempre di poterli rimandare ancora e ancora un po’, ma almeno quel minimo di messa in sicurezza delle sovrastrutture dei coperti -che cedendo causano tipicamentre i danni più gravi- qualche minimo banalissimo espediente di stabilizzazione dei reperti entro le vetrine e ancora di più degli oggetti più grandi appoggiati alle pareti?
Evidentemente le esperienze locali vanno messe in circolazione molto di più di quanto abbiamo fatto finora.
E andrà anche trovato -appena l’altra emergenza, quella sanitaria, si sarà un po’ attenuata- il modo di concretizzare qualche forma di solidarietà anche su questi guai al patrimonio culturale.
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