L’esercito perduto di Cambise II/2

Il duo ha trovato centinaia di ossa proprio fuori Siwa (Alfredo e Angelo Castiglioni)

Sorgono forti dubbi sulla presunta scoperta dei resti dell’armata di Cambise II da parte dei fratelli Castiglioni. I due, alla presentazione del loro nuovo documentario, avevano annunciato di aver finalmente trovato le tracce di quei 50000 soldati dispersi nel deserto – come racconta Erodoto (Storie, 3.26).

Rogue Classicism ha però analizzato le varie ricerche condotte al riguardo negli ultimi anni. In sostanza sostiene che reperti del genere (ossa, punte di freccia, spade…) sono trovate sparse nella zona già negli ultimi decenni. La spedizione dei Castiglioni avrebbe solo trovato altre ossa e oggetti vari – punte di freccia, un pugnale e parte di un finimento di un cavallo (qui le foto).

Rogue Classicism individua i seguenti punti controversi sulla loro ricerca:

  • non sembra una spedizione archeologica: dal video pare che tirino fuori manufatti a caso in luoghi casuali.
  • è dubbio che il finimento di cavallo sia achemenide, e comunque non si vedono ossa di cavallo nelle foto.
  • i frammenti ceramici sono descritti come “pozzi artificiali” che l’esercito avrebbe usato. Ma un’esercito in marcia porta l’acqua in quei recipienti? Crea pozzi artificiali? A che scopo?

Infine c’è una dichiarazione di Zahi Hawass, che giudica la scoperta “senza fondamento e ingannevole. I fratelli [Castiglioni] non stanno conducendo alcuna missione archeologica a Berenice Pancrisia alla piccola oasi di Bahrin vicino all’oasi di Siwa. Questo sito è stato scavato dal 2002 da una missione italiana condotta dal dott. Paolo Gallo […]. Ai fratelli Castiglioni non è stato concesso il permesso dall’SCA (il Consiglio supremo delle antichità egizie) per scavare in Egitto, perciò qualunque cosa annuncino di aver trovato non deve essere creduto. […] Sono state informate le autorità legali e di sicurezza in Egitto che stanno prendendo le misure necessarie”.

Ora: a parte che Berenice Pancrisia (scoperta 20 anni fa) è in Sudan, molto distante da Siwa, non si capisce perchè una scoperta, seppur illegale, non dovrebbe essere creduta.

Rambambashi pone poi altre due questioni:

Erodoto non è un autore molto attendibile (come sottointende anche il Time). Non perchè non sia interessato alla verità, ma perchè era difficile ottenere informazioni. Perciò, nelle sue Storie, la spedizione fallita di Serse è il riflesso degli insuccessi dei precedenti sovrani persiani; Ciro il Grande viene sconfitto dai Messageti (secondo Senofonte, morì per cause naturali); Dario perde una flotta sul monte Athos e un esercito contro gli Sciti; e Cambise perde un’armata nel deserto. Queste storie non sono necessariamente false, ma la ripetizione è sospetta.

Persino accettando la veridicità della spedizione di Cambise, continua Rambambashi, c’è ancora una ragione per cui non credere ai Castiglioni. Ciò che hanno trovato è una serie di armi, teschi e ossa. Anche se fossero veramente persiane, è un errore credere che siano dei soldati della campagna di Cambise.

I Persiani hanno controllato l’Egitto per più di un secolo (dal 525 al 401 a.C. circa) e perciò ci devono esser state dozzine di occasioni in cui i soldati fossero mandati in Occidente. Tutte queste spedizioni potrebbero essersi perse nel deserto. Ciò che gli archeologi possono trovare sono le tracce di una armata persiana nei guai; ma dire che i ritrovamenti appartengano ad una particolare campagna non è corretto.

Aggiornamento: ho cancellato le critiche di Rogue Classicism al “curriculum” dei Castiglioni e di Del Bufalo poiché estremamente riduttive e superficiali. La loro formazione è di tutto rispetto (vedi sotto) e il documentario è molto interessante. Potete guardarlo qui.

