Sull’esistenza di Davide e Salomone/2

Veduta aerea di Gezer (gezerproject.org)

Ospite della conferenza sull’archeologia biblica tenutasi alla Southwestern Baptist Theological Seminary, l’archeologo William G. Dever contesta i revisionismi sull’esistenza di uno stato israelita in Palestina durante il X secolo a.C. (cioè il regno di Salomone).

Secondo lui gli studiosi revisionisti negano che sia esistita una monarchia israelita unita e sono dei “nichilisti”.

A sostegno di ciò espone sia le prove archeologiche sia quelle letterarie di cui disponiamo.

Nell’Antico Testamento si narra che il faraone egizio attaccò e distrusse la città di Gezer (o Ghezer, I Re 9:15-17) che poi diede come dote alla figlia quando sposò Salomone.

Il passo racconta che questi ricostruì poi quattro siti: Hazor, Megiddo (o Meghiddo), Gezer e Gerusalemme.

Secondo Dever, i revisionisti ignorerebbero le prove archeologiche: specialmente nelle prime tre città, ci sarebbero “architetture monumentali” non spiegabili se non con un governo centralizzato.

Tutte queste tre città avrebbero “porte a sei compartimenti” (six-chambered gates) e sistemi di fortificazione, strutture dei palazzi e murature fenicie simili. E sarebbero tutte del X secolo a.C.

Sono stati trovati anche segni di distruzione che Dever attribuisce alle invasioni del faraone egizio Sheshonq I – il biblico Shishak (I Re 14).

Invece, riguardo alla mancanza di resti monumentali a Gerusalemme, Dever si difende dicendo che non è mai stato permesso (“a loro”) di scavare nella città, e che comunque le descrizioni blibliche del Tempio di Salomone somigliano a quelle di altri templi del X secolo nel Medio Oriente.

Dall’altro lato c’è però chi sostiene un’altra versione: la ridatazione condotta da Israel Finkelstein su queste città ne metterebbe in serio dubbio i collegamenti con un regno di Salomone; e di questi – fa notare il professor Eric Cline – non esistono iscrizioni contemporanee che lo menzionino (vedi qui).

Altra contestazione: un regno centralizzato avrebbe avuto bisogno di una diffusa alfabetizzazione.

Tuttavia il calendario di Gezer (e, aggiungo, il recente ostrakon trovato a Khirbet Qeiyafa, vedi qui) avrebbero mostrato che un certo grado d’istruzione fosse presente anche in centri rurali in quell’epoca.

Qui il sito del Gezer Project.

Fonte: Baptist Press

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