
Gli archeologi lo hanno sospettato a lungo: gli Zapotechi, civiltà precolombiana fiorita nella Valle di Oaxaca fra il 500 a.C. e il 1000 d.C., usavano i femori degli antenati come status symbol.
A provarlo c’erano le loro stesse sculture e il ritrovamento di una tomba in cui mancavano nove femori. Tuttavia gli scheletri erano così mischiati che non si era certi se le ossa fossero state prese o semplicemente perdute.
Gli Zapotechi spesso tenevano i resti dei loro parenti vicino a casa; a volte persino a casa.
Uno scavo condotto da Gary Feinman vicino all’antica città di San Pablo Villa de Mitla ha portato alla luce una fossa sotto ad un’abitazione: dentro, uno scheletro di uomo praticamente intatto, a parte la mancanza del femore destro.
Per l’archeologo Joyce Marcus, non coinvolto nella ricerca, “la rimozione del femore di un maschio era uno dei modi con cui gli Zapotechi si assicuravano la continuazione della dinastia”.