Trovato un anello d’oro con l’immagine di Cupido

(K. Hinds; K. Hinds and Hampshire Cultural Trust, CC Attribution 2.0 Generic)
(K. Hinds; K. Hinds and Hampshire Cultural Trust, CC Attribution 2.0 Generic)

Vicino al villaggio di Tangley, in Inghilterra, è stato scoperto un anello d’oro con una pietra incisa con l’immagine di Cupido, dio dell’amore divino e del desiderio sessuale.

Nell’incisione, Cupido (Eros per i Greci), è in piedi completamente nudo mentre tiene in mano una torcia. L’anello risale a circa 1.700 anni, ovvero all’epoca romana. La scoperta è stata effettuata da un cercatore amatoriale col metal detector.

L’immagine di Cupido è incisa su una pietra di onice, scura alla base e bluastra in cima. L’immagine “raffigura un adolescente in piedi e nudo, con le gambe incrociate, appoggiato su una piccola colonna a spirale; le piccole ali che spuntano dalle spalle lo identificano come Cupido”, scrivono Sally Worrell, consulente presso per la Portable Antiquities Scheme, e John Pearce, docente di archeologia al King’s College London, in un articolo pubblicato sulla rivista Britannia.

Cupido, chiamato anche Amore, si appoggia sulla colonna con una mano, e tiene una torcia con l’altra. Le rappresentazioni di Cupido erano popolari tra i Greci e i Romani: esistono infatti altri anelli del genere. Secondo i ricercatori, lo stile di questo in particolare indica che venne creato verso il IV secolo d.C.

Il ritrovamento

La scoperta era stata fatta nel dicembre del 2013 da parte di un cercatore amatoriale armato di metal detector. L’uomo aveva poi segnalato il ritrovamento a Portable Antiquities Scheme, un programma fondato nel 1997 per incoraggiare le persone a segnalare volontariamente la scoperta di manufatti.

In Inghilterra e Galles, i cercatori amatoriali possono usare il metal detector per cercare i reperti se hanno il permesso del proprietario del terreno, e se evitano i siti archeologici protetti dal governo. Alcuni ritrovamenti (come quelli dei metalli preziosi) devono essere comunicati alle autorità.

Worrell spiega che l’Hampshire Museums Service ha acquistato l’anello, che verrà messo in mostra al museo di Andover, sempre in Inghilterra.

(K. Hinds; K. Hinds and Hampshire Cultural Trust, CC Attribution 2.0 Generic)
(K. Hinds; K. Hinds and Hampshire Cultural Trust, CC Attribution 2.0 Generic)

La favola di Cupido

Nel II secolo d.C, il filosofo romano Apuleio scrisse una storia su Amore e Psiche, all’interno della sua opera Le Metamorfosi (o L’asino d’oro).

Apuleio scrisse che Cupido è un giovane dio seducente, armato di torce, faretra, arco e frecce.

Quel cattivo soggetto che, infischiandosene della pubblica morale, ha la pessima abitudine di andarsene in giro armato di torce e di frecce, di entrare di notte nelle case della gente e profanare i letti nuziali insomma di provocare impunemente un sacco di guai, senza far mai nulla di buono (Le Metamorfosi, Libro IV, XXX)

Se una donna viene colpita dalle frecce di Cupido infatti, ella si innamorerà di lui.

Nel racconto, Cupido alla fine fa qualcosa che fa adirare veramente sua madre Venere: mette incinta una donna mortale chiamata Psiche. Venere disprezza totalmente Psiche, dato che gli uomini sulla Terra vengono portati a credere che Psiche sia più bella persino di lei.

Venere dice a Cupido che non accetterà mai Psiche come nuora e la costringe a numerose prove che sono praticamente impossibili da fare per un umano. Psiche viene salvata ogni volta da vari dèi e creature che hanno pietà di lei e la aiutano.

Alla fine, Amore e Psiche ricevono l’aiuto di Giove, il re di tutti gli dèi. Mosso dalla compassione, Giove permette ai due amanti di sposarsi e di avere la loro bambina, Voluttà (Piacere). Alla fine, gli dèi rendono Psiche una dea immortale.

Live Science

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