
Il ritrovamento di una rara sepoltura di cavalla dimostra l’importanza di questo animale nell’antica società kushita, il popolo che 3,000 anni fa abitava lungo la valle del Nilo in Nubia.
La cavalla era stata scoperta nel 2011 in una tomba piramidale di Tombos, una città fortificata dagli Egizi e che oggi si trova in Sudan. Un nuovo studio la ha datata al 949 a.C. circa, proprio quando il controllo dell’Egitto sulla Nubia veniva sostituito dal nascente Regno kushita di Napata.

La bioarcheologa Michele Buzon (Università di Purdue) e l’osteoarcheologa Sarah Schrader (Università di Leida) hanno determinato che si trattava di una cavalla, vissuta fino a 12-15 anni. Aveva ancora alcuni peli color castagna, ed era stata sepolta in un complesso funerario e avvolta con un sudario. «Era chiaro che la cavalla fosse stata sepolta intenzionalmente, è stata una scoperta molto emozionante», ha raccontato Buzon. «I resti di tessuto sugli zoccoli indicano la presenza di un sudario per la sepoltura. I segni sulle ossa e i pezzi di ferro di una briglia suggeriscono che il cavallo avesse trainato dei carri». La preziosa sepoltura dimostra l’importanza che rivestiva per il proprietario, mentre la briglia di ferro – nel X secolo un oggetto ancora raro e costoso – rivela il suo stato sociale elevato. È possibile che il cavallo fosse già diventato un simbolo di ricchezza e potere, e che nella società nubiana fosse più importante di quanto finora ritenuto. Buzon ha lavorato a Tombos per 18 anni insieme all’antropologo Stuart Tyson Smith, ma nei precedenti scavi non era stato trovato nulla di simile; i resti animali sono molto rari. Durante il Nuovo Regno, intorno al 1500 a.C., gli Egizi colonizzarono la Nubia allora occupata dal Regno di Kerma, col fine di accedere alle rotte commerciali sul fiume Nilo. Costruirono diverse fortezze militari, una delle quali a Tombos. La città potrebbe aver continuato il suo sviluppo anche dopo la fine del dominio egizio, avvenuto nel Terzo periodo intermedio d’Egitto (1050-728 a.C.).
La scoperta è avvenuta all’interno di una tipica tomba piramidale per le élite, un complesso di tombe sotterranee ma dotato di una cappella e una piramide in superficie. Le quattro camere funerarie contenevano i corpi di circa 200 persone e centinaia di ceramiche, utensili e oggetti decorativi. «Non ci aspettavamo di trovare un cavallo», ha detto Schrader. «Inizialmente non eravamo sicuri se fosse moderno oppure no. Poi però lo scavo ha portato alla luce un amuleto dello scarabeo, il sudario e la briglia di ferro; a quel punto ci siamo resi conto di quanto fosse significativa questa scoperta. Ovviamente ci siamo emozionati ancora di più quando la datazione del carbonio-14 ha confermato l’età del cavallo, tra il 1,005 e l’893 a.C. La cavalla visse fino all’età adulta, era stata trattata bene in vita. Era un animale importante per la popolazione di Tombos, visto che venne seppellito – un rito che di solito è riservato agli uomini. Inoltre, il fatto che uno dei primi pezzi di ferro dell’Africa sia stato trovato con una cavalla ribadisce quanto fosse speciale. È anche importante valutare il contesto: il fatto che sia stato sepolto a Tombos potrebbe indicare l’importanza di questa città nel periodo post-coloniale di Napata».