5 pensieri su “L’esercito perduto di Cambise II/2

  1. Perfettamente d’accordo sul fatto che si tratta di scorrettezza nell’indicare tali reperti come quanto resta dell’armata di Cambise.

    Simili notizie sono per altro particolarmente di danno per ricerca scientifica uffciale e alla sua stessa comprensione in quanto spesso e volentieri altro non fanno che attirare o spingere l’interesse di non pochi viaggiatori sahariani e liberi ricercatori a recarsi sul posto per vari fini cancellando magari quel poco di vero che potrebbe uscirne fuori da indagini rigorose.

    Sorge il dubbio che la stessa notizia possa finire in un delle tante mostre sul tipo di quelle iniziate nel 1982 a Spoleto dove si annunciava la scoperta dei Fiumi di Pietra nel Mathendusc libico con conseguente smentita del governo libico e blocco della ricerca uffciale per gli archeologi nell’area per circa dieci anni .
    GFCLY

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  2. Sono un appassionato di storia e archeologia che da anni segue con vivo interesse le ricerche dei gemelli Castiglioni. Ho avuto modo di conoscerli di persona in più occasioni e ho ascoltato numerose loro conferenze. Avendo maturato la certezza della serietà e del rigore scientifico che hanno da sempre dimostrato nei loro studi, sono davvero rimasto molto colpito dalle bassezze espresse nei loro confronti (davvero al limite dell’insulto) condensate nell’”articolo” pubblicato qui sopra. Mi sono quindi sentito in dovere di ribattere, punto per punto, a tutte le stupide assurdità elencate.

    1) Sorgono forti dubbi sulla presunta scoperta dei resti dell’armata di Cambise II da parte dei fratelli Castiglioni. I due, alla presentazione del loro nuovo documentario, avevano annunciato di aver finalmente trovato le tracce di quei 50000 soldati dispersi nel deserto – come racconta Erodoto (Storie, 3.26)…..

    Se, come correttezza vorrebbe, prima di criticare, si visionasse integralmente il documentario dei fratelli Castiglioni (lo si può trovare a questo link: http://www.archeologiaviva.tv) si scoprirebbe che non viene mai affermato che è stata sicuramente ritrovata l’armata di Cambise. Il filmato si limita a raccontate le ricerche eseguite sul campo e a documentare la scoperta in quell’area dei primi reperti sicuramente achemenidi risalenti all’epoca di re Cambise. La correttezza dei fratelli archeologi viene sottolineata dalle parole con cui si conclude il documentario, parole che cito testualmente: “Abbiamo trovato le prime tracce dell’armata perduta citata da Erodono? Forse! Sarebbe importante continuare in futuro le ricerche per risolvere definitivamente uno dei grandi misteri della storia”.

    2) Rogue Classicism ha però analizzato le varie ricerche condotte al riguardo negli ultimi anni. In sostanza sostiene che reperti del genere (ossa, punte di freccia, spade…) sono trovate sparse nella zona già negli ultimi anni…..

    Ricerche condotte da chi? Dove esattamente? Quando?
    Dove se ne può leggere notizia da fonte autorevole e certa? Dove è possibile visionare i reperti trovati? Esiste, quantomeno, una documentazione fotografica dei reperti ritrovati nella zona in passato?

    3) La spedizione dei Castiglioni avrebbe solo trovato altre ossa e oggetti vari – punte di freccia, un pugnale e parte di un finimento di un cavallo (le foto)…..

    Non mi sembra per nulla poco! E cos’altro avrebbero potuto trovare di un’armata di 2500 anni fa? Resti di armi, ossa, vasellame e parti dell’equipaggiamento sono le uniche cose che possono rimanere di un esercito in viaggio.
    Certamente chi critica questi ritrovamenti non è mai stato nel deserto altrimenti saprebbe che è sufficiente lasciare un barattolo vuoto per non trovarlo più l’anno successivo. Infatti, in un ambiente così povero di risorse, ogni oggetto è prezioso per una carovana e in 2500 anni di carovane transitate in quella zona ce ne sono state certamente migliaia. E’ ormai impossibile trovare carriaggi, armature o grossi oggetti come ingenuamente si potrebbe pensare.

