Scoperta una porta-santuario della città biblica di Tel Lachish

(Israel Antiquities Authority)
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Secondo la Bibbia Ebraica, re Ezechia, 12′ re del regno di Giuda, era il figlio pio di un padre non religioso, re Acaz. Appena succeduto al trono, Ezechia condusse una battaglia contro l’idolatria, ordinando che tutti i falsi idoli – oggetti, animali o altre divinità che le persone veneravano – fossero distrutti.

Ora gli archeologi al lavoro nell’anticà città di Tel Lachih, in Israele, credono di aver scoperto delle prove di questa guerra: una porta-santuario a forma di torre, un importante luogo di incontro e di culto, venne incredibilmente dissacrata dal suo stesso re con una latrina.

Non solo: nei dintorni sono state rinvenute tracce della successiva conquista della città, nel corso della famosa guerra tra regno d’Assiria e regno di Giuda, conclusasi con l’assedio di Gerusalemme.

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A inizio anno, gli archeologi dell’Autorità Iraeliana per le Antichità (IAA) avevano cominciato gli scavi della porta a Tel Lachih. Una spedizione britannica-israeliana aveva già scoperto la parte settentrionale decenni fa, ma i nuovi scavi, da gennaio a marzo 2016, l’hanno portata completamente alla luce.

La porta consiste di sei camere, grandi circa 25 x 25 metri in totale. Su ogni lato si trovano tre camere, mentre la principale strada dell’antica città correva in mezzo. Sa’ar Ganor, direttore dello scavo, ha dichiarato: «La grandezza della porta è consistente con la conoscenza storica e archeologica in nostro possesso, Lachish era una grande città e una delle più importanti dopo Gerualemme».

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La porta a Tel Lachish è la più grande in Israele dell’epoca del Primo Tempio di Gerusalemme. Secondo il racconto biblico, la porta si sarebbe trovata proprio nel cuore delle più importanti attività della città. Persone di alto rango, tra cui re, governatori, giudici, anziani della città e altri ufficiali, si sarebbero seduti sulle panche quando si tenevano degli eventi. Gli archeologi hanno scoperto le panche – complete di braccioli – nel corso degli scavi, oltre a mestoli per i cereali, vasi e manici di vasi col sigillo “lmlk”, un segno di proprietà del re.

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Il racconto biblico

L’IAA dice che questi manufatti facevano probabilmente parte dei preparativi militari e amministrativi per la guerra contro re Sennacherib d’Assiria, che alla fine dell’VIII secolo a.C. invase il regno di Giuda, arrivando ad assediare Gerusalemme (poi ritiratosi in seguito al ricevimento di un forte pagamento). Ezechia aveva infatti provato infatti a guadagnare l’indipendenza dal regno di Assiria, rifiutandosi di pagare il tributo.

Altre prove del conflitto sono state trovate negli strati di macerie intorno alla porta, tra cui punte di freccia e pietre per fionde. La storia della conquista di Tel Lachish nel 701 a.C. da parte di Sennacherib è nota grazie alla documentazione archeologica e alla Bibbia, ma venne raccontata anche nei bassorilievi nel palazzo del conquistatore a Ninive.

Tuttavia, prima che l’esercito assiro distruggesse la porta-santuario, gli archeologi credono che essa fosse già stata profanata proprio da re Ezechia nella sua battaglia contro l’idolatria. Così racconta il secondo Libro dei Re:

Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Davide suo antenato. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbattè il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustan. Egli confidò nel Signore, Dio di Israele. Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra i suoi successori né fra i suoi predecessori. Attaccato al Signore, non se ne allontanò; osservò i decreti che il Signore aveva dati a Mosè. Il Signore fu con Ezechia e questi riuscì in tutte le iniziative. Egli si ribellò al re d’Assiria e non gli fu sottomesso. (II Libro dei Re, 18:3-7)

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Latrine dissacranti

Nel corso degli scavi, gli archeologi hanno trovato una grande stanza con una panca usata per le offerte. Nell’angolo vi era un’apertura che portava a una stanza con due altari con quattro corna, insieme a lampade di ceramica e scodelle. Cosa interessante, le corna sull’altare sembrano essere state spezzate intenzionalmente. Secondo Ganor, una tale distruzione è “probabilmente una prova della riforma religiosa attribuito a re Ezechia, quando tutto il culto religioso venne centralizzato a Gerusalemme mentre i luoghi di culto al di fuori della capitale vennero distrutti”.

Ma l’apparente profanazione del santuario si spinge oltre: nell’angolo del santuario è stato infatti trovato una latrina in pietra. La Bibbia Ebraica descrive altri casi di bagni costruiti nei luoghi di culto al fine di dissacrarli. Nel caso della precedente distruzione del culto di Ba’al in Samaria, ordinata da re Jehu, la Bibbia racconta:

Mentre [i fedeli di Baal] si accingevano a compiere sacrifici e olocausti, Jehu fece uscire ottanta suoi uomini con la minaccia: «Se qualcuno farà fuggire uno degli uomini che io oggi metto nelle vostre mani, pagherà con la sua vita la vita di lui». Quando ebbe finito di compiere l’olocausto, Ieu disse alle guardie e agli scudieri: «Entrate, uccideteli. Nessuno scappi». Le guardie e gli scudieri li passarono a fil di spada e li gettarono perfino nella cella del tempio di Baal. Penetrati in essa, portarono fuori il palo sacro del tempio di Baal e lo bruciarono. Fecero a pezzi la stele di Baal, demolirono il tempio di Baal e lo ridussero a latrina fino ad oggi. (II Libro dei Re, 10:24-27).

La porta-santuario a Tel Lachish segna la prima volta che gli archeologi trovano prove di una tale distruzione, al di fuori della narrazione biblica. Poiché i test di laboratorio suggeriscano che la “latrina” non venne mai usata, i ricercatori hanno concluso che probabilmente venne costruita solo per scopi simbolici. Dopo una tale profanazione, la porta-santuario venne sigillata, e così rimase fino alla distruzione dell’esercito di Sennacherib qualche anno dopo.

(Israel Antiquities Authority)
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