
Un toro selvatico, una pecora crinita e motivi a forma di S sono stati scoperti su due mummie egizie nel British Museum, a Londra. Mai notati finora, i corpi dei cosiddetti Uomo e Donna di Gebelein conservano i tatuaggi figurativi più antichi del mondo. Vissero nell’Egitto predinastico, tra il 3351 e il 3017 a.C., più o meno contemporanei del famoso Ötzi.
«Dopo oltre 5.000 anni, le due mummie di Gebelein spingono indietro di un millennio le prime prove del tatuaggio in Africa», dice Daniel Antoine, uno degli autori principali della ricerca e curatore del Dipartimento di Bioarcheologia del British Museum. I risultati, pubblicati sul Journal of Archaeological Science, riguardano un uomo e una donna vissuti durante il periodo predinastico dell’Egitto, prima ancora dell’unificazione del paese da parte del primo faraone nel 3100 a.C. La mummia maschile, conosciuta come ‘Ginger’, è una delle meglio conservate al mondo, ed è esposta quasi ininterrottamente dalla sua scoperta nel 1901. L’uomo è famoso perché aveva i capelli rossi e, secondo una ricerca del 2012, probabilmente venne assassinato con una pugnalata alla schiena all’età di 18-21 anni. Quello che finora non era stato esaminato erano però alcune indistinte macchie scure sul braccio destro: le immagini a infrarosso hanno rivelato dei tatuaggi di un toro e di una pecora crinita, probabilmente fatti con la fuliggine. È possibile che siano stati disegnati in quanto simboli di forza e potere.
Prima di questa scoperta, gli archeologi ritenevano che all’epoca tali tatuaggi fossero limitati alle donne. Secondo gli studiosi avrebbero denotato status, coraggio e conoscenze magiche. Sulla mummia femminile, conosciuta come ‘Donna di Gebelein’, vi erano quattro piccoli motivi a forma di S, più difficili da interpretare. Potevano essere stanghette storte oppure degli oggetti utilizzati nella danza rituale. I tatuaggi facevano parte di molte culture antiche: tra gli esempi più antichi ci sono quelli geometrici (punti e linee) sulla mummia di Ötzi il quale, avendo vissuto tra il 3370 e il 3100, era loro contemporaneo. Antoine ha detto che l’uso della scansione CT, della datazione al radiocarbonio e delle immagini termiche a infrarossi “hanno trasformato la nostra comprensione delle mummie di Gebelein. Solo ora stiamo ottenendo nuove informazioni sulla vita di questi individui straordinariamente preservati». I due furono sepolti in tombe poco profonde senza alcuna preparazione speciale, ma i loro corpi si sono conservati naturalmente grazie al calore, alla salinità e all’aridità del deserto.
L’uomo di Gebelein:


La donna di Gebelein:



