I primi esseri umani sulla costa dell’Australia

(University of Western Australia)

Il più antico sito umano sulla costa australiana è stato scoperto in una remota grotta dell’Australia occidentale, portando l’inizio dell’occupazione aborigena tra i 46.200 e i 51.100 anni fa.

Nella grotta di Boodie, sull’isola di Barrow, gli archeologi hanno scavato ossa animali, conchiglie e utensili di pietra.

Situata a 60 chilometri dalla costa di Pilbara, l’isola di Barrow venne separata dalla terraferma circa 6.800 anni fa a causa dell’aumento del livello dell’oceano.

(University of Western Australia)

«Questo ritrovamento spinge indietro nel tempo la prima occupazione umana, che in precedenza era stata più prudentemente datata a 47.000 anni fa. Tuttavia sono del tutto plausibili delle datazioni ancora più antiche», ha dichiarato l’archeologo a capo della ricerca Peter Veth (Università dell’Australia Occidentale).

L’archeologa Tiina Manne (University of Queensland) spiega l’eccezionalità del sito: «La maggior parte dei siti archeologici del nord non ha resti di cibo dato che non sopravvivono alle rigide condizioni tropicali. I resti animali dell’isola di Barrow ci hanno fornito un incredibile archivio sul cambiamento climatico locale per un lungo periodo di tempo, oltre a dettagli sull’adattamento dell’uomo a un nuovo e mutevole paesaggio arido».

La squadra ha lavorato con quattro laboratori internazionali per datare i depositi organici. Il professor Veth ha spiegato che si tratta del sito australiano che ha fornito la più lunga sequenza di resti alimentari: «La grotta venne utilizzata prevalentemente come riparo per la caccia tra i 50.000 e i 30.000 anni fa circa, prima di diventare un luogo abitato da gruppi di famiglie a partire dai 10.000 anni fa. Venne abbandonata circa 7.000 anni fa quando l’aumento del livello del mare la separò definitivamente dalla terraferma. La nostra ricerca ha fornito le prime testimonianze della vita costiera in Australia. I primi colonizzatori dell’ormai sommerso North West Shelf non tornarono indietro via mare né rimasero confinati alla costa, ma si adattarono rapidamente ai grandi deserti dell’Australia del Nord Ovest».

(University of Western Australia)
(University of Western Australia)

Pubblicata sul Quarternary Science Review, la ricerca è stata condotta dall’Università dell’Australia Occidentale con il supporto delle corporazioni aborigene di Buurabalayji Thalanyji e Kuruma Marthudunera e di ricercatori provenienti da altre università.

(University of Western Australia)
(University of Western Australia)
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Primi uomini in Australia era glaciale
Quand’è che l’uomo moderno, l’Homo Sapiens, arrivò nella lontana Australia? Le prove archeologiche confermano una datazione di almeno 50 o 60.000 anni fa, ma alcuni studi più controversi spingono questo momento molto, molto più indietro nel tempo. Ad ogni modo, all’epoca dell’ultima glaciazione, i livelli dei mari erano più bassi di oltre 100 metri rispetto a oggi: la terra univa dunque Sumatra, Giava e il Borneo (formando la piattaforma della Sonda), e l’Australia con la Tasmania e la Nuova Guinea (la piattaforma di Sahul). Per l’uomo fu così più facile migrare fino all’Australia, ma anche in queste condizioni avrebbe avuto bisogno di imbarcazioni per attraversare gli stretti di mare, il che fa sorgere un’altra, fondamentale domanda: Quand’è che l’uomo imparò a navigare?

Università dell’Australia occidentale

Quarternary Science Review

Australian Nuclear Science and Technology Organisation

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