
Nel sito Maya di Palenque, in Messico, gli archeologi hanno scoperto un canale d’acqua sotterraneo costruito sotto il Tempio delle Iscrizioni, il monumento funebre che ospita l’antico re maya Pacal.
Secondo l’archeologo Arnoldo Gonzalez, la tomba e la piramide sarebbero state costruite di proposito sopra una fonte d’acqua, tra il 683 e il 702 d.C. Il tunnel portava acqua da sotto la camera funeraria fino all’ampia spianata davanti al tempio, dando quindi allo spirito di Pacal un cammino verso il mondo ultraterreno.

Un tunnel d’acqua
Il tunnel, che si collega a un altro, è fatto di pietra e misura circa 60 cm di larghezza e altezza.
Il direttore di archeologia dell’Istituto nazionale di antropologia e storia (INAH), Pedro Sanchez Nava, dice che la teoria di Gonzalez ha senso, alla luce delle scoperte effettuate presso altri siti precolombiani, come a Teotihuacan, dove era stato rinvenuto un altro tunnel d’acqua.
«In entrambi i casi era presente una corrente d’acqua», dice Sanchez Nava. «C’è un significato allegorico per l’acqua… dove il ciclo della vita comincia e finisce».
Lo scavo è cominciato nel 2012, quando i ricercatori si erano interessati alle anomalie sotterranee rilevate col georadar, sotto l’area di fronte ai gradini della piramide. Scavando in un punto hanno scoperto tre strati di pietra accuratamente disposti sopra il tunnel.
Gonzalez dice che lo stesso tipo di copertura a tre strati era stato trovato nel pavimento della tomba di Pacal, dentro la piramide.







Non sembrano esserci condotti o collegamenti tra la tomba e il tunnel, tuttavia il condotto non è stato ancora pienamente esplorato poiché troppo piccolo per entrarci. I ricercatori hanno dunque dovuto mandare un robot con videocamera per vederne l’interno.
Francisco Estrada-Belli, assistente universitario di archeologia all’Università di Boston (non coinvolto nello scavo), ha scritto: «Ritengo che costruire una tomba sopra un canale sia perfettamente in linea con la credenza che l’acqua e gli specchi d’acqua fossero degli ingressi verso il mondo ultraterreno. Diversi casi di templi (e tombe associate) sono noti per essere stati costruiti sopra grotte naturali che potevano contenere l’acqua o non».



Astronauti Maya
La tomba di Pacal è famosa poiché c’è chi sostiene che il coperchio del suo sarcofago ritragga il sovrano Maya seduto ai comandi di un’astronave.
Tuttavia Gonzalez spiega che le incisioni parlano di un dio che “guiderà i morti nell’aldilà, immergendoli nell’acqua cosicché possano essere ricevuti là». Pacal, in altre parole, non volò nello spazio, ma andò giù nella sorgente d’acqua sotterranea. «Non c’entra niente con le navi spaziali», dice Gonzalez.
Lo scrittore Erich von Daniken suggerì nel suo libro del 1968 (Chariots of the Gods?, “Gli extraterrestri torneranno”) che la posizione di Pacal sul sarcofago assomigli a quella degli astronauti, e che sembra essere seduto ai comandi di una macchina, dietro la quale escono delle fiamme.
Gli esperti sostengono invece che le presunte fiamme siano in verità delle rappresentazioni dell’ “Albero del mondo” o “Albero della vita”, le cui radici si credeva raggiungessero l’aldilà. L’opera è inoltre da guardare in posizione verticale, non orizzontale.



stupefacente
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Fantastico !
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E’ molto interessante.
Avevo più volte letto su libri e riviste che l’interpretazione degli archeo-ballisti sull’incisione della tomba di Pacal fosse errata, ma avevo appreso che le fiamme fossero quelle degli inferi, la qualcosa mi aveva meravigliato, perché era spiegazione più consona alla cultura mediterranea che a quella Maya.
Con la scoperta del canale, l’interpretazione di radici ma anche di flutti acquei, pur sempre appartenenti al mondo sotterraneo, mi pare molto più calzante.
La tomba, però è conosciuta come quella dell’astronauta, e sarà sempre così, e i turisti vorranno sempre vederla per giudicare essi stessi. In un museo degli Stati Uniti c’è una mappa del Vinland falsa, assolutamente falsa, ma tanti turisti si recano in questo museo per vederla. I libri più letti al mondo sull’America precolombiana sono i due di William Prescott, dignitoso scrittore (la lettura della sua opera mi entusiasmò tanti anni fa), ma autore non certo affidabile come Eduardo Moctzuma o Nigel Davies o tanti altri archeologi che il grande pubblico neanche conosce. Potrei continuare così per un bel po’.
Purtroppo agli autori esperti di Storia e di Archeologia, senza inventarsi bufale, manca quella capacità di suscitare interesse nel lettore che passa anche, a volte, per il sapere scrivere. Forse, gli esperti dovrebbero riflettere su quanto sia importante la divulgazione, corretta, ma anche comprensibile.
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