
In Israele, vicino alla città di Harish, gli archeologi stanno scavando un insediamento urbano della Prima Età del Bronzo. Individuato per la prima volta negli anni ’50, era stato scavato su piccola scala nei decenni successivi. Solo oggi En Esur mostra la sua grandezza: alla fine del IV millennio a.C. era uno dei maggiori centri della regione cananea.

Un centro di media grandezza
Gli attuali scavi sono cominciati nel 2017, sotto la direzione degli archeologi Itai Elad, Dina Shalem e Yitzhak Paz. Si era capita l’importanza del sito, ma non si era sicuri della sua grandezza. L’occasione è arrivata grazie alle ricerche dovute prima della costruzione di una strada. Conosciuto come En Esur, l’insediamento di 5.000 anni fa misura 0,65 km², “due o tre volte più grande dei maggiori siti della Prima Età del Bronzo in questa regione», ha dichiarato l’archeologo Paz. Si trovava al crocevia di due antiche rotte commerciali, con terreno fertile e due sorgenti d’acqua. Ospitava circa 5-6000 abitanti, il che non era molto rispetto alle città d’Egitto e Mesopotamia, ma era comunque grande per la regione del Levante meridionale – per esempio più di Gerico, dice Paz.
La struttura del sito
En Esur era stata pianificata con cura, con aree pubbliche e residenziali, siti di stoccaggio e una rete stradale. La città era protetta da un muro di fortificazione e fuori vi era un cimitero con tombe di varie dimensioni, segno di una stratificazione sociale. Sono state trovate ceramiche provenienti dall’Egitto e dalla Valle del Giordano, indice di commerci con paesi lontani. «Ci sono tutti gli elementi dei primi insediamenti urbanizzati», dice l’archeologo Itai Elad. Tra le scoperte principali c’è un edificio monumentale – forse un tempio o un santuario – nel cui cortile vi era un enorme bacino di pietra. All’interno del presunto tempio è stata scavata una struttura con statuette e ossa animali bruciate per i sacrifici. Le foto del sito mostrano numerose piccole sculture in pietra di animali, oltre a un volto umano e un sigillo. Secondo gli archeologi, una città del genere non avrebbe potuto svilupparsi senza un’amministrazione centrale. La cava più vicina si trova a circa un km di distanza. La città è interessante anche perché si trova sopra a un insediamento ancora più antico, un centro di 7.000 anni fa del periodo calcolitico, tra il Neolitico e l’Età del Bronzo.


Una “proto-città”?
È sempre delicato parlare di città in questi casi, ad ogni modo En Esur mostra segni di sviluppo quali spazi pubblici e privati, un edificio monumentale e un sito di sepoltura. «Non c’è dubbio che questo sito cambi radicalmente ciò che sappiamo dell’inizio dell’urbanizzazione in Israele», dice Paz. «Pensavamo che fosse cominciata da qualche parte alla fine del IV millennio, ma forse è iniziata prima». La compagnia Netivei Israel costruirà la strada sopra il sito, che dunque dovrà essere risepolto. «Il paese è piccolo e affollato», dice Dina Shalem. «Abbiamo molti siti archeologici e anche una popolazione in crescita. Dobbiamo trovare un equilibrio». I manufatti e le strutture architettoniche di En Esur sono stati fotografati e convertiti in 3D, in modo da consentire agli archeologi di studiare il sito anche in futuro. La città venne abbandonata misteriosamente al suo apice. Dice Paz: «Alcune ricerche ipotizzano che una serie di inondazioni avesse colpito tutta la pianura costiera. È possibile che il sito sia stato allagato e che le paludi abbiano reso la vita insostenibile». Ma non c’è una risposta certa, non ci sono segni di distruzione violenta o di un disastro naturale improvviso. «Dobbiamo ancora capire le ragioni dell’abbandono».









Bellissimo articolo.
Peccato che la città venga di nuovo sepolta per lasciar spazio a una strada.
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Sempre interessante ogni scoperta ricreano quel mosaico dell antica storia umana che si riaccende di vita eterna.
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