Tornano a fiorire gli orti e i giardini della Roma antica al Palatino

(MiBAC)

Nel cuore di Roma antica sono stati ricreati i giardini dei palazzi imperiali, da Augusto ai Farnese. Nasce così “Orti e giardini. Il cuore di Roma antica”, una iniziativa della soprintendenza archeologica di Roma, dal 6 maggio al 14 ottobre, si sviluppa in otto stazioni sul Palatino: dal giardino della Casa di Augusto per proseguire con i fiori azzurri nel Ninfeo ovale, gli Orti e giardini nelle stampe antiche in mostra alla Casina Farnese.

E ancora: le piante e il vetro per imitare l’acqua della fontana ottagonale; le petunie e la plumbago nei ninfei della Domus Augustana; le verbene dello Stadio di Domiziano; le essenze del Vivaio Farnesiano; il giardino di rose antiche negli Orti Farnesiani.

Un’aiuola che riproduce lo scudo delle amazzoni (corriere.it)
Una riproduzione con fiori e vetro delle antiche fontane (corriere.it)

Sono state piantate migliaia di rose, pervinche, plumbago, petunie, narcisi, cotogne, viburni ed altro ancora. Numerose testimonianze letterarie e alcune iconografiche hanno consentito di riprodurre i giardini di età imperiale, sebbene non sia possibile conoscere con esattezza quali fossero le specie effettivamente coltivate nei vasti peristili, anche per l’impossibilità di condurre indagini scientifiche per le vicende che hanno caratterizzato i luoghi nel corso dei secoli.

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Roseto del giardino di Boni (corriere.it)
Uno scorcio del labirinto del giardino di Boni (corriere.it)

Per questo motivo è stata dedicata particolare attenzione ai ninfei presenti sul Palatino dei quali restano i confini ben definiti. Per restituire l’immagine di un ninfeo, ferma restante la forma, si è pensato di richiamarne le due componenti fondamentali: il marmo e l’acqua. Per quanto concerne gli Orti Farnesiani, nell’area che la tradizione vuole vi fosse il vivaio vengono proposte in vivo le piante raffigurate nelle tavole seicentesche dell’Aldini e del Ferrari.

Piante oggi a noi notissime come la Yucca, la Passiflora, l’Agave, la Mimosa furono introdotte in Europa per la prima volta dalle Americhe proprio negli ”Orti Farnesiani”, e con esse i pomodori, i peperoni e i peperoncini, il tabacco e il fico d’ India, per citare solo quelle più note, che hanno contribuito a modificare abitudini alimentari e paesaggio.

La genesi e la ricchezza degli Orti Farnesiani vengono invece narrate attraverso un’esposizione di stampe riunite nella Casina Farnese, riaperta al pubblico in questa occasione. Nel peristilio della Casa di Augusto viene riproposto in scala 1:1 il giardino dell’affresco della Villa di Livia, conservato nel Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo.

Lo stadio di Augusto (corriere.it)

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