Trovata la breccia dell’assedio romano di Tito a Gerusalemme

(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)

Gli archeologi israeliani avrebbero trovato le tracce della breccia aperta dalle legioni romane di Tito nelle prima cerchia di mura di Gerusalemme, durante l’assedio del 70 d.C. Dopo quell’attacco, i Romani conquistarono la città e distrussero il Secondo Tempio – uno dei più importanti eventi della storia giudaica.

Lo scavo era stato condotto lo scorso inverno sul sito di costruzione di un campus per una scuola d’arte, nel complesso russo di Gerusalemme.

Tra le scoperte ci sono le rovine di una possibile torre di guardia usata dai ribelli ebrei. Accanto vi erano dozzine di pietre sparate dalle baliste romane.

La breccia

I manufatti delineano un’area che sembra essere stata pesantemente bombardata dalle macchine d’assedio romane.

Il sito della breccia nella terza cerchia di mura (la più esterna) era stato descritto dallo storico ebreo Flavio Giuseppe nella sua opera Guerra giudaica, ma finora non era mai stato identificato.

Gli archeologi che hanno diretto lo scavo, Rina Avner e Kfir Arbib, hanno parlato di «un’affascinante testimonianza dell’intenso bombardamento da parte dell’esercito romano, condotto da Tito, prima di conquistare la città e distruggere il Secondo Tempio. Il bombardamento servì ad attaccare le sentinelle di guardia sul muro, e a proteggere le forze romane che avanzavano con gli arieti per aprire una breccia».

Le pietre, tirate con fionde o baliste (Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
Le pietre, oltre 70, furono tirate con fionde o baliste (Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)

L’assedio secondo gli storici

Nella sua descrizione, Flavio Giuseppe racconta che il muro aperto dai Romani in origine doveva proteggere un nuovo quartiere della città, a nord rispetto i confini, completato come parte dei preparativi per la rivolta ebraica contro Roma (della quale Flavio Giuseppe era un comandante, prima di passare coi Romani).

Il suo racconto dell’assedio fornisce una descrizione dettagliata delle mura e delle difese di Gerusalemme, non ultimo il terzo muro a nord, che era considerato il punto debole di Gerusalemme. È qui che i Romani attaccarono, venendo dalla direzione di Monte Scopus, prima di distruggere le fortificazioni.

«Il muro cominciò a cedere davanti ai colpi del “Vittorioso” – questo è il nome che i Giudei diedero alla più grossa delle elepoli romane, poiché distruggeva ogni ostacolo – e i difensori, ormai stremati non solo dai combattimenti, ma anche dalle notti insonni passate a vigilare […], ritennero che fosse ormai inutile difendere questo muro quando ne rimanevano altri due, e così molti si ritirarono»

Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, V, 7.2.299-300.

La breccia nel muro è stata descritta anche dallo storico romano Cassio Dione, che scrisse come la resistenza continuò anche dopo lo sfondamento da parte dei Romani.

(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
Una punta di lancia corrosa (Clara Amit, Israel Antiquities Authority)
Una punta di lancia corrosa (Clara Amit, Israel Antiquities Authority)
Dei vasi come questo hanno aiutato a datare gli eventi (Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
Dei vasi come questo hanno aiutato a datare gli eventi (Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)
(Yoli Shwartz, Israel Antiquities Authority)

I resti del terzo muro erano stati casualmente scoperti negli anni ’20, alimentando un lungo dibattito sull’assedio dei Romani.

Nonostante siano avvenuti 2.000 anni fa, gli eventi descritti da Flavio Giuseppe continuano ad avere un profondo significato oggi, sottolineato anche dalla recente, forte discussione su una risoluzione dell’UNESCO.

The Guardian

Autorità Israeliana per le Antichità

12 pensieri su “Trovata la breccia dell’assedio romano di Tito a Gerusalemme

  1. Dico la mia:
    La risoluzione dell’Unesco è incredibile perché è indiscutibile l’esistenza dell’Ebraico Tempio di Salomone e delle sue drammatiche vicissitudini, ma anche perché la Palestina è stata Ebraica per secoli prima della comparsa degli Arabi.
    Gli Arabi Islamisti comparvero sulle coste del Mediterraneo solo dopo l’avvento del loro profeta.
    Inoltre, per il profeta dell’Islam, gli Ebrei erano i suoi fratelli, e la Storia del popolo Ebraico era parte integrante della storia degli Arabi.
    E’ proprio per questo motivo che l’assunzione in cielo di Maometto fu fatta risalire storicamente dalle rovine del Tempio. In questo modo si innestava la Storia degli Arabi Islamici su quella Ebraica precedente.
    La Storia degli Ebrei è di molto più antica di quella dei Musulmani; ed è indiscutibile che la radice delle tre religioni monoteistiche sia Ebraica, così come la terra martoriata da cui essa è nata.