    4) non sembra una spedizione archeologica: dal video pare che tirino fuori manufatti a caso in luoghi casuali…..

    Difatti la spedizione era geologica, non per nulla tra i componenti del team vi era anche un docente di geologia dell’Università del Cairo.
    In più non capisco da cosa si possa evincere che i reperti sono tirati fuori “a caso in luoghi casuali”? Mi sembra davvero una frase senza senso buttata là solamente con l’esclusivo intento di screditare i ritrovamenti.

    5) è dubbio che il finimento di cavallo sia achemenide, e comunque non si vedono ossa di cavallo nelle foto…..

    Quel particolare finimento è visibile in moltissime rappresentazioni achemenidi inclusa quella presente nella galleria fotografica di discovery.com citata anche nel post (http://news.discovery.com/archaeology/cambyses-lost-army-images.html) in ogni caso è sufficiente consultare qualunque libro storico sui persiani per accertarsene.
    In quanto all’assenza di ossa di cavallo come si fa solo a pensare ad un’idiozia simile? Ci potrebbero essere infinite spiegazioni ad iniziare dal fatto che dei soldati sorpresi da una tempesta e sperduti nel deserto, per sopravvivere, si siano cibati della propria cavalcatura e abbiano disperso i resti, finimenti compresi, lungo gli spostamenti che hanno effettuato in cerca di salvezza. E poi perché le ossa del cavallo avrebbero dovuto trovarsi per forza tra quelle umane? Qual è la logica che sottende ad una tale ipotesi?

    6) i frammenti ceramici sono descritti come “pozzi artificiali” che l’esercito avrebbe usato. Ma un’esercito in marcia porta l’acqua in quei recipienti? Crea pozzi artificiali? A che scopo?…..

    Naturalmente anfore e vasi colmi d’acqua non venivano trasportati dai soldati ma venivano collocati in anticipo rispetto al passaggio dell’esercito in modo che i militari potessero avere un rifornimento d’acqua lungo il percorso senza doversi portare dietro delle riserve che avrebbero rallentato la loro avanzata. Lo stesso Erodoto ha descritto l’utilizzo di questa tecnica (Erodono III, 6 e seguenti) per costituire scorte d’acqua nel deserto lungo le traversate più difficili da parte degli Egiziani, dei Persiani e dei Greci.

    7) sebbene i Castiglioni siano spacciati per archeologi, pare che siano in verità registi. E la loro formazione è in economia e commercio…..

    I fratelli Castiglioni sono registi ma sono anche degli archeologi riconosciuti a livello internazionale. Lo dimostra il fatto che siano membri della Sudan Archealogical Research Society di Londra, della Società internazionale di studi nubiani e dell’”IICE” (Istituto italiano per la civiltà egizia) e che siano stati i fondatori dell’associazione “CeRDO” (“Centro Ricerche sul Deserto Orientale) con cui hanno collaborato archeologi francesi e americani durante gli scavi archeologici a Berenice Pancrisia. Inoltre l’accademico di Francia Jean Vercoutter (http://fr.wikipedia.org/wiki/Jean_Vercoutter) uno dei più importanti egittologi di tutti i tempi, ha scritto un libro a quattro mani, anzi a sei, coi fratelli Castiglioni: L’eldorado dei faraoni – De Agostani – 1995 (http://www.libreriauniversitaria.it/eldorado-faraoni-scoperta-berenice-pancrisia/libro/9788841509586)
    Comunque se i Castiglioni non fossero persone più che serie, non credo che sarebbe stata affidata a loro e a studiosi del British Museum una missione archeologica di salvataggio di massi con incisi importanti graffiti preistorici e il basamento di una piramide Kushita destinati a scomparire sotto l’acqua di un lago artificiale creato da una diga costruita in Sudan all’altezza della Quarta Cateratta del Nilo (a questo proposito vedere i seguenti link: (http://www.archaeogate.org/spid/spid.php?cat=castiglioni09) e (http://www.intoscana.it/intoscana2/opencms/intoscana/sito-intoscana/Contenuti_intoscana/Canali/Arte-e-Cultura/visualizza_asset.html?id=821996&pagename=704616).
    Anche come cineasti i Castiglioni si sono distinti per serietà e professionalità, non a caso i testi dei loro lungometraggi sono stati firmati da Alberto Moravia (uno dei massimi scrittori italiani del ‘900), da Monsignor Guglielmo Guariglia (già docente di cattedra di etnologia e antropologia dell’Università Cattolica di Milano) e da Vittorio Buttafava (già direttore di Oggi e di Epoca per moltissima anni).

