
In Egitto, sono state scoperte due nicche contenenti sei statue tagliate nella roccia grazie a una missione archeologica dell’Università svedese di Lund.
Una scoperta importante poiché il sito di Gebel el Silsila, noto all’epoca come Khenu, era stato completamente ricoperto di sabbia e rocce sin da quando era stata colpita da un terremoto già nell’antichità.
Le scoperte sono state effettuate nonostante l’egittologo argentino Ricardo Caminos avesse descritto una delle nicche come “completamente distrutta”.
Mahmoud Afifi, a capo del Dipartimento delle Antichità dell’Antico Egitto, ha dichiarato ad Ahram Online che la prima nicchia è stata trovata alla fine della cosiddetta cappella 30, e contiene le statue del proprietario della cappella e di sua moglie su una sedia. L’uomo veste una parrucca fino alla spalla, con braccia incrociate sul petto come Osiride. La donna tocca la spalla del marito col braccio sinistro, mentre l’altra mano è sul ventre.


La seconda nicchia, dice Afifi, si trovava nella cappella 31 e include quattro statue. La prima raffigura il proprietario della cappella Neferkhewe, colui che era il ‘Responsabile delle Terre Straniere’ durante il regno di Thutmose III. La seconda statua è di sua moglie Ruwisti, mentre la terza e la quarta sono suo figlio e sua figlia.



La missione svedese lavora alle 32 cappelle di Gebel el Silsila (lett. “Monte della catena”) dal 2012. L’area venne usata come cava di arenaria sin dalla XVIII dinastia fino all’epoca greco-romana.
