Gli studiosi hanno scoperto alcune delle più antiche testimonianze dell’uso degli antichi Egizi di sacrificare e riempire di cibo gli ibis sacri, una specie di uccelli anticamente diffusa in Egitto che veniva venerata come simbolo del dio Thot.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of Archaeological Science, la TAC eseguita sull’uccello di 2.500 anni fa (uno dei quattro usati per la ricerca) mostra che il corpo dopo la morte fu riempito di cereali affinché fosse in grado di affrontare la sua missione ultraterrena di messaggero presso gli dei.


La ricostruzione tridimensionale basata sulla TAC di un esemplare di ibis adulto mummificato trovato ad Abydos mostra che il “pasto” post mortem dell’animale, a base di lumache – venne inserito nel corpo attraverso un’incisione. In altre mummie sono stati invece ritrovati cereali e piccoli vertebrati, come pesci.
Quando l’uccello veniva sacrificato, lo stomaco e il suo ultimo pasto venivano rimossi durante il processo di mummificazione, spiega il responsabile della ricerca Andrew Wade della University of Western Ontario, in Canada.
L’uccello è uno dei tre ibis sacri (Threskiornis aethiopicus, oggi estinto in Egitto) risalenti fra i 2.600 e 2.000 anni fa rinvenuti pieni di cibo per l’aldilà.


Le mummie di uccelli presentano molte varianti, spiega Wade: “Alcune sono sostanzialmente dei falsi, nient’altro che qualche piuma bendata assieme; alcune venivano immerse nella resina, altre ancora invece svuotate e sottoposte allo stesso procedimento usato per gli esseri umani”.
Gli ibis sacri mummificati venivano spesso offerti in onore di Thot, il dio egizio della scrittura e della saggezza, spesso raffigurato come un uomo dalla testa di uccello.
Grazie alla TAC oggi i ricercatori possono esaminare questi reperti senza danneggiarli.



Anche se oggi questi uccelli sono estinti in Egitto, nell’antichità venivano mummificati a milioni.
Nel sito di Tuna el-Gebel sono state trovate oltre 4 milioni di mummie di ibis. Si trattava di un’industria fiorente nell’antico Egitto: venivano prodotte come offerte votive e i fedeli pagavano cifre anche molto elevate per procurarsele, spiega Wade.
