Scoperto il primo ibrido Neandertal-Sapiens?

Un frammento di mandibola scoperto a Riparo Mezzena nel 1957 potrebbe appartenere al primo ibrido Neandertal – Sapiens mai scoperto finora. È quanto affermato da un gruppo di ricercatori italiani e francesi in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos One.

La ricostruzione di una femmina di Homo neanderthalensis. Fotografia di Joe McNally (Joe McNally)
La ricostruzione di una femmina di Homo neanderthalensis. Fotografia di Joe McNally (Joe McNally)
La mandibola fossile di Riparo Mezzena (PlosOne)
La mandibola fossile di Riparo Mezzena (PlosOne)

La mandibola fu scoperta alla fine degli anni Cinquanta a Riparo Mezzena, una cavità dei Monti Lessini, in associazione con strumenti in selce riferibili alla cultura musteriana, cioè quella prodotta dai Neandertal, e secondo la datazione al radiocarbonio eseguita qualche anno fa risale a un periodo compreso tra i 35 e i 40 mila anni fa. Un momento cruciale per la comprensioni dei diversi destini evolutivi delle due specie in quanto coincide, in Europa, alla comparsa dei sapiens e alla scomparsa dei Neandertal.

Il lavoro dei ricercatori, tra cui Laura Longo, ricercatrice dei Musei Civici Fiorentini, l’archeologo Paolo Giunti, dell’Istituto Italiano di Preistoria e protostoria, David Caramelli e Martina Lari, dell’università di Firenze, e Silvana Condemi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche francese a Marsiglia, si è concentrato sul confronto morfologico della mandibola con altri reperti neandertaliani europei dello stesso periodo e altri appartenenti a H. sapiens, con il fine di verificare e valutare eventuali somiglianze fisiche. Il mento, infatti, è una di quelle caratteristiche che ben differenziano le due specie: se nei Neandertal il mento è quasi assente, nell’uomo anatomicamente moderno si fa invece sempre più marcato. Nel frammento di Riparo Mezzena queste differenze non sono invece così evidenti, visto che è presente un lieve accenno di mento.

Secondo gli autori, il fatto che la mandibola presenti dei tratti molto vicini a quelli di Homo sapiens potrebbe rafforzare ulteriormente l’idea che in Europa, in quel periodo, fosse già in atto l’ibridazione fra le due specie, e quindi che i Neandertal non sarebbero scomparsi improvvisamente ma anzi sarebbero stati gradualmente “assimilati” dai nuovi arrivati sapiens.

La mandibola di Riparo Mezzena sarebbe quindi una delle prime testimonianze dirette degli incontri sessuali tra gli ultimi neandertaliani e i primi uomini moderni giunti in Europa. Le analisi genetiche che sono state condotte sul DNA mitocondriale estratto dalla mandibola, hanno dimostrato infatti l’appartenenza del reperto alla specie neandertaliana, e dato che il DNA mitocondriale si trasmette solo per via materna, di madre in figlio, l’accenno di mento descritto dai ricercatori nel loro studio potrebbe appartenere a un ibrido nato dall’unione di una femmina Neadertal e di un maschio sapiens.

National Geographic

Plos One

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