Una falera d’argento nel forte romano di Vindolanda

Le phalerae erano delle prestigiose decorazioni che alcuni soldati romani potevano sfoggiare sul petto. Erano dei dischi di metalli preziosi, e uno di questi è stato rinvenuto nel sito di Vindolanda, ai confini settentrionali dell’impero romano. Raffigura la testa di Medusa con serpenti come capelli e delle ali.

La scoperta della falera

Gli scavi hanno scoperto la gorgone alata lo scorso 6 giugno nel sito archeologico inglese di Vindolanda, un forte ausiliario romano costruito alla fine del I secolo, pochi decenni prima dell’edificazione del Vallo di Adriano nel 122 d.C. per difendere l’impero contro i Pitti. Gli archeologi del The Vindolanda Trust, l’organizzazione che guida gli scavi, l’hanno trovata nel pavimento di una caserma dell’epoca di Adriano (117-138).

La falera d’argento (©The Vindolanda Trust)

Il mito di Medusa

Medusa è nota per avere serpenti come capelli e la capacità di trasformare le persone in pietra con un semplice sguardo. Nella versione più famosa, l’eroe greco Perseo la decapita mentre dorme, e usa lo scudo lucido di Atena per guardarla indirettamente e non venire pietrificato. «Dai tempi dei Greci in poi, [Medusa] è una potente figura apotropaica per scongiurare [eventi spiacevoli]», ha detto John Pollini, professore di storia dell’arte e archeologia greca e romana presso l’University of Southern California (non coinvolto nel ritrovamento). La testa di Medusa è visibile su tombe, mosaici e armature da battaglia, come per esempio quella di Alessandro Magno nel famoso mosaico di Pompei. Compare anche su altre falere di epoca romana, ma i dettagli variano. In quella di Vindolanda ha le ali in testa ma – dice Pollini – a volte non le ha: «Probabilmente indicano la capacità di volare, un po’ come le ali sull’elmo del dio romano Mercurio».

Un oggetto raro

Poiché le falere premiavano il valore in battaglia, i militari le attaccavano alle cinghie e le indossavano alle parate. «Non se ne sono conservate molte perché erano di un metallo prezioso», ha dichiarato Pollini. «La maggior parte di loro finì probabilmente fusa». Molte falere sono state trovate nelle sepolture, ma questa sembra essere stata perduta. «Non era qualcosa da buttare via», ha detto il professore. Il manufatto è in fase di restauro e farà parte di una mostra nel 2024.

(©The Vindolanda Trust)
(©The Vindolanda Trust)

The Vindolanda Trust

Live Science

Pochi anni fa, a Vindolanda era stata scoperta una mano di bronzo votiva attribuita al dio Giove Dolicheno.

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