    8) …mentre Dario Del Bufalo, un membro della spedizione, era (o lo è ancora?) un pezzo grosso del Ministero per i Beni Culturali, forse collegato con Frieda Tchacos, una donna invischiata in brutti affari…..

    Di Dario Del Bufalo non so che dire tranne che è Professore docente presso l’Università di Lecce, Facoltà di Beni Culturali come si può leggere nel suo curriculumper peraltro di tutto rispetto: (http://www.dariodelbufalo.it/curriculum.html).

    9) Infine c’è una dichiarazione di Zahi Hawass, che giudica la scoperta “senza fondamento e ingannevole. I fratelli [Castiglioni] non stanno conducendo alcuna missione archeologica a Berenice Pancrisia alla piccola oasi di Bahrin vicino all’oasi di Siwa. Questo sito è stato scavato dal 2002 da una missione italiana condotta dal dott. Paolo Gallo […]. Ai fratelli Castiglioni non è stato concesso il permesso dall’SCA (il Consiglio supremo delle antichità egizie) per scavare in Egitto, perciò qualunque cosa annuncino di aver trovato non deve essere creduto. […] Sono state informate le autorità legali e di sicurezza in Egitto che stanno prendendo le misure necessarie”…..

    Cosa può saperne Zahi Hawass di Berenice Pancrisia dato che questa si trova in Sudan e non in Egitto e per di più non c’entra nulla con l’oasi di Bahrin vicino all’oasi di Siwa collocata a quasi 1500 Km di distanza? (http://it.wikipedia.org/wiki/Berenice_Pancrisia). Temo che questo sia un esempio del più classico attacco di invidia nei confronti delle scoperte fatte da un’altro!

    10) Ora: a parte che Berenice Pancrisia (scoperta 20 anni fa) è in Sudan, molto distante da Siwa…..

    Ecco, appunto, a parte questo “insignificante” particolare….

    11) Erodoto non è un autore molto attendibile (come sottointende anche il Time). Non perchè non sia interessato alla verità, ma perchè era difficile ottenere informazioni. Perciò, nelle sue Storie, la spedizione fallita di Serse è il riflesso degli insuccessi dei precedenti sovrani persiani; Ciro il Grande viene sconfitto dai Messageti (secondo Senofonte, morì per cause naturali); Dario perde una flotta sul monte Athos e un esercito contro gli Sciti; e Cambise perde un’armata nel deserto…..

    Erodoto (il padre della storia!) non è molto attendibile perchè lo sottointende il Time?!? Faccio presente che se Erodono ha tramandato informazioni inesatte (ad esempio riguardo alla costruzione delle piramidi) dipende dal fatto che le informazioni a questo riguardo arrivavano da persone vissute migliaia di anni dopo la costruzione delle piramidi stesse. Invece l’epoca in cui Erodono si è recato in Egitto è collocata solamente 70 / 80 anni dopo la scomparsa dell’armata (questo una persona che si spaccia per conoscitore della storia dovrebbe saperlo!) e quindi è evidente che, dopo così poco tempo, esisteva ancora una precisa memoria dell’avvenimento.

