
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha identificato il primo disegno della storia: un frammento di pietra con nove tratti rossi incrociati. Risale all’incredibile data di 73.000 anni fa, ed è stato trovato nel 2011 in Sudafrica nella grotta di Blombos. Le analisi al microscopio e altri test hanno dimostrato che le linee furono tracciate con un pastello ocra da un essere umano.
Simbolo sconosciuto

Le linee finiscono così bruscamente che si presume fosse un disegno più grande. «È il primo disegno conosciuto nella storia umana», ha dichiarato Francesco d’Errico (Università di Bordeaux). «Cosa significa? Non lo so. Ciò che può sembrare molto astratto per noi, potrebbe avere un significato nella società tradizionale che l’ha prodotto». Finora, i disegni più antichi erano le magnifiche pitture rupestri di 40.000 anni fa nelle grotte di El Castillo in Spagna e di Maros in Indonesia. La grotta di Blombos conserva invece degli eccezionali manufatti di 70-100.000 anni: perline di conchiglia dipinte, punte di lancia e pezzi di ocra incisi con linee incrociate. Tale disegno geometrico è stato ritrovato nei vicini e più recenti siti di Diepkloof e Klipdrift, su dei gusci di uova di struzzo.
Pennello ocra

«Il disegno è molto sorprendente», ha detto Christopher Henshilwood, a capo del gruppo di ricerca e direttore del Centro per il comportamento dei primi Sapiens presso l’Università di Bergen in Norvegia. «Si vede immediatamente che sono dei tratti rossi incrociati su una superficie liscia». L’analisi al microscopio e gli esperimenti per ricreare la pietra hanno concluso che il disegno venne realizzato con un pastello ocra. La maggior parte sono delle pennellate singole, ma altre linee vennero fatte sfregando l’ocra avanti e indietro. Sono linee strette, dunque l’ocra doveva essere dura e appuntita, con la punta larga 1-3 mm. E il pigmento rosso deriva dall’ematite, un minerale di ferro contenuto nelle rocce e nelle argille chiamate ocra.
Disegno antico

«Queste linee sono decisamente intenzionali», ha detto Henshilwood. «Bisogna avere una mano molto ferma e applicare l’ocra in modo abbastanza deciso per farle così». Per trasformare le dure rocce di ocra in polvere adatta alla pittura, gli antichi Homo Sapiens avrebbero usato una macina, una ruota fatta di roccia di silcrete. Questa veniva poi lavata e il disegno aggiunto sulla sua superficie liscia. La pietra in questione dovette rompersi, e il piccolo frammento coi segni rossi venne dimenticato. «Non c’è dubbio che all’epoca questo simbolo significasse qualcosa», ha detto Henshilwood. «Lo troviamo ripetuto più volte in tutto il mondo: in Australia, Francia, Spagna e ovunque. Non so cosa significhi, e non posso dire che sia arte».
L’eccezionalità di Blombos

Calda in inverno e fresca in estate, la grotta di Blombos fu un rifugio accogliente per i primi esseri umani lungo la costa meridionale del Capo. Oggi la grotta è a due passi dal mare, ma allora si trovava a 100 km nell’entroterra. «C’è una connessione molto forte quando si lavora nella grotta. È una macchina del tempo», ha raccontato Henshilwood. «Vedi un oggetto e sai che un essere umano l’aveva lasciato lì 75.000 o 90.000 anni fa. C’è l’osso che masticavano e il fuoco intorno al quale dormivano di notte. È quasi strano. È incredibile pensare che tutto sia sopravvissuto per così tanto tempo».
