Una fossa comune nel sito elamita di Haft Tappeh

Una statuetta femminile rinvenuta a Haft Tappeh, XV secolo a.C. (Behzad Mofidi-Nasrabadi)
Una statuetta femminile rinvenuta a Haft Tappeh, XV secolo a.C. (Behzad Mofidi-Nasrabadi)

I recenti scavi condotti dall’archeologo Behzad Mofidi-Nasrabadi dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza, nel sito di Haft Tappeh in Iran, hanno scoperto un edificio con un prezioso archivio di tavolette d’argilla. L’archivio risale a quando la città era diventata un centro importante nel regno di Elam, e registra l’espansione di commercio, arti e mestieri.

Tuttavia, verso la fine del XIV secolo a.C., la città cominciò a declinare per ragioni sconosciute. Alcuni dei suoi templi e palazzi furono abbandonati, e i loro materiali riutilizzati per costruire delle semplici abitazioni. I resti di diverse centinaia di vittime di un massacro o di una epidemia, risalenti a 3.400 anni fa, sono stati rinvenuti ammucchiati uno sull’altro.

Haft Tappeh (Behzad Mofidi-Nasrabadi)
Haft Tappeh (Behzad Mofidi-Nasrabadi)

Gli archeologi dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza studiano il sito elamita di Haft Tappeh, sede dell’antica città di Kabnak nell’Iran sudoccidentale, dal 2002. I loro scavi hanno svelato importanti informazioni sulla struttura della città e sul suo sviluppo storico, ma hanno anche trovato le prove di una tragedia umana avvenuta 3.400 anni fa.

A metà del secondo millennio a.C., a circa 15 km a sud dalla capitale Susa, Haft Tappeh cominciò a crescere, fino a diventare il centro più di rilievo del regno di Elam. In un periodo di tempo relativamente breve, i re elamiti Tepti-ahar e Inshushinak-shar-ilani costruirono degli edifici monumentali come templi e palazzi, e l’estensione dalla città arrivò a circa 250 ettari. La città continuò a prosperare per circa cento anni, durante i quali vennero stabilite delle relazioni commerciali e politiche con gli stati vicini, come Babilonia.

Il regno di Elam (wikimedia)
Il regno di Elam (wikimedia)

Tracce di questa prosperità includono dei lussuosi beni funerari trovati nella tomba di una funzionaria donna, e una statuetta femminile.

Oggetti funerari rinvenuti in una tomba di Haft Tappeh, XV secolo a.C. (Behzad Mofidi-Nasrabadi)
Oggetti funerari rinvenuti in una tomba di Haft Tappeh, XV secolo a.C. (Behzad Mofidi-Nasrabadi)

La scoperta di un archivio di tavolette d’argilla registra questa crescita, che però sembra arrestarsi verso la fine del XIV secolo a.C. per motivi non chiariti. Alcuni degli edifici monumentali furono abbandonati, e i materiali presi dalle loro rovine furono successivamente impiegati dalla popolazione per costruire delle semplici case.

Il team di archeologi dell’Università di Magonza, diretto da Behzad Mofidi-Nasrabadi, ha poi scoperto che una parte della popolazione della città venne massacrata o fu vittima di una epidemia. È stata infatti rinvenuta una fossa comune contenente i resti scheletrici di diverse centinaia di persone. I morti erano stati semplicemente ammucchiati a casaccio uno sull’altro, dietro un muro.

La fossa comune di Haft Tappeh (Behzad Mofidi-Nasrabadi)
La fossa comune di Haft Tappeh (Behzad Mofidi-Nasrabadi)

La German Research Foundation (DFG) ha recentemente approvato il finanziamento per continuare il progetto. Sarà possibile proseguire gli scavi e approfondire questa tragedia e il suo contesto storico.

Università Johannes Gutenberg di Magonza

4 pensieri su “Una fossa comune nel sito elamita di Haft Tappeh

  1. Ma come … sono diverse le testimonianze che in questo periodo circa 1500 a.c. 1300 a.c. V’è stata una enorme Eruzione vulcanica … ne siamo praticamente certi… E’ possibile che non si riesca a mettersi in testa delle conseguenze su larga scala di un mutamento climatico, di siccità e carestie pioggie acide e nessuna pioggia .. o cose simile in seguito all’evento del vulcano di Thera ? Nulla di nuovo sul fronte occidentale, sebbene sia super interessante.

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    1. Il comunicato stampa dell’università parla solo di massacro. Effettivamente, però, sulla pagina dedicata a Haft Tappeh, l’archeologo Behzad Mofidi-Nasrabadi ipotizza un massacro o un’epidemia. In attesa di future ricerche, ho cambiato il titolo dell’articolo e aggiornato il contenuto. Molte grazie per la riflessione, Adriana.

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