    12) Ma persino se accettiamo la veridicità della spedizione di Cambise, c’è ancora una ragione per cui non credere ai Castiglioni. Ciò che hanno trovato è una serie di armi, teschi e ossa. Anche se fossero veramente persiane, è un errore credere che siano dei soldati della campagna di Cambise. I Persiani hanno controllato l’Egitto per più di un secolo (dal 525 al 401 a.C. circa) e perciò ci devono esser state dozzine di occasioni in cui i soldati fossero mandati in Occidente. Tutte queste spedizioni potrebbero essersi perse nel deserto. Ciò che gli archeologi possono trovare sono le tracce di una armata persiana nei guai; ma dire che i ritrovamenti appartengano ad una particolare campagna non è corretto…..

    Ripeto di andare a vedere il documentario in cui è detto molto chiaramente che non vi è nessuna certezza che ritrovamenti fatti siano indubbiamente riconducibili all’armata. La certezza può essere stata scritta solo in qualche titolo di giornale a scopo sensazionalistico come usano, purtroppo, fare i giornalisti. I Castiglioni non hanno mai affermato di aver sicuramente scoperto le vestigia di quella particolare spedizione militare. Quello che hanno riferito è di aver ritrovato dei reperti achemenidi (e questo è inconfutabile) che ipoteticamente potrebbero essere riconducibili all’armata scomparsa e che quindi sarebbe importante continuare le ricerche per risolvere definitivamente uno dei grandi misteri della storia. Affermare qualcosa di diverso mi sembra soltanto una mistificazione della realtà e una squallida denigrazione della reputazione di seri studiosi fatta per di più da una persona che, per quanto ha scritto, dimostra chiaramente di essere ignorante sia dal punto di vista archeologico che da quello storico! Se fossi il gestore di questo blog mi vergognerei di aver pubblicato una tal scempiaggine lesiva del lavoro di anni di persone serie e stimate e mi affretterei a rimuoverla con tanto di scuse.

    Per finire una risposta anche a Gianfranco Catania che è uso sparlare degli altri, (non si sa bene con quale titolo!), nei vari forum presenti sul web, in particolare riguardo alle questioni libiche.
    Ma è possibile che una spedizione possa aver circolato liberamente sul territorio libico senza i necessari permessi? Vi rammento che all’epoca Gheddafi non era particolarmente amico degli italiani come sembra, o gli conviene essere, oggi. In quegli anni tirava i missili su Lampedusa e la tensione tra il nostro Paese e la Libia era alle stelle. Faccio davvero fatica a credere che uno come il dittatore libico potesse sopportare la presenza di una così imponente spedizione italiana in casa sua se lui per primo non fosse stato d’accordo. Che in seguito abbia dimostrato di non saperne nulla è davvero incredibile… o forse no, conoscendo le “stranezze” del soggetto!

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    1. Ho visto il documentario. Castiglioni (e non lo speaker), riferendosi alla “prima” zona di ritrovamenti (quella col pugnale) dice chiaramente: “è qui che abbiamo trovato i primi resti dell’armata di Cambise” (minuto 16).
      La possibilità che si tratti di Cambise è espressa da lui in un’altra area, quella con le centinaia di scheletri.

      Voglio solo precisare alcune cose: in questo sito mi limito a dare spazio alle diverse opinioni mantenendomi il più possibile neutrale e citando le fonti.
      Di dubbi su questa scoperta ne sono circolati tanti, ho scelto perciò le due analisi più complete (quella di Rogue Classicism è la più citata in rete) e ne ho fatto una sintesi, lasciando i link per chi volesse approfondire.

      Mi rendo però conto dei rischi di questo metodo – per esempio, ciò che lei dice sul finimento di cavallo è assolutamente condivisibile-. E riconosco che non è giusto trattare così alla leggera la reputazione delle persone (Castiglioni, ma anche Del Bufalo), quindi in questo caso me ne scuso e mi prometto di fare più attenzione.

