Bluehenge e gli antichi rituali funebri

Ramilisonina (Dan Grossman)

Ramilisonina è uno dei primi archeologi nativi del Madagascar e uno studioso della preistoria del suo paese.

Insieme a Mike Parker Pearson, dello Stonehenge Riverside Project, ha sviluppato una nuova interpretazione del paesaggio rituale intorno a Stonehenge e Woodhenge (qui una teoria di Pearson).

Intervistato da Richard Covington, parla della recente scoperta di Bluehenge (o Bluestonehenge, vedi qui e qui), un henge situato vicino a Stonehenge, ed esplora le similitudini fra i rituali funebri del Madagascar e dell’Inghilterra neolitica.

Bluehenge è contrassegnato dal punto giallo (National Geographic Society)

Cos’è stato trovato esattamente a Bluestonehenge?

Abbiamo scoperto un fosso circolare, dentro al quale c’erano frammenti di bluestone, grandi megaliti portati dal Galles. I manufatti del sito sono datati all’incirca dal 2500 al 3000 a.C., la stessa epoca di Stonehenge.

Cose si collega Bluestonehenge a Stonehenge?

Bluestonehenge era un cerchio di pietre sul fiume Avon, e cerimonie funebri avrebbero potuto cominciare lì. I corpi potrebbero esser stati cremati nel sito e poi portati a Stonehenge per la sepoltura. Vediamo lo stesso tipo di pratica oggi in Madagascar.

Quale pensi che fosse lo scopo di Stonehenge?

Era un posto sacro dove le persone arrivavano a mettersi in contatto cogli déi creatori e gli spiriti dei loro antenati.

Quali similitudini vedi tra Stonehenge e i megaliti in Madagascar?

In Madagascar, la pietra appartiene al mondo degli antenati e viene usata per costruire tombe e monumenti. Perciò la pietra in Madagascar è veramente [usata] per scopi sacri, per i morti. Il legno è per i vivi. Le case qui sono fatte di legno o con la terra.

Mai in pietra?

Prima del XVIII secolo, nessuno in Madagascar costruiva una casa con la pietra. La pietra era riservata ai morti o per commemorare un evento importante. Anche Stonehenge sembra esser stata un monumento per i morti.

Il culto degli antenati è ancora praticato in Madagascar?

Sì, c’è ancora il culto degli antenati. Nella capitale, Antananarivo, puoi dire che le persone sono civilizzate, cristianizzate. Ma è qui che trovi ancora il più alto numero di santuari dedicati agli antenati.

Perchè?

Nonostante il cristianesimo, onoriamo ancora i nostri antenati. Per esempio, sulle sacre colline con le tombe, dove la gente viene regolarmente a pregare i loro antenati, c’è spesso una chiesa proprio nelle vicinanze. Così, i malgasci di Antananarivo vanno in chiesa la domenica e alle tombe dei loro antenati il lunedì.

Come sei giunto a vedere una connessione fra i moderni monumenti in Madagascar e gli antichi megaliti di Stonehenge?

Mike e io abbiamo lavorato insieme in Madagascar dal 1991. Abbiamo avuto molte discussioni sulle pietre erette (comunemente note come megaliti), e mi ha invitato a vedere Stonehenge. Sebbene le pietre in Madagascar siano più piccole, posso vedere che tuttavia c’era un elemento di magia simile a Stonehenge.

Vedi anche analogie con Woodhenge?

Sì. In Madagascar, la gente crea anche santuari in cerchi di legno. I monumenti di legno sono posizionati nel centro dei villaggi o vicino ai campi. Le pietre commemorative dei morti sono [invece] poste presso sentieri o strade.

Ci sono altri elementi rituali nel paesaggio circostante?

Ci sono foreste sacre. Ma la deforestazione è un serio problema. Sono appena ritornato dal mio villaggio nella regione di Bezanozano e c’erano incendi ovunque. I miei fratelli erano abbattuti perchè gli incendi avevano bruciato molti alberi. Gli archeologi combattono molto duramente per la protezione delle foreste, che hanno molte concrete testimonianze della nostra antica cultura.

La gente erige ancora pietre a Bezanozano?

Ci sono pietre erette in tutto il Madagascar, non solo a Bezanozano. Il modo il cui sono erette varia, ma sono sempre connessi coi morti, i nostri antenati, e gli spiriti invisibili, proprio come a Stonehenge.

Ne hai mai eretta una?

Oh sì. Dopo che mio padre morì dieci anni fa, abbiamo eretto una pietra commemorativa su un lato di una strada. La visitiamo per recitare le nostre preghiere e chiedere il suo aiuto.

4 pensieri su “Bluehenge e gli antichi rituali funebri

  1. I riscontri archeologici con le usanze rimaste immutate di tribù o popolazioni che hanno avuto una contaminazione culturale più lenta o tarda, hanno secondo me due possibili interpretazioni: da una parte c’è la possibilità che effettivamente le civiltà avessero un “ceppo comune”, una linea di partenza uguale, almeno per quanto riguarda la zona europeo-africana, anche se dalle nozioni e studi linguistici si parla di un ceppo linguistico originario che comprenderebbe invece l’India nel raggio d’azione di questo “popolo originale” ed escluderebbe il continente africano; l’altra mia interpretazione personale, e un pò più astratta, se vogliamo, e si rifà a Jung e ai suoi studi sugli archetipi ( http://it.wikipedia.org/wiki/Archetipi ).
    La possibilità che un filo comune colleghi la “forma mentis” di tutta l’umanità, è una ipotesi affascinante. soprattutto per quanto riguarda le popolazioni primitive e il loro diverso condizionamento mentale, forse meno invadente e più spirituale, di quello che possiamo vivere noi oggi.
    L’erezione di pietre per ricordare un morto lo troviamo tutt’ora nella cultura europea, come si può ben notare nei nostri cimiteri.
    Tutto ciò che ho detto non è mirato a sminuire il lavoro di accostamento del sito archeologico di Bluehenge alla cultura funebre del Madagacar, anzi rafforza le tesi di Pearson, ma con una personale aggiunta, diciamo, filosofica-antropologica.
    Alla prossima.

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  2. Interessante… Penso che l’etnografia abbia già dimostrato che quel “ceppo comune”, inteso come nucleo “base” di elementi culturali arcaici, fosse pressoché comune in tutto il mondo antico.

    Natura ciclica delle cose, mito dell’eterno ritorno, passaggio ad un’altra esistenza dopo la morte, ecc. sono aspetti riscontrati in tutti i continenti; il nostro Ernesto de Martino ne ha trovato dei residui folcloristici anche in Lucania.

    Sugli archetipi di Jung, bè, l’ipotesi è affascinante e, direi, tutta da scoprire!

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