Durante gli scontri tra esercito e manifestanti in Egitto, migliaia di antichi manoscritti sono stati bruciati nell’incendio nell’istituto fondato da Napoleone.
Ora a rischio di crollo, il complesso ha preso fuoco durante gli scontri tra esercito e manifestanti di sabato 17 dicembre nei pressi di Piazza Tahrir.
Fondato da Napoleone nel 1798, l’Institut d’Égypte è dedicato al progresso scientifico e ospitava circa 200.000 documenti, alcuni risalenti anche al 1500. “È uno shock enorme. È un edificio splendido e ci sono alcuni manoscritti antichi e materiali stampati davvero importanti contenuti lì dentro”, ha detto l’egittologo dell’UCLA Willeke Wendrich.


L’ultima tornata di scontri è scoppiata nella capitale egiziana il 16 dicembre dopo che i manifestanti hanno accusato l’esercito di aver attaccato uno di loro durante un sit-in. I manifestanti sono accampati fin dalla fine di novembre per evitare l’insediamento del primo ministro Kamal al-Ganzouri, considerato un esponente del vecchio regime di Mubarak.

L’Institut d’Égypte ha giocato un ruolo determinante nella diffusione delle conoscenze dei geroglifici dopo che questi furono decifrati all’inizio del XIX secolo grazie alla stele di Rosetta.

Secondo le agenzie di stampa, quando è divampato il rogo sono accorsi sul posto sia accademici che semplici cittadini per cercare di salvare i libri.
“Tutto l’Egitto è in lacrime”, ha detto il celebre intellettuale egiziano Zein Abdel-Had.


Un uomo mostra una pagina di Le Description de l’Égypte recuperata dalle rovine dell’Institut d’Égypte. Si tratta di una serie di testi illustrati prodotti da centinaia di studiosi, artisti e ingegneri che accompagnarono la spedizione napoleonica in Egitto del 1798. Il suo scopo era quello di costituire un catalogo comprensivo di tutti i manufatti, antichi e moderni, che i francesi scoprirono in Egitto.

Nonostante la sua antichità, il palazzo veniva utilizzato normalmente per ospitare importanti convegni di egittologia.

Non ci sono parole per descrivere il dolore per la perdita, a causa della stupidità umana.
Solo lacrime, come per i Buddah di Baminjan, come per il Ponte di Mostar, come per….l’antica Biblioteca di Alessandria.
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purtroppo, sappiamo che i cittadini egiziani, di qualsiasi ceto sociale, non sono troppo intelligenti sulle loro cose antiche ed anche a livello culturale. Probabilmente, i max-media non sono riusciti ad inculcare nelle loro menti, quanto di importante vi era in quel palazzo.Cosa gliene importava di tali libri a quelle persone che hanno dato fuoco? Probabilmente, proprio niente, a meno che, non lo abbiano fatto apposta.
E’ successo come quando hanno distrutto gli antichi Budda. Ormai, penso che in tutto il mondo quando c’è una guerra, meglio distruggere tutto con forme di “masochismo”.
Peccato davvero.
auguri ad Aezio e soci da giacomo in genova.-
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Auguri anche a lei e a tutti gli amici del blog!
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Avviso agli studiosi.
Esiste una copia de la “Description de l’Egypte” presso la biblioteca del Museo Regionale di Scienze Naturali a Torino (Italia).
Auguri a tutti gli uomini di buona volontà.
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Non è da escludere l’atto doloso, perpetrato scientemente da coloro che predicano l’esclusività della loro religione…
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Non si è salvato assolutamente nulla?
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Hawass parla di quasi 90.000 libri perduti, tra cui una prima edizione de la “Description de l’Egypte”. Come ricordava Claudio, fortunatamente ne esistono altre copie (anche in Egitto).
Rimane però la terribile immagine degli egiziani che gioiscono mentre l’Institut d’Égypte – “la più antica accademia scientifica del mondo arabo” – brucia.
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Se continueremo ad avere la medesima cura per la nostra storia, tra qualche secolo vedremo le medesime scene sui quotidiani Italiani….
Sono disgustata….è proprio vero che on per forza ciò che avviene dopo è “progresso”…
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