80 teschi sotto le rovine di Shimao

A Shimao, la più grande città neolitica della Cina, gli archeologi hanno scoperto più di 80 teschi – la maggior parte di giovani donne – che potrebbero essere state sacrificate 4.000 anni fa.

I teschi sono stati scoperti in due fosse, contenenti ciascuno 24 teschi, di fronte alla porta orientale della città. Gli altri erano invece lungo il muro orientale.

(AFP)
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“Questa sepoltura collettiva potrebbe avere a che fare con la cerimonia di fondazione della città”, ha detto l’archeologo Sun Zhouyong.

È possibile che i morti fossero dei nemici o dei prigionieri di un qualche conflitto etnico. Zhouyong riferisce che i primi 40 teschi ritrovati l’anno scorso mostravano “segni di colpi e bruciature”. I corpi delle persone non sarebbero invece stati trovati.

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Recentemente, nel sito sono stati anche scavati due torri e più di cento resti di pitture murali e oggetti di giada.

Non è la prima volta che si trovano resti di sacrifici umani nell’antica Cina. Re e imperatori venivano spesso sepolti coi loro servi e le loro concubine, e a volte venivano prima uccisi o sepolti vivi. Nel 2005, nella provincia dello Hunan, gli archeologi avevano trovato un altare usato per i sacrifici umani e anche lo scheletro di una vittima.

Le rovine di Shimao erano state scoperte nel 1976. La città, grande 4,25 km², venne costruita circa 4.300 anni fa e fu abbandonata più o meno 300 anni dopo, durante la dinastia Xia (2.100 – 1.600 a.C.), la prima dinastia descritta nelle cronache cinesi.

Xinhua

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