    L’incapacità di raggiungere la pace, le liti e le violenze continue, sono frutto dell’estremismo religioso intollerante, e della politica populista, che come in ogni dove, si basa sulla violenza e la costruzione di paure vicendevoli; operate, purtroppo, da ambo le parti.

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    1. Accostare questione di business politico (apolitica) e di business militare a questioni storiche è non solo un errore ma un campanello forte e chiaro d’allarme che descrive quello he si sta facendo ovunque. Costruire cultura sul desiderio di rivincita o di rivalsa e vendetta (cfr. Ground Zero Memorial).
      In un parco vicino alle torri v’è un monumento che contiene anche le spoglie non riconosciute dei morti dell’evento dell 11 settembre tra cui ci sono anche quelle di alcuni dirottatori … siamo umani, siamo parte di un’unica storia, siamo planetari. Basta ideologizzare l’uomo, usare tassonomie umane e nella natura, c’è bisogno di progresso delle scienze, interdisciplinarietà non senza trasparenza open source e accountability. La neutralità oggi ha ben smascherato gli errori archeologichi che vengono fatti e furono fatti (vogliamo parlare di Micene o di Cnosso! Se i tedeschi non avessero perso la guerra saremmo di fronte a una marea di storie raccontate a proprio piacere – non chr oggi in questo mondo paternalistico da centinaia di anni non lo siamo).

      Va detto infine che la cultura Ebraica è certamente antica ma è collegata se non prende ispirazione da quella Egizia, quella Greca e quella babilonese oltre all’antichissima realtà Indiana e comunque di realtà vhe sono molto più grandi di questa comunità sparsa un po’ ovunque. (Da sempre)

      L atteggiamento di conquista culturale, la diffusione di alarm culture (con eventi connessi a isis da new york al colosseo) senza un vero messaggio, le ricostruzioni di cnosso e altre manifestazioni individualiste datate e obsolete sono tutte manifestazioni profondamente erronee che vanno cancellate e bandite dalla archeologia dalla ricostruzione di chi siamo …

      Non si tratta di giustificare qualcosa oggi (fobia nazionalista Israeliana, molto pericolosa da piu di un secolo) ma si tratta di conoscere chi siamo. (Siamo planetari)

      Questo procedere per chi arriva prima o dopo (ideologia della ricerca…) non è solo fare lo sgambetto a chi professionalmente e con passione opera in queste ricerche ma è un crimine verso l’intera Umanita e di disumanità.

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    2. La risoluzione Unesco è veramente incedibile e surreale, non è nemmeno utile discuterne. siano fumato. Ebraismo Cristianità e Islam condividono tradizioni e profeti essendo l’Ebraismo, nella sua forma post esilio Babilonese 1000 anni più vecchio di Maometto va da se che la storia dell’Ebraismo è più vecchia di quella Mussulmana. In mezzo c’è quella Cristiana. Per origini monoteistiche più anche, nelle quali anche l’Ebraismo affonda le radici vorrei suggerirti un libro, molto semplice (io sono un lettore semplice) ” Luomo Mose e la Religione Monoteistica” E’ scritto da Sigmund Freud, edito da Bollati Boringhieri.
      Un saggio interessante per il “monoteismo” implementato nell’antico Egitto dal faraone Amenofi IV poi diventato Ekhnatòn (Dio universale Atòn (Sole)) siamo intorno al 1350 AC poco meno di 1000 anni prima dei grandi riformatori Ezra e Neemia. Scusa il mio intervento
      ma il tuo commento mi ha dato lo spunto.

