

L’enorme cava (100 x 40 metri) trovata in Terra Santa “è probabilmente Galgala” dice il prof. Adam Zertal. “Quando ne scoprimmo l’entrata, due beduini ci avvicinarono e ci dissero di non entrare perchè era stregata e abitata da lupi e iene”.
Oltre a simboli romani e 31 croci incise sulle pareti, sono state trovate rientranze nei pilastri usate per le lampade ad olio, e buchi dove legare gli animali utilizzati per trasportare le pietre. Le ceramiche e incisioni appartengono ad un periodo che va dall’1 al 600 d.C. circa. Zertal stima che il sito fosse stato una cava per 4-500 anni.
Ma la domanda è perchè abbiano scavato dall’interno: “Tutte le cave che conosciamo sono sopra la terra. Scavarci sotto è molto più faticoso, e in questo caso la cava è immensa. La domanda è: perchè?”
La risposta sta forse nella Mappa di Terrasanta di Madaba, realizzata in età bizantina, famosa per essere la più antica mappa d’Israele. Qui Galgala è raffigurata vicino all’iscrizione greca Dodekaliton (dodice pietre); e la distanza con Gerico è proporzionata alla distanza reale (4 km).
Zertal conclude: “Durante l’età romana era normale costruire templi con pietre di posti sacri, le quali erano quindi anche più preziose. Se la nostra ipotesi è giusta, i Bizantini identificarono il posto come la biblica Gilgal”. Che in greco divenne “Galgala”.
Sull’identità di Gilgal il dibattito è ampio: menzionata nella Bibbia Ebraica, la citazione più famosa riguarda il posto in cui Giosuè, passato il Giordano, fece posare 12 pietre, una per tribù, e fece circoncidere il popolo d’Israele.
“Ciò comportò la necessaria riverenza: ecco perchè avrebbero scavato sotto. Ma c’è ancora molto da cercare.”
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