      Faccio notare che di annunci sensazionalistici da parte di giornali ne vedo tanti. Ne sono cosciente e cerco di evitarli.
      Se poi ci incappo anch’io, mi fa solo piacere la critica (se documentata). Erà già successo con la presunta scoperta della Coenatio Rotunda, solo che in quel caso l’annuncio sensazionalistico proveniva addirittura dal Ministero dei Beni Culturali!

      Grazie per l’analisi dettagliata.

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  3. Purtroppo è arrivata la smentita ufficiale del Consiglio Supremo delle Antichità egiziane a firma del direttore Zaki Hawas che preannuncia indagini legali sulla caso .

    Altro non resta da sperare che queste si limitino solo a far luce sul caso e non si riflettano ancora una volta sulla già penalizzante normativa che regola gli scavi legalmente autorizzati andando ad individuare invece le precise responsabilità e i veri obbiettivi di quanti ancora promuovano o conducano dubbie iniziative o organizzando indirettamente o uffciosamente ricerche presentate come viaggi d’avventura o riservate a pseudo specialisti del Sahara.

    Questa pratica oggi sempre più amplificata e diffusa da faziosi e ambigui siti on line rischia di compromettere fortemente gli sforzi che il nostro governo fa per ottenere maggiori concessioni di scavo. Ieri Sharkoy ha restituito al presidente Mubarak preziosi reperti in tale ottica .

    Più che di scoperta dell’armata di Cambise penso sia forse il caso di parlare di armate di Brancaleone e compari.

    GFCLY

    G. Catania

    The Supreme Council of Antiquities has already informed the proper legal and security authorities in Egypt and are taking the necessary procedures.

    Speriamo che non si ripeta succeda quanto successo in Libia , specie oggi con le nuove normative più severe normative che regolano gli scavi non ufficiali svolti sempre più da impr

    http://www.drhawass.com/blog/press-release-alleged-finds-western-desert

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  4. c.a sig. Colombo

    In sua risposta e eventualmente a quanti , come lei, fanno fatica a credere che un team di ricercatori abbia potuto circolare autonomamente in Libia anticipo che nei miei interventi ed articoli sia personali che come funzionario esperto dell’ Area MEDA e della Libia in particolare (questo uno dei titoli ) , mi accerto e mi baso sempre sul sostegno di documenti ufficiali (nella disponibilità e limiti consentitimi )e non certo su “maturate” certezze , personali o meno che siano, specie se queste possono essere sospettate di essere riconducibili a inconfessabili e vari interessi sui quali e per i quali grazie a tale mia qualifica e decennale esperienza in tali paesi, Libia specificatamente, mi è facile riconoscerne o rilevare la presenza di fonti e notizie inaffidabili quanto spesso volutamente false e tendenziose , come pure del perché molti arrivino a esprimersi nei miei confronti con insinuazioni di bassezza d’animo , quale la sua , sia direttamente che celati dietro l’anonimato di forum.

    Ciò premesso , riconosco da particolari non riportati nel mio intervento come e quale possa essere la fonte a cui attinge queste sue maturate certezze e da cui trae le sue miserevoli calunnie neppure degne di denuncia nonostante lo siano di fatto .

