I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato tre opere di straordinario valore artistico, per una stima economica di oltre 30 milioni di euro: un raro complesso scultoreo di mitra tauroctono, una tela di Picasso di cui si erano perse le tracce, e uno straordinario dipinto del Carlevarijs.


La statua di Mitra
La scultura risalirebbe tra il II e il III secolo d.C., e mostra il dio Mitra nell’atto di abbattere un toro circondato da altri piccoli animali. I carabinieri l’hanno recuperata all’altezza del Museo delle Navi di Fiumicino, all’interno di un furgone che trasportava alcune piante e altro materiale. Il veicolo era inoltre preceduto da un motociclo che fungeva da battistrada e da una Smart che, presumibilmente, aveva funzioni di copertura. L’operazione ha portato all’arresto per ricettazione del guidatore del furgone, mentre si stanno cercando gli altri eventuali complici.
Le indagini hanno consentito di ricostruire come il “Mitra” fosse in viaggio per la Svizzera: le perquisizioni hanno infatti trovato mappe della Confederazione Elvetica, tracce di itinerari ed altre informazioni, tuttora al vaglio. Giunto in territorio elvetico, lo straordinario gruppo scultoreo sarebbe stato messo sul mercato illecito internazionale.
Un’analisi della mappatura degli scavi clandestini monitorati, e degli elementi scientifici, ha permesso alla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria Meridionale di condurre una campagna di scavo in urgenza, individuando il luogo esatto dello scavo. Nell’area archeologica di Tarquinia sono stati trovati 9 ambienti, di cui uno con funzioni sacre. Proprio lì sono stati scoperti due ulteriori elementi marmorei tipici dell’iconografia mitraica e che combaciano perfettamente con la statua ritrovata: un cane rampante e la testa di un serpente.
Non meno importanti gli altri rinvenimenti, tra cui pavimentazioni a forme floreali in terracotta, pavimentazione mosaicata e vari altri frammenti in marmo.


Il quadro di Picasso
La storia del ritrovamento di questa tela ha dell’incredibile: la casa d’aste Sotheby’s, in nome e per conto di un pensionato romano che dichiarava di esserne l’attuale proprietario, aveva presentato all’Ufficio Esportazioni di Venezia il quadro, al fine di ottenere il rilascio dell’attestato di libera circolazione. Si tratta del dipinto olio su tela “Violin e bouteille de bass”, di 54 x 45 cm, datato 1912 e attribuito a Pablo Picasso.
Vista la sua importanza, pero, il valore dichiarato pari a 1,4 milioni di euro appariva troppo basso per tale opera, suscitando il sospetto che fosse un falso. Le indagini degli investigatori della Sezione Falsificazione ed Arte Contemporanea, hanno scoperto che il quadro era entrato nella disponibilità del pensionato nel 1978, periodo in cui gestiva un’attività commerciale di corniciaio a Roma. In quel periodo si presentò, presso il suo laboratorio artigianale, un signore molto anziano, con un portafoto della moglie scomparsa, a cui era profondamente legato e il cui vetrino era stato accidentalmente rotto dalla domestica. Il corniciaio, vista la semplicità dell’intervento, eseguì la riparazione gratuitamente e l’anziano signore, rimasto anonimo, decise di pagare tale atto di generosità presentandosi due giorni dopo con la tela in dono.
L’artigiano, ignorando completamente la vera natura del dipinto, l’ha conservato senza particolari cautele per circa 36 anni, sino a quando non ne ha scoperto, casualmente, la possibile attribuzione. Gli accertamenti tecnici svolti dal CNR hanno permesso di stabilire che l’opera è effettivamente attribuibile a Pablo Picasso e che la stessa è presente nel catalogo Zervos, edizione del 1961, priva di indicazioni sulla collocazione dell’epoca. Sono in corso ulteriori verifiche per stabilire con certezza la provenienza originaria dell’opera.

Il quadro di Carlevarijs
Nel settembre 2014, a Milano, durante la perquisizione dell’abitazione di un mediatore d’arte, indiziato di ricettazione ed esportazione illecita di un importante dipinto individuato negli Stati Uniti, erano state rinvenute 190 foto di opere pittoriche, tra cui una raffigurante la veduta di Piazza San Marco di Venezia.
Gli accertamenti, eseguiti alla “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, hanno consentito di contestualizzarla nel dipinto olio su tela, epoca XVII secolo, attribuito all’artista Luca Carlevarijs (1665-1731), raffigurante “Veduta di Piazza San Marco dall’attracco delle gondole”, 122 x 59 cm, trafugato il 28/04/’84 a Roma nell’abitazione di un collezionista privato. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di accertare che il dipinto era stato consegnato da un collezionista al predetto mediatore affinché ne curasse la vendita.