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      1. Anzi, ti ringrazio, e darò retta al tuo consiglio. Non ora, perché sto facendo una ricerca che mi impegnerà qualche mese. Volevo solamente aggiungere questo: in altri tempi ho avuto delle fraterne amicizie con Arabi, parecchio laici all’epoca, e abbiamo parlato spesso dei rapporti tra le religioni Abramiste, e mi pare interessante citare il perché i Musulmani si sentono quasi svincolati dall’Ebraismo.
        Il “Libro” in verità, dovrebbe essere stato almeno compendiato durante la cattività degli Ebrei a Babilonia: il Grande Diluvio, e alcuni errori di traduzione lasciano credere che novelle e romanzi epici Babilonesi siano stati copiati dagli Ebrei. Alla base vi sarebbe la più antica letteratura Sumera. Dal punto di vista religioso o teocratico non cambia molto perché anche una scopiazzatura può essere stata ispirata da Dio. Lo scopo fu evidentemente la necessità di nobilitare la Storia degli Ebrei, rendendola tanto antica da avere nascita agli albori della civiltà umana.
        Nabucodonosor portando la classe dirigente Giudea a Babilonia, e mettendola di fronte alla grandezza superiore della cultura Babilonese, pensava di annichilirla culturalmente. Invece, come sempre è successo, quando qualcuno li vuole distruggere, gli Ebrei trovarono nuova linfa per fortificare il loro credo, e di conseguenza la loro identità; anche se sono molto laico, mi piace pensare come Cristiano, perché mi inorgoglisce, che essi siano i miei fratelli maggiori.
        Gli Arabi dicevano semplicemente che i Babilonesi, Accadici e i Sumeri erano semiti di sangue arabo, e quindi la storia degli Ebrei è quella di un popolo arabo.
        Sbagliato: i Babilonesi divenuti i padroni della Mesopotamia erano di lingua e origine indoiranica (come i Kurdi), gli Accadici erano semitici, ma non sappiamo se poi divennero i progenitori degli uni o degli altri, e i Sumeri non sappiamo di quale etnia fossero, probabilmente, una molto variegata, e per le statue che hanno lasciato, dovevano avere una forte componente asiatica.
        Siamo di fronte semplicemente a una radice genericamente umana, a una cultura che gli Ebrei hanno saputo celebrare e conservare nel tempo, comunicandola a Cristiani e Musulmani. Senza gli Ebrei, il Dio dei Cristiani e dei Musulmani sarebbe il caos.
        Credenti o laici dobbiamo rispetto agli Ebrei!
        P S.
        Anch’io ho scritto un libro, un romanzo che tratta anche di antropologia teologica e che si svolge nella società sumera: “Un cielo turchese punteggiato d’oro”.

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  2. Quello che con l’interdisciplina attraverso la creazione di un reparto di archeologia spaziale in ogni agenzia spaziale e in una agenzia spaziale mondiale non solo permetterebbe incredibili scoperte su chi siamo ma permetterebbe anche la protezione del patrimonio planetario spaziale che ci narra la cooperazione e la competizione pacifica dell uomo da oltre 50 anni nello Spazio per la ricerca diffondendo tra i cittadino non solo il senso per cui siamo qui, ma offrendo una prospettiva scientifica e omnicomprensiva su quello che facciamo …

    Questa scoperta non è nulla rispetto a quello che si può fare con l abbinamento di risorse umane alle risorse tecnologiche.

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    1. Grazie Tomahawk101x,
      Le nuove e possibili discipline ci permetteranno avanzamenti importanti sul sapere circa “chi siamo e da dove veniamo” oltre la curiosità e la voglia di conoscere…. argomento affascinante, ampio e in se infinito argomento per altrettante discussioni tuttavia;
      l’ emozione che si prova a far riemergere con le mani “qualche cosa” dal terreno è di difficile comparazione. Voglio condividere una emozione, anticipandola con una premessa: “Mi sono trovato spesso a leggere Giuseppe Flavio in in giro per Israele nei vari siti citati nei suoi libri che ho consumato”. E’ una abitudine che intendo continuare sopratutto fra poco, a termine della vita di lavoro, con maggiore disponibilità di tempo. L’emozione di un minuto: Gerusalemme, Angolo Sud Ovest del Second Tempio. L’arco di Robinson, demolito, rovina al suolo e il suo peso imbarca la pavimentazione sulla quale si è appoggiato. Quella imboscamento ella pavimentazione che il peso ha provocato è lì! E’ talmente reale che vedo l’arco che precipita e rovina al suolo……..
      Certamente è una piccola emozione, molto personale ma essa mi indica quanto intense le emozioni che le piccole e semplici azioni di un’archeologo che passa ore a setacciare e a scoprire usando propri sensi, tutti e le proprie mani per ottenere brandelli delle cose che l’uomo ha lasciato.