    Sulla vicenda Castiglioni sarà edotto quindi che ho avuto diretta e personale conoscenza dei fatti e che pubblicamente e in un solo forum (Sahara it) altro non ho riportato se non il fatto che si è trattato di una vicenda particolarmente penosa a livello d’immagine e penalizzante per la nostra attività di ricerca nell‘area per dieci anni e di cui ho avuto il non gradito compito di consegnare al Dipartimento delle Antichità (dr. Sheiboub allora responsabile per parte libica ) i calchi subito restituiti dal nostro governo .Aggiungo che quando si sparse la notizia ai primi del gennaio 1983 mi trovavo nell’Akakus con il Prof. Mori ( altro titolo se non è sufficiente il primo !) fummo in un primo momento scambiati da alcuni militari per membri di questa spedizione incriminata dato che nessuno sapeva nulla di preciso e successivamente interrogati se l’avessimo incontrata dato che erano trascorsi pochi giorni dalla sua uscita dalla Libia essendosi la stessa svolta a cavallo di novembre dicembre1982. Fortunatamente ciò non avvenne altrimenti e seppure ufficiali e titolari di regolari autorizzazioni nonché ufficialmente accompagnati da archeologi libici ci avrebbero trattenuti per i dovuti accertamenti , ciononostante lo stesso prof Mori fu sospettato per un certo periodo di tempo di aver avuto preventivi contatti con almeno un membro della spedizione o di esserne in qualche modo al corrente . Da quei fatti ad oggi lunghi anni da raccontare (x chi sa ascoltare )e di personale impegno e collaborazione nel dirimere la spinosa questione rimasta di fondamentale esperienza per la mia preparazione ed esperienza di lavoro e per la difesa del Made in Italy .
    Aggiungo sempre a beneficio delle sua maturate certezze che il solo e semplice fatto della riconsegna al governo libico dei calchi eseguiti potrebbe dirla lunga su come possono essere andate le cose. Se aggiungo che, come confermatomi in un recentissimo colloquio a Roma con autorità libiche che la vicenda non risulta definitivamente chiusa dalle stesse tanto che per i componenti della missioni e le altre persone coinvolte a vario titolo vige ancora il divieto di ingresso in Libia, un triste record considerato che oggi possono rientrare anche i connazionali “espulsi “nel 1969 le sarà forse possibile a questo punto intuire che per avvalorare le sue certezze ed opinioni è necessario produrre qualcosa di meno ridicolo e più consono per la loro credibilità che il tirare in ballo le “ stranezze “ del Colonnello Muammar El Ghedaffi o i suoi missili su Lampedusa datati oltre quattro anni dopo nell’aprile 1986.

    Sarebbe forse il caso che queste sue certezze rivolgessero l’attenzione piuttosto su altrui “ stranezze” , ad esempio quelle attribuite ad uno dei componenti della spedizione ( composta da 5 persone e due mezzi nulla di così imponente quindi ) che si è addirittura vantato tempo addietro con il sottoscritto di esserne stato addirittura l’ideatore della spedizione sempre nel sito Sahara it, ( copia disponibile in previsione di cancellazione) discolpando con tale affermazione in un certo senso i F. Castiglioni che ho visto varie volte, l’ultima in Sudan e di cui preciso non ho nulla a che dire (Nel riferirmi ad essi ho sempre usato il termine vicenda.) e confermando invece diversi presupposti emersi nel corso delle indagini .

    Se vuole sempre conoscere come è stato possibile svolgere ricerche autonome nel Mathendush e dimostrare la competenza che asserisce deve prima controllare la veridicità delle varie fonti disponibili , come si addice a veri studiosi cominciando a chiederle da prima a questo signore visto che è noto nell’ambiente archeo , intendo quello prettamente accademico per far, ultimamente con un proprio sito inutile e spesso dannoso baccano ogni qual volta si parla di Castiglioni di mete o scoperte elusive , di viaggi sahariani sospettati o risultate alle autorità essere vere e proprie spedizione clandestine in Libia e in Egitto. L ‘alternativa è quella di documentarsi personalmente consultando l’ufficialità degli archivi sul caso dove sono conservati deposizioni , dichiarazioni , risultati delle indagini sugli accertamenti delle responsabilità, fasi dei processi , ammende pagate dagli sponsors ecc ,ecc..

    Dubito che questo signore potrà risponderle in modo veritiero e pubblicamente come dubito che lei possa avere accesso a questi archivi, pertanto invece di sparlare sulla correttezza mia e di quanti altri sono a conoscenza dei veri fatti, di lasciar perdere le stranezze o le certezze di questo signore o frescacce tipo quello del barattolo perché chi oggi viaggia nel deserto sa che questo ne è pieno e nessuno pensa di raccoglierle, a meno che non sia interessato a specifici tipi di barattoli, e di ricordare che la spedizione come si evince dalla prefazione del catalogo si avvalse di un “navigatore satellitale (come scritto nel catalogo) usato per la prima volta nella navigazione terrestre.

