Il mosaico di Alessandro Magno

Il mosaico di Alessandro Magno (Magrippa-wiki)

I tipi di logoramento di questo celebre mosaico hanno permesso di ricostruire come gli antichi romani potrebbero aver visitato l’opera d’arte.

Trovato nel 1831 a Pompei, il mosaico di Alessandro (ora in mostra al Museo archeologico nazionale di Napoli) misura 3.2 m x 5.5 m. Venne prodotto intorno al 100 a.C. con circa 4 milioni di tesserae (i piccoli tasselli).

L’opera, creata con la tecnica dell’opus vermiculatum (tessere molto piccole e disposte secondo i contorni delle figure), una volta decorava il pavimento di una stanza della “Casa del Fauno” – una delle residenze più grandi di Pompei.

Raffigura la scena di una battaglia tra Alessandro Magno e il re persiano Dario III.

Martin Beckmann, dell’University of Western Ontario, Canada, dice a Discovery: “Sebbene ci siano divergenze su quale battaglia venga precisamente raffigurata [se la battaglia di Isso nel 333 a.C. o quella di Gaugamela nel 331 a.C.] conosciamo molte cose sul mosaico. Per esempio, è accettato da tutti [che il mosaico sia] una copia di un famoso dipinto ellenistico eseguito verso il 300 a.C.”.

“Ciò che è meno conosciuto è il ruolo del mosaico come superficie di un pavimento in una casa italiana. In questo ruolo, [il mosaico] ha le capacità per fornire le prove dei gusti, interessi e desideri dei ricchi Romani durante la tarda Repubblica”.

Alessandro Magno (Martin Beckmann)

Nel suo studio, presentato all’annuale meeting dell’Archaeological Institute of America ad Anaheim, California, Beckmann ha guardato ad alcune grandi aree del mosaico interamente distrutte.

Queste aree vennero ricoperte nell’antichità con della malta e oggi sono nella stessa condizione di quando vennero scoperte.

Beckmann ha identificato quattro principali tipi di logoramento: una grande area a forma di mezzaluna intorno al ritratto di Alessandro, due rattoppi nella porzione superiore del mosaico e altri due in quella inferiore.

“I rattoppi fondamentalmtente ci mostrano il mosaico attraverso gli occhi Romani, e ci dicono cosa interessasse all’antico spettatore. Sebbene Dario sia la figura più in vista nel mosaico, i Romani erano molto più interessati ad Alessandro”.

“Erano anche apparentemente affascinati dalla condizione dei due persiani schiacciati sotto il cocchio di Dario, specialmente quello che è mostrato col suo viso distolto dalla [visuale dello] spettatore ma riflesso in uno scudo – un abile trucco artistico”.

(Martin Beckmann)
(Martin Beckmann)

“Ci sono chiare prove di molteplici antiche riparazioni in queste aree danneggiate. I restauri più recenti hanno riempito i buchi con la malta, mentre riparazioni più antiche usavano tesserae“.

Secondo Beckmann, le riparazioni indicano che il mosaico fosse stato danneggiato dal troppo utilizzo – spesso, esattamente nelle stesse aree.

“Nel tempo, persino dei passi attenti avrebbero staccato le piccolissime tesserae di pietra dai loro deboli fissaggi nella malta del [supporto] del mosaico. Almeno una volta, vennero tentate riparazioni sostanziali, ma, chiaramente dal I secolo d.C., queste vennero sostituite da semplici rattoppi di malta”.

Beckmann ipotizza addirittura il percorso che avrebbero compiuto gli antichi ospiti per ammirare il mosaico:

(Martin Beckmann)

Il tour sarebbe cominciato con Dario e i persiani: il padrone di casa sopra al grande re (punto 1), mentre gli ospiti avrebbero potuto guardare l’intera scena dalla parte inferiore concentrandosi sui due persiani a terra (punto a e b).

Successivamente ci si sarebbe spostati a sinistra: il “presentatore” sopra alla scena composta da Alessandro che infilza un persiano (punto 2); gli ospiti in semicerchio per vedere lui e Alessandro, attenti a non calpestare né questi né il suo cavallo (punti c).

Fonte: Discovery News

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3 pensieri su “Il mosaico di Alessandro Magno

  1. il mosaico più importante del mondo avrebbe avuto bisogno di un restauro adeguato, purtroppo è andata così…comunque sarebbe interessante riprodurlo interamente, anche delle parti danneggiate, per far rivivere la scena dell’attacco macedone.

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