Scoperto un mosaico sotto le Terme di Traiano

Colle Oppio delle meraviglie. Un nuovo Apollo emerge dalle viscere del colle. Per Roma è un evento, un nuovo eccezionale ritrovamento a due passi dalla Domus Aurea, dal Colosseo e dall’area archeologica centrale. Un mosaico di grandi dimensioni.

L’eccezionale manufatto è riaffiorato non lontano dall’affresco della «Città Dipinta», che era stato trovato nel criptoportico traianeo nel febbraio del 1998.

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Apollo (repubblica.it)
Musa (AFP)
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L’area è ancora quella del fortunato tunnel traianeo, il mosaico ha al centro le figure di Apollo e delle muse. E proprio Apollo era il dio raffigurato in grande evidenza con una statua nell’affresco della città ideale grande una decina di metri quadri.

Siamo sotto la grande esedra del complesso termale ideato per Traiano nel 109 dell’era volgare dal geniale architetto Apollodoro di Damasco, la nuova scoperta riguarda con tutta probabilità un edificio precedente l’impianto traianeo.

L'esedra (sovraintendenzaroma.it)

È toccato agli archeologi della sovrintendenza comunale guidati da Rita Volpe, che hanno in carico questa zone del sottosuolo traianeo adiacente alla Domus Aurea, scoprire il gioiello del criptoportico. Il mosaico, proprio come il celebre affresco di «Apollo e le muse Clio e Euterpe» (I sec.) conservato a Pompei, o l’antico frontone del tempio di Luni conservato a Firenze, ritrarrebbe il dio della poesia e del Sole.

“Ci sono altri dieci metri da scavare in profondità – aggiunge Giovanni Caruso, l’altro archeologo del comune – Tutto questo fa parte di un edificio di età Flavia coetaneo della Domus Aurea. Il piano di calpestio alla base insomma risale al 60 dell’era volgare. Sopra il criptoportico e il mosaico ci sono le terme di Traiano inaugurate nel 109”.

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Il criptoportico che in età moderna aveva ospitato una polveriera napoleonica è oggetto di fortunate indagini dalla seconda metà degli anni ’90.

Fu lì infatti, nel febbraio del 1998, che in fondo alla lunga galleria di sessanta metri (larga otto) fu riportato alla luce il celebre affresco a volo d’uccello di una città che fu presto definita «Città Dipinta» e che secondo l’immaginifico critico d’arte Federico Zeri accorso a vederlo avrebbe potuto rappresentare perfino l’antica Londinum (Londra).

L’affresco lasciò senza fiato la prima che lo vide, l’ archeologa Elisabetta Carnabuci: la rappresentazione di una città , con la sua cerchia di mura turrite, mostrava sulla sinistra l’azzurro di un fiume attraversato da un ponte e con i camminamenti esterni. In basso un mausoleo dai toni dorati e una fila di case rosse, vicino un quadriportico colonnato e sul limite destro un tempio ed altri edifici su un’altura. Al centro della città infine una statua dorata di dimensioni colossali posta all’incrocio tra due strade. E ancora: un teatro, accanto al quale ecco svettare una statua d’Apollo su alto basamento. Lo stesso dio raffigurato nel soggetto del mosaico appena scoperto, che segue di 6 anni il rinvenimento di un altro importante pavimento a tessere.

La Città Dipinta (sovraintendenzaroma.it)

Corriere (qui e qui)

Ministero dei Beni Culturali

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