    Può anche chiedere lumi alla sede diplomatica libica a Roma si da perdere meno tempo ed avere anche l’altra faccia della campana senza bisogno di chiedere titoli visto che è presente un funzionario che seguì d’ufficio la vicenda. Posso aiutarla se vuole .

    Su tutto il resto taglio corto nel dirle che condurre in Italia ricerche e scavi di qualsiasi genere senza licenza e preavviso è notoriamente vietato per legge da anni. E’ lo era allora anche in Libia, e in tutta l’Africa, come ebbi a scrivere al rientro dalla visita al 26 “ festival dei 2 Mondi nel Luglio 83 dove era stata esposta la mostra “ I graffiti dei fiumi di Pietra al settimanale Espresso implicato nella vicenda come sponsors dove chiedevo agli allora responsabile , ovviamente senza riscontro “ Perché entrare dalla finestra quando vi era un portone? “ : Se solo si fossero informati forse il mondo accademico , Rogue classicism e quanti altri non si esprimerebbero oggi in termini così critici nei confronti di scoperte specie quando e noto che queste sono sponsorizzate da grossi gruppi editoriali, TV, o colossi dell’industria dei mezzi di trasporto.
    Leggendo oggi questa missiva che sta ora sbiadendo in quanto inviata con telescrivente si evince quello che ho sempre tenuto a stigmatizzare nelle questioni a difesa del Sahara non le persone o nel discernere se hanno operato in ambito accademico o meno ma almeno in quello delle regole richieste dal paese dove si svolgono.

    E una questione di dignità morale che si antepone alla credibilità della persona per cui anche di fronte a sensazionali scoperte il dubbio , le facili paternità e rivendicazioni , i sospetti che siano mossi da scopi commerciali a scapito di quelli culturali o più semplicemente per portare turisti , organizzare raids nel Sahara fuori dalle regole sono certezze per gli addetti ai lavori sempre più rilevate e documentabili e il cui risultato è evidenziato da un patrimonio archeologico africano sempre più denudato.

    Le scoperte autentiche o sospettate essere tali non vengono annunciate se non dopo parecchi mesi di studio e confermate in pubblicazioni rigorosamente scientifiche e dedicate al fine di evitare che dettagli , dati, ecc, cioè quelle informazioni di cui molti ,come lei, vorrebbero conoscere ciò al fine di evitare falsi allarmi, facili rivendicazioni , ma soprattutto vista la facilità di veder sparire reperti e altro dal sito prima della loro pubblicazione ad opera di viaggiatori sahariani diventati tombaroli sempre più esperti grazie alla tecnologia satellitare o ad uso di organizzatori di raids per pubblicizzare le loro attività commerciali e di diversi interessi che vanno dal collezionismo alla pubblicazioni di settore.

    Fa bene quindi oltre che suo dovere di difesa del patrimonio che gli è affidato il Dr. Hawas ,che ho visto e vedrò a portare avanti le azioni annunciate non tanto per il suo giudizio sulla infondatezza della scoperta ( ha il titolo per farlo ) scoperta specie se a giustificazione delle sua invidia vengono riportate argomentazioni tipo quelle espresse a difesa dell’assenza delle ossa di cavallo altamente sintomatiche di quanto la preparazione del suo autore possa essere lontana dalla conoscenza dei metodi accademici e scientifici in uso oggi , ma per il fatto che il permesso non risulta essere stato concesso, segno che ad Abassiyah ( sede del rilascio dei permessi di scavo in Egitto) i funzionari sono preparati nel loro compito .

    Concludo nel ricordarle che nella sua elencazione dei titolo conseguiti dai F. Castigliuoni ha dimenticato quello ricevuto dal Presidente Cossiga la medaglia d’oro per meriti culturali.

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