Dei nuovi scavi condotti da un team internazionale hanno svelato tracce di agricoltura in due insediamenti neolitici in Dalmazia, importanti per aver contribuito a diffondere lo stile di vita sedentario dal Medio Oriente all’Europa.
La coltivazione di piante e l’allevamento di animali cominciarono quasi 8000 anni fa nel sito di Pokrovnik e durarono circa un millennio, secondo le datazioni al radiocarbonio dei resti di semi e ossa. Simili pratiche ci furono a Danilo Bitinj dai 7300 ai 6800 anni fa.


Esistono altre ricerche che evidenziano la diffusione dell’agricoltura dal Medio Oriente in Europa, sottolinea Ofer Bar-Yosef, archeologo dell’Università di Harvard: alcuni villaggi rurali nella Grecia occidentale vengono datati a circa 9000 anni fa, mentre gli agricoltori mediorientali cominciarono a sfruttare piante e animali 10500 anni fa.
I siti di Pokrovnik e Danilo Bitinj sono scavati da più di 40 anni, ma solo Moore e i suoi colleghi hanno scavato abbastanza in profondità da scoprirvi tracce di agricoltura “intensiva”.
I resti di semi e piante provano la coltivazione di nove tipi di piante – tra cui farro, avena e lenticchie – oltre alla raccolta di more e altri frutti. Le ossa animali invece evidenziano allevamenti di pecore, capre e anche maiali.
Nei due villaggi sono poi state anche trovate schegge di ossidiana provenienti dall’isola di Lipari, ceramiche di diversi stili, ma nessuno scheletro – a parte quelli di tre bambini.

Gli scavi sono stati diretti dagli archeologi Andrew Moore, del Rochester Institute of Technology in New York, e Marko Mendušic, del Ministero della Cultura croato a Šibenik. I risultati sono stati esposti in occasione del meeting annuale dell’Archaeological Institute of America.
Fonte: Science News.