
Nel 2011, un gruppo di archeologi polacchi aveva fatto una macabra scoperta nel villaggio polacco di Koszyce: quindici scheletri di donne, bambini e adolescenti, tutti uccisi da violenti colpi alla testa. Appartenevano alla cosiddetta cultura delle anfore globulari e vissero tra il 2880 e il 2776 a.C. Ora, otto anni dopo la scoperta, gli studi del DNA hanno rivelato che tutti (tranne una donna) facevano parte della stessa famiglia allargata.
Un omicidio di 5000 anni fa

La tragedia avvenne a cavallo tra il tardo Neolitico e l’Età del bronzo. Nonostante le morti brutali, i corpi erano stati sepolti con cura e in modo ordinato. Per scoprire le loro identità, un gruppo di genetisti diretti da Hannes Schroeder (Università di Copenhagen) ha sequenziato i genomi di tutti e 15 gli scheletri. Una volta chiaro che gli individui appartenevano a un’unica famiglia allargata composta da quattro nuclei – scrivono sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences – gli scienziati hanno esaminato le loro posizioni di sepoltura.
Si è così scoperto che le madri giacevano accanto ai loro figli e le donne adulte non erano legate l’una all’altra. La donna più anziana era con i suoi figli di 5 e 15 anni, mentre una donna di 30 era accanto ai suoi: una adolescente e uno di 5 anni. Degli otto uomini, quattro erano fratellastri ed erano l’uno accanto all’altro, gli altri erano invece parenti di secondo grado. Di tutti loro, solo una donna adulta non aveva rapporti di parentela con gli altri, ma si trovava accanto a un giovane, forse il suo compagno. Nel gruppo mancano misteriosamente i padri e gli altri parenti maschi più grandi.
Scontro tra civiltà?

Gli individui appartenevano alla cultura delle anfore globulari (3.400-2.088 a.C.), così chiamata per i particolari vasi di terracotta trovati nelle tombe. Abitavano l’Europa centrale, vicino alla più famosa cultura della ceramica cordata (2900-2350 a.C.). Poco si sa sulle interazioni tra questi due gruppi, ma alcuni ricercatori ipotizzano che l’espansione della cultura della ceramica cordata sia spesso sfociata nella violenza. E uno di quei conflitti potrebbe aver portato alla fossa comune di Koszyce.
La causa del massacro non è nota, ma l’assenza di uomini adulti ha fatto pensare che non fossero presenti quando l’attacco ebbe luogo. Forse stavano cacciando, stabilendo contatti con altri gruppi oppure erano fuggiti. Quando tornarono, furono probabilmente loro a inumare i loro parenti e a deporre preziose offerte funerarie: «Chi ha seppellito i morti, li conosceva bene», ha detto Morten Allentorf, co-autore dello studio. I corpi non avevano ferite né fratture a parte quelle sul cranio, furono giustiziate senza combattere. Ora conosciamo la parentela tra i defunti e come furono uccisi, ma chi perse la vita e perché, rimarrà per sempre un mistero.
