L’Homo naledi a metà tra scimmia antropomorfa e uomo

Ricostruzione dell'Homo naledi (Berger et al., 2015)
Ricostruzione dell’Homo naledi (Berger et al., 2015)

In una grotta in Sudafrica è stata recentemente scoperta una nuova specie umana, vissuta forse fino a 2 milioni di anni fa. Ora, un mese dopo, due studi su mani e piedi hanno stabilito che l’Homo naledi era straordinariamente adatto sia a camminare in posizione eretta, sia a salire sugli alberi.

Le caratteristiche dell’Homo naledi provano che la specie fosse capace di manipolare oggetti quali utensili di pietra tra dita e pollici, sebbene le sue dita, lunghe e curve mostrino che fosse anche adatto ad arrampicarsi sui rami. Continua a leggere “L’Homo naledi a metà tra scimmia antropomorfa e uomo”

La scoperta del più antico fossile del genere Homo riempe un vuoto evolutivo

Sembra che l’umanità sia invecchiata all’improvviso di quasi mezzo milione di anni. Secondo due studi pubblicati su Science, i paleoantropologi al lavoro in Etiopia hanno scoperto un osso mascellare di 2,8 milioni di anni, il che lo rende il più antico fossile del genere Homo nella linea ancestrale umana mai scoperto in oltre 400.000 anni.

La scoperta potrebbe riempire delle lacune importanti nella comprensione dell’evoluzione umana.

(Kaye Reed)
(Kaye Reed)

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Quando gli europei cominciarono a bere il latte

Per le antiche popolazioni dell’Europa centrale, l’inizio del Neolitico, dell’Età del Rame e dell’Età del Bronzo fu accompagnato da altrettanti cambiamenti genomici, segno che le innovazioni materiali furono associate al mescolamento di popolazioni diverse. E’ quanto emerge dal sequenziamento di 13 genomi di individui vissuti nell’arco di 5000 anni, che mostra inoltre che in queste popolazioni la pelle divenne più chiara tra 19.000 e 11.000 anni fa, e la capacità di digerire il latte negli adulti comparve solo con l’Età del bronzo.

Sepoltura risalente all'Età del Bronzo nel sito di Ludas-Varjú-dulo, in Ungheria, e datato al 1200 a.C. (Janos Dani/Deri Museum, Debrecen, Hungary)
Sepoltura risalente all’Età del Bronzo nel sito di Ludas-Varjú-dulo, in Ungheria, e datato al 1200 a.C. (Janos Dani/Deri Museum, Debrecen, Hungary)

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Il clima e l’evoluzione del genere Homo

Fra 2,5 e 1,5 milioni di anni fa la forte instabilità climatica che regnava in Africa orientale avrebbe portato all’evoluzione di numerose specie e sottospecie coesistenti di ominini, ciascuna caratterizzata da tratti utili per una differente strategia di sopravvivenza.

Proprio questo complesso mosaico avrebbe permesso lo sviluppo del genere Homo, caratterizzato dalla capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali, più che dall’adattamento a un qualsiasi ambiente.

(RossellaApostoli/iStockphoto.com)
(RossellaApostoli/iStockphoto.com)

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