Un sito in Bolivia dove bollivano e scarnificavano cavaderi

Gli archeologi al lavoro vicino al lago Titicaca, in Bolivia, hanno scoperto le tracce di un antico complesso mortuario dove venivano trattati i corpi umani dopo la morte. In particolare li bollivano, li scarnificavano e li pulivano.

Le ossa potevano poi essere portate via dalle popolazioni nomadi che vivevano sulle Ande.

Khonkho Wankane (Scott Smith)
Khonkho Wankane (Scott Smith)

Quasi 2.000 anni fa, le carovane commerciali e gli allevatori di lama si spostavano lungo i passi pedemontani vicino alle rive meridionali del lago Titicaca, in Bolivia. Tra gli sporadici avamposti frequentati dai nomadi, vi era il centro religioso e politico di Khonkho Wankane. Un nuovo studio, pubblicato su Antiquity, rivela che le popolazioni itineranti che frequentavano l’insediamento tra il 200 a.C. e il 500 d.C. ci portavano i loro morti per processarli ritualmente in pezzi più trasportabili per seppellirli altrove.

L’articolo, scritto dal professore di archeologia Scott C. Smith (Franklin & Marshall College) e Maribel Pérez Arias (University of Pittsburgh), spiega l’insolita scoperta. Al centro dell’insediamento, gli archeologi hanno dissotterrato i resti di un struttura circolare, in pietra e adobe, insieme a 972 ossa umane di almeno 25 individui, sparsi sul pavimento.

(Scott Smith)
(Scott Smith)

A parte le ossa intatte di una mano e un piede, la maggioranza dei resti umani scoperti erano denti e piccole ossa, soprattutto di mani e piedi. Gli esami hanno determinato che la maggioranza degli individui erano adulti di oltre 25 anni di età. Un sottile strato di gesso bianco copriva i resti, e la maggior parte mostrava tracce di pittura rossa. Gli archeologi hanno anche trovato pentole di ceramica e quattro strumenti in ossa di lama, ricoperti anch’essi con lo stesso gesso bianco.

I test a fluorescenza X condotti su 27 blocchi di un materiale gessoso bianco, rinvenuto nel sito, hanno rivelato una composizione principale di ossido di calcio – calce viva – prodotta riscaldando la pietra calcarea a temperature estremamente alte. Quando esposta all’aria, la calce viva diventa un gesso bianco (carbonato di calcio) simile a quello trovato sulle ossa.

Basandosi sulla presenza di calce viva e l’assenza di qualsiasi ossa lunga e cranio intatto, gli archeologi pensano che il sito fosse un complesso mortuario che processava i resti umani. Come i produttori di cuoio rimuovono capelli e grasso dalle pelli in un processo noto come “calcinazione”, a Khonkho Wankane disarticolavano i cadaveri portati dai nomadi. Poi li bollivano in pezzi in grandi pentoloni pieni d’acqua e calce viva, una mistura caustica che avrebbe staccato qualunque tessuto muscolare e grasso dalle ossa. Gli strumenti in ossa di lama sarebbero serviti a mescolare il contenuto. La presenza di pigmento rosso suggerisce che il processo rituale includeva la pittura delle ossa dopo la pulizia.

(Scott Smith)
(Scott Smith)

Quattro monoliti di arenaria incisi trovati a Khonkho Wankane offrono ulteriori indizi sull’uso originale della struttura. Le incisioni su un pilastro raffigurano un individuo che sembra spostarsi sopra il retro del monolite coperto di carne e poi muoversi giù con le sue coste esposte e il corpo parzialmente scarnificato.

L’analisi degli isotopi di ossa e denti ha scoperto che alcune persone non provenivano dalla regione meridionale del lago Titicaca, ma da fuori. Secondo i ricercatori, “[questi] individui non vissero vicino alla regione durante la formazione dello smalto dentale”, suggerendo che i cadaveri vi fossero portati apposta per il rituale.

Ma perché un’antica civiltà che abitò le Ande costruì una tale struttura? Una ragione è che i morti fossero riveriti dai vivi e giocassero un ruolo importante nella società. Oppure, in una società altamente mobile, i membri della famiglia spesso morivano lontani da casa, e piuttosto che seppellirli nel luogo di morte i parenti li trasportavano verso cimiteri più adatti. In questo modo, il complesso serviva come una “stazione secondaria” che serviva a trasformare i pesanti cadaveri in ossa, più facilmente trasportabili e pronte per essere sepolte a casa.

“Le prove indicano”, scrivono Smith e Pérez, “che in un’epoca di accresciuti movimenti e circolazione, Khonkho Wankane assunse una certa rilevanza grazie anche al processamento rituale dei resti umani per la popolazione agropastorale”.

(Jach’a Machaca Archaeological Project)
(Jach’a Machaca Archaeological Project)

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Jach’a Machaca Archaeological Project

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