La prima forma di comunicazione simbolica

Secondo uno studio pubblicato su PNAS, degli insoliti reperti scavati soprattutto negli ultimi anni al Diepkloof Rock Shelter, una grotta del Sudafrica, dimostrano l’esistenza di un sistema di comunicazione simbolica di circa 65000-55000 anni fa, all’epoca della cultura di Howiesons Poort.

Finora sono stati dissotterrati 270 frammenti di circa 25 gusci di uovo di struzzo in 18 strati archeologici. Recano incisi dei motivi geometrici.

(Pierre-Jean Texier)

L’archeologo Pierre-Jean Texier, dell’Università di Bordeaux 1, sostiene che ci siano due stili di decorazione: due lunghe linee parallele intersecate da brevi tratti (tipo rotaia) e linee ripetitive non-parallele.

E aggiunge: “Dalla ripetizione di questo motivo, i primi esseri umani stavano provando a comunicare qualcosa. Forse cercavano di esprimere la loro identità dell’individuo o del gruppo”.

Le prove che i buchi in cima ad alcuni gusci vennero prodotti intenzionalmente farebbero poi di questi oggetti delle borracce (dal volume di un litro) – una pratica ancora usata dai moderni cacciatori-raccoglitori del deserto del Kalahari (Sud Africa).

E siccome questi decoravano i loro gusci per indicarne il contenuto o l’appartenenza, è possibile che anche 60000 anni fa quei gusci avessero la stessa funzione, rappresentando così la prova più antica al mondo di una tradizione grafica.

In ogni caso, la sola creazione della borraccia avrebbe aperto le porte all’attraversamento delle regioni aride.

(P.-J. Texier, Diepkloof project)
(Diepkloof Project)

Gli ominidi precedenti all’Homo Sapiens non avevano infatti la capacità di associare significato all’oggetto, decorare gli oggetti, o riconoscere e creare simboli. Il ‘pensiero simbolico’ è alla base della scrittura, del linguaggio e dell’arte. È forse ciò che ci rende umani.

E se i disegni fossero delle prove di questa capacità di pensiero, allora ‘l’uomo’ avrebbe cominciato la sua storia 20000 anni prima di quanto si pensava.

(Diepkloof Project)

In verità i primi esempi di pensiero concettuale sarebbero le conchiglie forate usate come perline di una collana, scoperte nella grotta di Skhul in Israele e a Oued Djebbana in Algeria. Questi pezzi risalgono a 90,000-100,000 anni fa.

Due di queste perline provengono dalla grotta di Skhul; una da quella di Oued Djebbana (Marian Vanhaeren-Francesco d’Errico)

Inoltre, nella grotta di Blombos (Sud Africa), tra il 1991 e il 2002, l’archeologo Christopher Henshilwood aveva già scoperto dei manufatti risalenti a 77000-70000 anni fa, che indicavano l’esistenza del pensiero simbolico.

Tra le altre cose, il suo team trovò piccole perline decorative di mollusco e strumenti in osso. Più importanti furono però dei pezzi di ocra con incisi dei complessi disegni geometrici.

(Vanhaeren/D’errico)
(UNYSB)

Data la natura dei disegni, e la morbidezza dell’ocra (inadatta alla produzione di strumenti), Henshilwood affermò che si trattasse di decorazioni – 40000 anni prima di quelle nella grotta Chauvet.

Addirittura suggerì che i disegni “potevano essere interpretati da quelle persone come aventi significato che sarebbe stato compreso da altri”. In altre parole, erano la base del linguaggio.

Ovviamente i dubbi furono molti. Come fece notare l’antropologo Steve Kuhn, solo trovando altri pezzi in altri luoghi si sarebbe potuto parlare di simboli invece che di semplici scarabocchi.

Ecco perchè i ritrovamenti a Diepkloof sono così importanti.

(BBC)

Fonti: Science News; Heritage-Key; Diepkloof Project (qui e qui); BBC

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