Nuove prove degli impatti climatici sulle civiltà

Un team internazionale di archeologi, climatologi, geografi e storici, condotto da Willy Tegel (University of Freiburg, Institute for Forest Growth) and Ulf Büntgen (Swiss Federal Research Institute WSL) ha analizzato gli anelli degli alberi europei per delineare l’andamento climatico degli ultimi 2500 anni e collegarne alcune notevoli variazioni con degli eventi della storia europea.

Per esempio, le estati miti potrebbero essere state la chiave dell’ascesa dell’Impero romano, mentre invece le siccità prolungate, ondate di freddo e altri cambiamenti climatici potrebbero aver avuto un ruolo in altri sconvolgimenti della storia, dalle invasioni barbariche che portarono al collasso di Roma alla Morte nera che spazzò via molto dell’Europa medievale.

Rappresentazione della Morte nera, 1411 (wiki)

“Guardando indietro di 2500 anni, ci sono esempi in cui il cambiamento climatico ebbe un impatto sulla storia umana”, dice uno degli autori dello studio, il paleoclimatologo Ulf Büntgen. “Questo tipo di informazione non è solo rilevante per le antiche società agrarie, potrebbe anche avere un impatto sulle moderne società”.

Lo studio, pubblicato su Science, prende in esame quasi 9000 pezzi di legno provenienti da Germania, Francia, Italia e Austria, per la maggior parte raccolti negli ultimi 30 anni dagli archeologi che usano gli anelli degli alberi per stabilire l’età di antichi siti o strutture, una tecnica conosciuta come dendrocronologia.

I ricercatori hanno dapprima confrontato i resoconti climatici raccolti negli ultimi 200 anni con campioni di alberi per vedere come la temperatura e l’umidità incidano sulla crescita degli anelli.

Poi Büntgen e i suoi colleghi hanno concentrato la loro attenzione sul legname usato negli edifici storici, legno conservato in fiumi o paludi, e campioni provenienti da siti archeologici per ottenere dati ancora più indietro nel tempo.

Per questo studio sono stati usati 7284 campioni di quercia di Francia e Germania per verificare la quantità di umidità, e quasi 1500 campioni di pini e larici per stabilire la temperatura.

Il risultato è stata una continua – e precisamente datata – registrazione dell’andamento climatico in Francia e Germania degli ultimi 2500 anni. “Se si ha abbastanza legno, la datazione è sicura”, dice Büntgen. “Bisogna solamente avere un sacco di materiale e molti anelli”.

Quando i risultati sono stati mostrati a storici e archeologi, sono stati notati notevoli collegamenti con quello che sappiamo delle società antiche. Durante periodi di stabilità sociale e prosperità, come l’ascesa dell’Impero romano tra il 300 e il 200 a.C., l’Europa attraversò estati calde e umide, ideali per l’agricoltura. Simili condizioni accompagnarono l’apice dell’Europa medievale tra il 1000 e il 1200 d.C.

La ricerca ha anche mostrato che il clima e la catastrofe spesso sono in relazione. Nel III secolo d.C., per esempio, le prolungate siccità combaciarono con le invasioni barbariche e le agitazioni politiche. Intorno al 1300 d.C., d’altra parte, un’ondata di freddo unita a estati più umide coincise con grandi carestie e pestilenze che uccisero quasi la metà della popolazione europea a partire dal 1347.

Contando il numero di campioni di legno, l’analisi ha anche creato un approssimativo strumento di misura dell’attività umana. In epoche di prosperità, la grande quantità di alberi tagliati per le costruzioni e come combustibile ha lasciato molti campioni nella documentazione archeologica. In altri tempi, come gli anni delle invasioni barbariche e della peste nera, il numero di campioni di legno diminuisce a quasi niente.

Fonti: Science (qui lo studio), Università di Friburgo in Brisgovia.

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