10 grandi scoperte subacquee

Archaeology ha selezionato alcune delle scoperte più emozionanti e sorprendenti dell’archeologia subacquea (nota: Archaeology propone anche 2 navi della guerra civile americana che non rientrano nei periodi trattati in questo sito). Eccole:

Siti sommersi

Il fiume Aucilla, Florida

Una zanna di mammut recuperata nel fiume (Andy Hemmings)
Una zanna di mammut recuperata nel fiume (Andy Hemmings)

Finora sono ben 75 i siti paleoindiani trovati in queste acque. Oltre ai numerosi resti umani sono importanti anche quelli animali, utili a comprendere l’evoluzione delle specie durante il radicale cambiamento climatico alla fine del Pleistocene.

Lo stagno di Windover, Florida

Lo stagno di Windover (Glenn Doran)
Lo stagno di Windover (Glenn Doran)

La costruzione di una strada ha fatto casualmente scoprire un cimitero di più di 167 persone. Le sepolture, preservate nella torba, sono dell’inizio del periodo arcaico americano e vanno dai 6900 agli 8100 anni fa. La complessità dei tessuti (i più antichi d’America) che avvolgevano i defunti indicano l’esistenza di telai.

Atlit-Yam, Israele

Vista aerea di Atlit-Yam (Wikicommons/Digital Media Center of the University of Haifa)
Vista aerea di Atlit-Yam (Wikicommons/Digital Media Center of the University of Haifa)

Datato al 6900 a.C., questo insediamento neolitico preceramico copriva più di 15 acri, ora di fronte alla costa d’Israele.

Numerosi i ritrovamenti: case rettangolari e buche verosimilmente usate come pozzi; un muro spesso 2 metri che affiancava un antico fiume – probabilmente un argine; una serie di 7 pietre verticali intorno alla fonte d’acqua dolce, indizio di una qualche forma di culto; 15 scheletri completi con segni di tubercolosi; e tracce di addomesticazione e pesca.

Port Royal, Giamaica

Resti di una costruzione di Port Royal (Donny L. Hamilton)
Resti di una costruzione di Port Royal (Donny L. Hamilton)

Forse più conosciuta per le leggende dei suoi pirati, Port Royal offre una testimonianza senza paragoni sulla vita quotidiana di una fiorente colonia del 17′ secolo. La sua locazione centrale la rese il più importante centro inglese dei Caraibi fino a quando il 7 giugno 1692 un terremoto portò sott’acqua più di 2/3 della città.

La zona è oggi un ricco centro di scavi: infatti le strutture lontane dal porto affondarono verticalmente, preservando resti e manufatti.

Relitti dell’Età del bronzo

Capo Gelidonya, Turchia

Frammenti dello scafo del relitto di Capo Gelidonya (Institute of Nautical Archaeology)
Frammenti dello scafo del relitto di Capo Gelidonya (Institute of Nautical Archaeology)

Gli scavi subacquei sulla nave da carico del 1200 a.C. circa (nella Tarda età del bronzo) compiuti nel 1960 a Capo Gelidonya furono i primi scientifici al mondo.

La nave era Fenicia, e conteneva lingotti di rame e stagno, oltre agli oggetti personali dell’equipaggio provenienti da Egitto, Siria e Cipro. Ai tempi della scoperta, si credeva che i Micenei dominassero i commerci marittimi e che i Fenici non vi si intromisero fino all’Età del ferro.

Uluburun, Turchia

Una fila di lingotti di rame nel sito di Uluburun (Institute of Nautical Archaeology)
Una fila di lingotti di rame nel sito di Uluburun (Institute of Nautical Archaeology)

Vicino alla città di Kaş è stata scoperta la nave con la più grande e ricca collezione di manufatti della Tarda Età del bronzo. Risale al 1306 a.C e il carico includeva tronchi d’ebano, avorio di zanne d’ippopotamo, migliaia di perline di ambra e quarzo, vetro al colore di lavanda, una statuetta in bronzo e oro di una dea protettiva e lingotti di rame e stagno.

La nave partì probabilmente da Cipro e trasportava manufatti egizi, cananei, micenei e ciprioti, tra cui un esempio di tavoletta in legno per la scrittura.

Conflitti medievali sul mare

Roskilde, Danimarca

Skuldelev II, una delle navi affondate nel fiordo di Roskilde (Casiopeia)
Skuldelev II, una delle navi affondate nel fiordo di Roskilde (Casiopeia)

Intorno al 1070, i Danesi fortificarono la loro capitale Roskilde per difendersi dai nemici norvegesi. Affondarono così cinque delle loro navi per creare un blocco subacqueo nel fiordo di Roskilde, vicino alla città di Skuldelev.

Nel 1962 sono state recuperate le navi: due da guerra, due mercantili e una per la caccia.

La flotta di Kublai Khan, Giappone

Una leggendaria nave di Kublai Khan e le tetsuhau (KOSUWA)
Una leggendaria nave di Kublai Khan e le tetsuhau (KOSUWA)

Secondo la leggenda, nel 1281 Kublai Khan (nipote di Gengis Khan) preparò una flotta di 4400 navi e 100000 uomini per soggiogare il Giappone dopo il fallimento di due anni prima. Di fronte ad un nemico apparentemente indistruttibile, l’imperatore giapponese pregò per un aiuto degli dei. Fu così che la flotta intera venne distrutta nella notte da un vento divino: il kamikaze.

Gli scavi al largo dell’isola di Takashima, nella baia di Imari, hanno permettesso di separare meglio i fatti dalla leggenda, recuperando i resti di una nave piena di un’incredibile quantità di manufatti, tra cui le famose bombe di ceramica (tetsuhau). Oggi si stima che la flotta contasse centinaia di navi costruite frettolosamente e che le truppe fossero principalmente cinesi.

Mary Rose, Inghilterra

Rappresentazione della Mary Rose sull'Anthony Roll (Wikicommons)
Rappresentazione della Mary Rose sull'Anthony Roll (Wikicommons)

I resti della nave ammiraglia di Enrico VIII, la Mary Rose, vennero scoperti nel 1967; al suo interno erano conservati più di 2000 manufatti. Questa caracca (o nao) era rivoluzionaria nel suo armamento e anticipò caratteristiche del vascello del 17′ secolo.

Attualmente è l’unica nave da guerra del 16′ secolo ad essere in mostra in tutto il mondo.

Vasa, Svezia

Il galeone Vasa (Wikicommons/Georg Dembowsk-Andy Carvin)
Il galeone Vasa (Wikicommons/Georg Dembowsk-Andy Carvin)

Costruita nel 1626 sotto il re svedese Gustavo II Adolfo, l’enorme galeone doveva avere sia una funzione politica, sia una militare. Ma sfortunatamente per il re, venne costruita frettolosamente e sbilanciata. Naufragò pochi minuti dopo il viaggio inaugurale.

Ma fortunatamente per gli archeologi si preservò benissimo, e oggi è possibile visitare a Stoccolma la Vasa restaurata, le migliaia di manufatti e le 700 sculture decorative.

ps: causa problemi tecnici, le notizie riprenderanno domenica 18

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