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  3. Silvio, grazie per il tuo commento, sono d’accordo e quello che scrivi accresce quello che credo di avere capito leggendo. Non sono un esperto e la mia libreria di storia antica pur monotematica è spesso casuale. In ogni caso sparpagliata per casa, non riesco a chiudere un libro e solo più o meno tutti aperti per via degli interrogativi che sorgono ad ogni riga.
    Sono stato fortunato ad avere ed avere tuttora l’occasione di girare il mondo (presso il quale ho tantissimi amici diversi per razza e religione) e la passione per la storia antica interviene nei viaggi in Israele. Auguro a tutti gli appassionati di poter leggere Giuseppe Flavio seduto sulla collina di Yotfat in alta Galilea, oppure seduto nell’acquartieramento del generale Silva nel Campo F a Masada guardando la rampa e immaginando di essere spettatore attento e presente…..Bene
    Credo di essermi iscritto al Fatto Storico che non conoscevo, (se non ho fatto casino compilando la scheda)

    Mi interessa leggere tuo libro, già mi immagino il “Cielo Turchese” che Gilgamesc e Enkidu stanno guardando mentre cercano di raggiungere Utanapistim.
    Scusa, questo è il modo con cui io leggo i libri.
    Come faccio a reperirlo?

    Sargon che anche tu usi come immagine (Anche lui trovato nel cesto abbandonato al fiume) è un mio eroe. Da dove venissero i Sumeri è intuibile … “Da un poco più il la”! Fondamentale quello che hanno fatto e lo hanno lasciato per noi fortunatamente.

    Poi venendo avanti nella cronologia un altro mio eroe è Hammurrabi. Quello che ha messo insieme ma sopratutto l’ attualità del suo codice giuridico, e il modo potente di preferire la prevenzione sulla punizione. (il nostro codice di procedura penale potrebbe trarne insegnamento)

    Più nel concreto, il periodo che oggi mi interessa e che devo cercare di approfondire è proprio quello delle vicende dei Giudei che ritornano dall’esilio babilonese.
    Mai periodo più oscuro e più importante da capire, per l’ Ebraismo come lo conosciamo oggi, per la Chiesa Cristiana delle origini e anche per l’Islam.

    Sto cercando di trovare da leggere e capire come è in pratica avvenuto il passaggio dal sistema monarchico Davidico alla Teocrazia o addirittura Ierocrazia di Ezra e Neemia.
    Poco sono stato capace di trovare da leggere e se mi sai consigliare te ne sarò grato.
    Intanto però spero e mi piacerà approfondire questa discussione magari verticalizzarla su qualche argomento di interesse reciproco.

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    1. Franco, hai delle conoscenze enciclopediche, e sono lieto che appartengano a persona così equilibrata.

      Anch’io ho la voglia spasmodica di vedere con i miei occhi gli eventi passati, anche solamente lo sviluppo urbanistico delle città antiche. E quali meraviglie potrebbe suscitare il camminare all’interno di un antico mercato, con le sue merci preziose, gli odori sgradevoli, i profumi intensi; lingue diverse, crepitanti o dolci, costumi sgargianti o miseri. Donne belle, ricche o tribali. Colori, forme, odori, suoni, sempre diversi.

      Il passato che agli umani piace studiare e descrivere, nasce da una visione fantasiosa o reale?
      Lo spasmodico tentativo di svelare questo dilemma, sintomo di una passione enigmatica, è il processo che fa crescere la capacità d’indagine e la creatività. La conoscenza del passato si serve di raziocinio e irrazionalità immaginifica, inestricabili, ineluttabili pulsioni della mente umana.

      Il libro, se m’invii l’indirizzo, te lo spedisco, e non credere che faccia un’eccezione perché così è il mio costume.
      Ci conviene però divenire amici su fb in modo da colloquiare con più comodità, senza disturbare gli altri. Sul mio profilo non so se visibili da tutti, ho messo da tempo svariati commenti (Altro, e poi Note) di sociologia, studi sulla nascita del linguaggio, la mia opinione sul quesito “indoeuropeo”, su alcuni eventi storici locali. Non ho potuto invece mettere altri lavori, perché dovrei cambiare programmi e computer, cosa che farò tra breve: uno studio finito a Marzo dell’anno scorso concernente la colonizzazione islandese della Groenlandia (ottanta pagine circa), altre ricerche sulla mesoamerica precolombiana.
      Silvio Silvetti è il mio indirizzo fb accompagnato dal “capoccione” di Sargon.
      Ti saluto, lieto di averti incontrato.

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  4. Trovato Sargon e inviata la richiesta. Oggi giornata difficile ma questa sera dato attenzione.
    La mia età è in disaccordo con le ultime tecnologie. Mio nipote (6anni) mi cracca in un secondo le password che io sistematicamente dimentico, così mi aiuta. A presto

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