La fine della civiltà Nazca

Il paesaggio arido (Alex Chepstow-Lusty)
Il paesaggio arido (Alex Chepstow-Lusty)

Secondo una nuova ricerca pubblicata sul Latin American Antiquity, l’antica civiltà Nazca – fiorita sulle coste del Perù meridionale – cadde letteralmente insieme agli alberi che continuavano ad abbattere.

La distruzione delle foreste a favore dell’agricoltura espose infatti il paesaggio all’erosione del vento e alle inondazioni

Il paleoecologo Alex J. Chepstow-Lusty dice: “Non è che fossero semplicemente stati colpiti da un grandissimo El Niño intorno al 500 d.C., ma avevano già disboscato le loro foreste di huarango, un albero che vive in zone aride ad alta quota e stabilizza il suolo con alcune delle più profonde radici di qualunque altro albero conosciuto – e che può vivere fino a 1000 anni”.

L’huarango aumentava la fertilità e l’umidità del suolo, oltre ad essere una fonte di cibo. Le sue radici non solo succhiavano acqua per l’albero, ma la portavano in un sottosuolo meno profondo, creando una riserva d’acqua per altra vegetazione. Un processo vitale per un ecosistema fragile dove peraltro piove poco.

Le analisi condotte nella regione di Ica, oggi desertica, hanno dimostrato un progressivo disboscamento a favore dell’agricoltura e, intorno al 400 d.C., un passaggio dalla coltivazione di cotone a quella più estesa di mais.

Ma i vantaggi non durarono a lungo: quando un grande El Niño colpì le coste meridionali del Perù intorno al 500 d.C. non c’erano più huarango ad attutire l’impatto.

Un albero di huarango (Alex Chepstow-Lusty)
Un albero di huarango (Alex Chepstow-Lusty)
Regione di Ica, Perù (wiki)
Regione di Ica, Perù (wiki)

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